Valentino Rossi lo aveva detto già tanto tempo fa parlando della Yamaha: “I giapponesi devono cambiare il modo di lavorare adesso che c’è Ducati, altrimenti il motomondiale resterà solo con protagonisti europei”. Dopo il Dottore di Tavullia sono stati in tanti ad accodarsi a questo pensiero e, adesso, è arrivato pure il pilota che non ti aspetti. Il collaudatore tedesco della Honda, Stefan Bradl, infatti, ha detto esattamente le stesse cose parlando del suo marchio e l’intervista rilasciata a Speedweek sta facendo molto discutere in queste ore. In primo luogo perché Bradl è sempre stato uno più che aziendalista e in secondo luogo perché se persino il collaudatore della Honda arriva a esprimersi in questi termini, allora la situazione in seno all’Ala Dorata potrebbe essere davvero critica. Tanto che c’è chi pensa ad un ritiro, sulla scia di quanto fatto da Suzuki.
“In Ducati hanno mostrato coraggio perché hanno costantemente apportato modifiche ai vari dispositivi e all'aerodinamica – ha detto Bradl - Di conseguenza, anche la Yamaha è rimasta un po' indietro. La Honda non è mai stata in prima linea in tali sperimentazioni come la Ducati negli ultimi anni. Ora tutto dipende dai giapponesi e dalla effettiva volontà di modificare il modo di lavorare, ma noto che alla Honda manca un po' di coraggio per sperimentare come fa Ducati e come fanno più in generale i marchi europei”. Una sentenza in piena regola, quella di Bradl, con il pilota tedesco che si dice preoccupato anche per Marc Marquez.
“Marc ha subito quattro operazioni al braccio – ha aggiunto Bradl - Secondo me è consapevole che la sua salute non è più quella di una volta e ecco perché ora chiede misure chiare a HRC. Marc nel 2023 festeggerà il suo trentesimo compleanno, sa che ha ancora due o tre grandi anni davanti e giustamente vuole una moto vincente. Lo ha detto più volte”. Lo ha detto e lo ha ripetuto fino allo sfinimento, ma Bradl ammette che ai test di Valencia i piloti della Honda sono rimasti delusi, perché i cambiamenti che si aspettavano non si sono visti. “Marc non ha visto i grandi passi che aveva immaginato durante i test di Valencia a novembre – ha concluso Bradl - Si rende conto che non riuscirà mai a mantenere un rischio così alto in pista a lungo termine per superare i problemi della moto e ha bisogno, appunto, di contare su un mezzo più performante e che gli consenta di esprimere tutto il suo immenso talento. Ha bisogno di affidarsi di più alla moto e di fidarsi di più della moto. Per cercare il limite è costretto a rischiare continuamente cadute, ma a lungo andare può diventare un problema, anche perché non è più un ragazzino”.