Spunta un’interessante dato statistico che ci fa capire l’immenso potenziale di Pecco Bagnaia. Il pilota della Ducati, al terzo anno in classe regina dopo i due in Pramac, dopo una prima parte all’ombra di Jack Miller ha iniziato a ingranare la marcia e ottenere risultati piuttosto importanti. L’inizio di stagione del pilota australiano lo ha visto sul gradino più alto del podio sia a Jerez che a Le Mans dando l’impressione che fosse proprio lui il numero uno della scuderia rossa. Jack Miller però nel corso delle gare è calato ed è così che Pecco ha cominciato a crescere gara dopo gara, prima con le pole position e poi con la prima vittoria ad Aragon e a Misano. Anche se nel secondo appuntamento del gran premio romagnolo a vincere il Mondiale è stato Fabio Quartararo, l’ex VR46 Academy ha dominato sia in Portogallo che a Valencia regalando alla Ducati il titolo costruttori e quello dedicato alle squadre. Il secondo posto in classifica generale e le quattro vittorie hanno portato Pecco Bagnaia a un bottino complessivo di 252 punti. Una cifra che gli permette di battere alcuni record dei piloti italiani che sono montati in sella alla Desmosedici. Il torinese alla sua prima stagione in assoluto ha ‘sconfitto’ Valentino Rossi, Loris Capirossi e Jorge Lorenzo. Insomma, nomi illustri.
Il Dottore, infatti, nell’anno di esordio con la Ducati, il 2011, chiuse settimo in classifica con 139 punti e un solo terzo posto a Le Mans. Capirex, invece, nel 2003 arrivò quarto e conquistò 177 punti mentre Jorge Lorenzo salì due volte sul podio nei gran premi di Jerez e Aragon chiudendo con 137 punti. Meglio di Pecco soltanto ‘un certo’ Casey Stoner che, al primo anno nella casa di Borgo Panigale, si laureò campione del mondo con tre giornate d’anticipo e la bellezza di dieci gare vinte per un totale di 367 punti. E anche se Bagnaia non è riuscito ad arrivare primo in questa particolare classifica può consolarsi sicuramente per i piloti ‘lasciati dietro’. Il futuro sembra radioso e il momento di vedere nuovamente la bandiera italiana sventolare sul tetto della MotoGP, beh, sembra sempre più vicino.