Ha vinto un titolo mondiale, nel 2020, con la Suzuki, ma poi s’è un po’ perso ritrovandosi a fare i conti con due stagioni difficili, di cui l’ultima condizionata dall’annuncio del ritiro di Suzuki. Poi è passato in Honda, nel Team Repsol, con l’obiettivo dichiarato di vincere ancora e, magari, “rompere anche le scatole” a Marc Marquez, che non è mai stato un suo amico. Per Joan Mir, però, sta andando tutto molto peggio del previsto e in Spagna c’è pure chi pensa che Honda potrebbe dargli il benservito già prima della scadenza del suo contratto.
“Avevo messo in conto – ha raccontato Mir – che adattarmi alla moto avrebbe richiesto tempo, ma così è dura davvero”. Non una critica diretta alla squadra, ma comunque una presa di coscienza che sarà necessaria una reazione, per non rischiare di ritrovarsi a passare da campione del mondo a meteora della MotoGP. E se da un lato del box del Repsol Team c’è un Marc Marquez che fa i conti con un infortunio che sembra avere tempi di recupero infiniti, nell’altro c’è un Joan Mir che non sa più cosa inventarsi per non vedere tutto nero.
“Non è facile – ha dichiarato Mir ai colleghi di Autosport - perché avere il controllo di me stesso è qualcosa con cui faccio un po' fatica: io non mi ci vedo a lottare per il diciassettesimo o diciottesimo posto. Non posso! Quando sei abituato a stare davanti e lottare con i primi o, se proprio capita una brutta giornata, a farlo per un settimo posto, non è facile ritrovarsi di colpo a lottare per non arrivare ultimo. Proviamo e riproviamo e riproviamo ancora sempre, ma di andare avanti non se ne parla mai! Credo che in questo momento io sia nella massima sfida della mia vita”. Un’ammissione in piena regola di un morale sotto le scarpe dovuto a una situazione che non si sblocca, ma probabilmente anche all’atteggiamento di una squadra in cui il compagno di Marc Marquez resta sempre e solo il compagno di Marc Marquez. Quell’altro che ci sta solo perché di piloti ce ne vogliono due e in attesa che quello che conta, l’unico che viene ascoltato davvero, torni nella migliore condizione fisica per ricominciare a lavorare sulla moto e sul suo sviluppo.
Una caratteristica, quella del team Repsol Honda, a cui Joan Mir non fa riferimento, ma di cui hanno ampiamente parlato tutti quelli che si sono seduti in passato su quel lato del box, compresi Alex Marquez e Pol Espargarò. E su cui sa qualcosa anche un certo Jorge Lorenzo, che quando è arrivato in Honda di titoli mondiali ne aveva vinti già cinque. Tanto che in Spagna c’è già chi pensa che la permanenza di Mir nella squadra di Marc Marquez possa essere già a rischio, con Alex Rins pronto a subentrargli dopo essere riuscito a salire sul gradino più alto del podio a Austin. Sicuro, però, che a Alex Rins, visto il tritacarne che è toccato a tutti i piloti che hanno vestito quei colori, convenga davvero un passaggio così?