Nuovo capitolo della grande guerra tra team di Formula 1 e più in generale di grandi case motoristiche. Non è un mistero che ormai Red Bull e Porsche si siano unite per il futuro, con i tedeschi che dopo aver acquisito il 50% della scuderia in futuro forniranno le power unit.
Se non è arrivata ancora l'ufficialità è colpa anche di Ferrari e Mercedes, che stanno rallentando l'approvazione dei nuovi regolamenti. O almeno questo è quello che lamenta il consigliere della Red Bull Helmut Marko: "Questo è il solito giochetto in Formula 1. I primi classificati, in questo caso Mercedes e Ferrari, cercano di ottenere il meglio per loro stessi. Poi, dopo ore di discussione, emerge un compromesso accettabile per tutti. Ma questo fa parte della politica della Formula 1“, ha detto a Motorsport-Total.
Non solo: "I nuovi arrivati dovrebbero avere ore in più al banco di prova: meno tempo dai loro, meglio è per i costruttori già affermati, anche perché gli investimenti sono limitati dal budget cap. Abbiamo creato Red Bull Powertrains l’anno scorso. Le fabbriche di motori della Mercedes e della Ferrari hanno decenni. Noi, invece, non possiamo al momento usare le risorse perché non riusciamo a procurarci i materiali necessari. Il mercato mondiale è carente, le imprese di costruzione sono difficili da trovare. Bisogna tenerne conto in un contesto particolarmente difficile per un nuovo arrivato“.
Doverosa un'altra precisazione: "Honda continuerà a produrci completamente i motori fino al 2025. Li facciamo sigillare, non possiamo guardare all’interno. Grazie a Dio c’è stato un cambiamento di politica. In origine avremmo dovuto assemblare noi stessi i motori a partire dal 2023. Ma per questo servono i pezzi di ricambio, e il 90% dei fornitori è in Giappone. Questo è importante anche per il nostro status di nuovi arrivati nel 2026: solo i meccanici Honda possono intervenire sul motore. Al Powertrains, invece, stanno lavorando solo per i regolamenti del 2026. Se arriva un nuovo produttore (Porsche, nda), possiamo collaborare. Potrebbe utilizzare le strutture che abbiamo, avrebbe subito a disposizione una nuova fabbrica con sei banchi di prova funzionanti“.