La Ducati, a ben vedere, è stata la sorpresa più grande di questo inizio di campionato. Perché ha saputo stupire ancora con novità tecniche di assoluto rilievo - nuova carena e holeshot anteriore su tutte - ed ha ritrovato in fretta il successo nonostante l’assenza di Andrea Dovizioso, vero senatore dell'era Dall'Igna. Mancare di un soffio la vittoria in Qatar è stato, col senno di poi, un tributo più che accettabile per mettere a segno una straordinaria doppietta a Jerez, in grado di alzare il morale alla squadra e proiettarla verso risultati ancora più importanti.
Ognuno dei piloti poi ha dato prova di saper essere veloce: Jack Miller ha vinto, Jorge Martin ha siglato una pole impressionate e sia Johann Zarco che Pecco Bagniaia sono stati davanti alla classifica del mondiale. Anzi, Pecco lo è ancora, con 66 punti nel carniere a due lunghezze da Fabio Quartararo. Un primato che si riflette sui risultati: dei 12 gradini del podio disponibili su quattro gare, Ducati ne ha occupati sette. Come se non bastasse poi, a giudicare dalle prestazioni dei tre rookie (Jorge Martin, Enea Bastianini e Luca Marini) la moto non è più quel toro scatenato così difficile da interpretare per un esordiente. E le prossime piste (Le Mans, Mugello e Catalunya) potrebbero imporre una direzione ancora più netta al mondiale. Un trend che ha convinto tutti, forse anche Valentino Rossi che - a quanto pare - potrebbe dare l’annuncio di un suo team in MotoGP supportato da Borgo Panigale già al Mugello.
A schierarsi con gli uomini di Borgo Panigale è stato anche Alex Crivillé in un’intervista al quotidiano spagnolo La Marca: “Anche se non era un favorito, Jack Miller ha fatto una grande gara e ha vinto a Jerez. È riuscito a vincere davanti a Pecco Bagnaia, suo compagno di squadra, e Franco Morbidelli. D'ora in poi potremo vedere la Ducati davanti su ogni circuito - ha spiegato lo spagnolo, iridato della classe 500 nel 1999 - le Ducati sono riuscite a fare grandi progressi ed hanno fatto una doppietta a Jerez, circuito dove storicamente avevano difficoltà e non avevano ottenuto grandi risultati".
I motivi del successo del marchio bolognese sono molteplici: da un lato lo sviluppo ha contribuito ad abbassare i tempi sul giro, dall’altro i piloti stanno cercando maniere diverse per far andare forte la moto. Perché in Ducati hanno studiato a fondo i risultati del 2020, quando c’era una Desmosedici competitiva su ogni tracciato, ma spesso con piloti diversi. Il che ha reso chiaro a tutti il potenziale della moto, che per essere veloce ogni domenica necessitava di uno stile di guida diverso a seconda del circuito. Così, leggendo i dati e confrontando le prestazioni tra team satellite ed ufficiale, i piloti hanno lavorato per adattare la propria guida: il risultato è che adesso sono più veloci in percorrenza di curva, ma non hanno perso i vantaggi della Desmosedici in accelerazione e frenata. Sono tutti più competitivi e gli altri, nel frattempo, cominciano a vedere rosso.