Era il 13 giugno del 1949 e mentre nel mondo risuonavano ancora gli echi della guerra, sull’Isola di Man la musica era già quella dei motori. Quel giorno, 13 giugno del 1949, è andata in scena per la prima volta una gara del Motomondiale. Classe 350 ad anticipare la gara della Classe Regina, il 17 giugno. Una premessa per dire qualcosa che si sapeva già, visto che il logo con il 75 è praticamente ovunque: la MotoGP compie 75 anni. E non sente il peso neanche di uno. Semmai sente la responsabilità di tutti. I numeri parlano chiaro: 126 campioni del mondo (Giacomo Agostini ormai re indiscusso con 15 titoli, seguito da Angel Nieto, 12 + 1, Mike Hailwood, Valentino Rossi e Carlo Ubbiali, 9) e 399 piloti che hanno vinto nei GP. Il 400esimo arriverà proprio in questo 2024, al GP d’esordio di una stagione che segnerà anche un viaggio nella storia del motomondiale.
Per cominciare, ma prima di cominciare, però, Dorna ha diffuso un video attraverso i suoi canali social che probabilmente accompagnerà ogni appassionato in questi pochissimi giorni che mancano al via del GP del Qatar, prima tappa della stagione numero 75. Ci sono tutti e, ovviamente, ci sono pure i frame di quei momenti che hanno segnato la storia delle corse. Polsi che ruotano, muscoli che sfidano la fisica, moto che si evolvono e uomini veloci che, con il solito sguardo di chi ha in solo il verbo vincere, hanno provato a anticipare il futuro. Giocandosela con la morte. Ma sempre un pochetto meno. Perseguendo, quindi, quel futuro che quasi sempre vediamo come il male, ma che, come diceva Marinetti, è arrivato lo stesso. E pure dimostrando di avere ragione.
Per chi scrive basta una mezza impennata di Kevin Schwantz per tirare fuori i lacrimoni, ma la storia è cominciata prima e se i social media manager di Dorna hanno scelto l’immagine di peli che si drizzano e pelle d’oca che arriva improvvisa il motivo c’è. Perché pochi secondi non bastano per raccontare una storia, ma sono abbastanza per generare emozioni. Rinfrescando ricordi e, magari, pure stimolando una riflessione: stiamo sempre a dire che prima era meglio, ma le corse in moto sono fatte ancora e comunque degli stessi ingredienti di sempre. Tecnica feroce e limiti umani da mettersi alle spalle. Generando, appunto, emozioni. E quel video è forse la premessa migliore per una stagione che ha ancora quella sostanza lì di quella prima volta sull’Isola di Man. E che è oltre a una premessa, pure una promessa di etera giovinezza. Anche senza gli eroi di una volta, anche senza Valentino Rossi, anche con la morte che eternamente presente a bordo pista, ma che adesso è un po’ più neutralizzata.
Bob Dylan, che con le corse c’entra praticamente niente, ha provato a cantarlo anni fa: forever young. Come un inno che potrebbe essere adottato proprio dalla MotoGP per accompagnare tutte le celebrazioni che saranno spalmate nel corso di questa settantacinquesima stagione. Ma noi di “Young” ne preferiamo un altro: Neil Young. Perché è quello che ha messo la firma sull’unica vera colonna sonora che avrebbe dovuto accompagnare questo video: “Hey Hey, my my”. Sì, perché le corse in moto – che adesso si chiamano MotoGP – hanno la stessa esatta caratteristica del rock and roll: non morirà mai!