Danilo Petrucci non è uno che fa drammi: anche quando tutto va male, al limite, si chiude nel silenzio e in un carattere che conosce esternazione solo quando c’è da mostrare gioia. Lo abbiamo visto in questi giorni, dopo gli straordinari risultati che ottenuti alla Dakar 2022, ma lo abbiamo visto anche in passato quando, da pilota della MotoGP, s’è trovato a vivere gioie immense e altrettanto immense sofferenze. Perché adesso possiamo dire tutto, ma una cosa non possiamo dimenticarla: sia Ducati che KTM non lo hanno trattato come avrebbe meritato. Ci sta la fine di un contrato, ci sta la mancata volontà di un rinnovo, ma non ci sta il modo con cui è stato liquidato prima dagli italiani e poi dagli austriaci. Quasi senza dirglielo, come se avesse dovuto rendersi conto da solo che il tempo per lui era finito.
"In qualche modo non riesco a liberarmi della sensazione di essere stato nella squadra sbagliata in Ducati e KTM negli ultimi due anni. Sulle moto sbagliate, nel momento sbagliato – ha dichiarato in una recente intervista a SpeedWeek - "Ho sbagliato. Quando mi guardo indietro mi rendo conto che avrei dovuto fare diversamente. Nel 2020 la Ducati non era particolarmente competitiva, almeno non per me, ma nel 2021 hanno vinto la maggior parte delle gare. Nel 2020 è avvenuto invece il contrario: KTM è stata praticamente la migliore motocicletta sul campo, ma sfortunatamente non era più così nel 2021. Quindi sono stato nel posto sbagliato per due anni. Ora mi dispiace molto di non poter continuare con KTM in MotoGP".
In Ducati, soprattutto con Gigi Dall’Igna, i rapporti si erano logorati, perché i risultati non arrivavano e perché a Borgo Panigale era passata la linea delle forze fresche da buttare nella mischia. In KTM, invece, i problemi hanno avuto natura più tecnica, con Petrucci che s’è ritrovato in pista con una moto che non aveva potuto provare e che gli stava letteralmente stretta. A questo, come ha raccontato lo stesso pilota di Terni, va aggiunta la questione carburante. “Quando KTM ha portato la nuova benzina – ha affermato – noi del Team Tech3 non abbiamo potuto usarla. Invece quella novità è stata l’unica che aveva permesso alla RC16 di fare un piccolo step in avanti. Ho capito in estate che posto per me non ce ne era più, ma sono comunque grado a KTM di avermi offerto questa meravigliosa esperienza della Dakar”.
Una esperienza che, adesso, potrebbe essere un nuovo trampolino, con Petrucci che, pur avendo vinto solo quando era in sella alla Desmosedici del team ufficiale, non perde occasione per raccontare quanto rimpiange gli anni nel Team Pramac, alla corte di patron Campinoti. Anni in cui ha lavorato fianco a fianco con Francesco Guidotti, che oggi è approdato proprio in KTM. I rapporti, tra il pilota umbro e il manager toscano, sono ottimi e vanno oltre le questioni di lavoro, per questo, adesso, si parla di una nuova opportunità per Petrucci in MotoGP. Non come pilota titolare, ma come primo nome a cui pensare ogni volta che ce ne sarà bisogno, soprattutto per qualche wildcard.
Dani Pedrosa, infatti, ha più volte ribadito che la partecipazione alle gare non è il principale dei suoi obiettivi e l’altro collaudatore, Kallio, comincia ad essere lontano dall’asfalto e dai cordoli da un po’ troppo tempo. L’impressione è che dopo l’incredibile clamore mediatico suscitato da Petrucci con la sua Dakar, il pilota ternano possa essere tornato un boccone tra i più appetibili sul mercato, non fosse altro che per questioni legate al marketing. E KTM sembra avere la carta giusta da giocare per provare a battere la concorrenza di Ducati che gli ha già offerto una sella nella Superbike americana. Quella carta risponde proprio al nome di Francesco Guidotti. “Adesso che in KTM me ne sono andato, da Ducati sono arrivati Sterlacchini e Guidotti, mi dispiace molto non poter lavorare con loro” – ha detto Petrucci. Forse di tempo per tornare su qualche decisione ce ne è ancora…