Mauro Sanchini ama le corse. Il motomondiale, la poesia delle gare, i piloti. Le loro storie e le loro sfide, che racconta come voce tecnica per Sky dal 2014. In una lunga chiacchierata in esclusiva per MOW l’ex pilota parla di questo 2021, delle difficoltà di Valentino Rossi e dell’arrivo del Team VR46 in MotoGP. Ma anche di una Ducati sempre più competitiva e del recupero di Marc Marquez, passando per l’Aprilia e Franco Morbidelli. Mettetevi comodi e allacciate le cinture.
La Doppietta Ducati e il sogno di Borgo Panigale: “Miller un tipo alla James Hunt, ma Pecco primo nel mondiale..."
La Ducati ha fatto paura a Jerez. Cosa pensi sia stato determinante per quella doppietta in un circuito storicamente ostico per la Desmosedici?
“Allora, Pecco aveva già fatto vedere di poterci andare forte nel 2020, anche se era un altro periodo con temperature diverse. Quest’anno ci aspettavamo molte più difficoltà dalla Ducati, soprattutto visto l’ottimo momento di Yamaha. Era facile pensare che avrebbero corso una gara in difesa, non per vincere. Figuriamoci una doppietta! Va anche premesso che il problema fisico di Quartararo gli ha spianato la strada, perché Fabio era davanti. Certo, Miller stava tenendo duro alla grande, quindi chissà. Credo che la doppietta di Jerez confermi il buon lavoro fatto durante l’inverno, la moto ha continuato a crescere e i risultati si vedono. Poi credo anche che alcuni piloti, come Pecco Bagnaia o Johann Zarco, abbiano portato uno stile diverso”.
Puntano (anche) alla percorrenza di curva, come sapeva fare anche Jorge Lorenzo.
“Esatto, ed è uno stile molto diverso da quello che utilizzava Dovizioso, che era bravissimo ma guidava in modo differente. Quello che mi ha stupito di più oltre alla doppietta è il fatto che l’anno scorso, in piste in cui andavano bene i piloti più scorrevoli come Pecco e Zarco, faticavano quelli come Miller e vice versa. Vederli entrambi competitivi al punto da fare primo e secondo è un segnale forte da Ducati e dai piloti. Hanno fatto un bel lavoro”.
Certo che, se qualcuno avesse detto durante l’inverno che Yamaha avrebbe vinto in Qatar e Ducati a Jerez , il resto del mondo gli avrebbe consigliato di cambiare mestiere.
“Sinceramente che la Yamaha avrebbe potuto vincere in Qatar l’avevo detto, però che potesse vincere la Ducati a Jerez… Lì non ci ero arrivato (ride). Ma penso che questa cosa sia anche molto bella, perché se inizi a togliere dei punti fermi come questi diventa tutto più interessante. Normalmente verrebbe da pensare che a Le Mans vincerà la Yamaha e al Mugello Ducati, così dovrebbe essere, invece è ancora tutto da vedere. Ed è bello per il mondiale. Fammi aggiungere una cosa: quanto è bello vedere una Ducati con un italiano in testa al mondiale. È una cosa che davvero mi riempie il cuore”.
Anche l’inno australiano fatto suonare dalla moto rossa non è stato male…
“Assolutamente! Poi Miller è stato davvero bello da vedere, anche nella sua tenerezza, lui che è un po’ uno scapestrato… È stato figo vederlo emozionarsi così. Miller è un pilota alla Hunt, ha quello stile lì. Però vedere un italiano con la Rossa davanti ha un fascino davvero particolare per me. Senza nulla togliere a Jack, anzi: sarebbe bello vederli lottare uno contro l’altro, anche perché sono due personaggi molto diversi. A volte si tende a voler unificare tutti, invece è bello che ci sia anche una diversità di spirito, di carattere tra i piloti”.
Valentino Rossi ha dato un colpo di spugna alla sua sella, lì dove ci sono sempre stati i suoi animali domestici.
Come pensi possa influire sulla guida?
“Faccio un’ipotesi, anche se magari lascia il tempo che trova. Quella spugna può averla messa per trovare una posizione diversa sulla moto, per migliorare il bilanciamento dei pesi. Anche perché penso che abbiano rivisto ulteriormente le geometrie della M1: Valentino ha bisogno di trovare più velocità e probabilmente anche un modo differente di utilizzare la moto. Questa spugna gli potrebbe servire per stare in una posizione leggermente diversa”.
In che fase della guida pensi che possa essere più utile questo supporto?
“Credo che possa aiutare soprattutto nella fase di ingresso e percorrenza perché ti tiene con il corpo un po’ più centrato. Magari con il casco riesci ad arrivare più vicino all’anteriore, cosa che aiuta la moto a girare di più in curva riprendendo lo stile di guida che funziona meglio adesso, con i piloti sempre più appesi alla moto”.
Quindi spostare in avanti il suo peso per caricare meglio l’avantreno?
“Credo di si, ma siamo nel campo delle ipotesi. La spugna potrebbe anche avere un altro utilizzo, fatta in una certa maniera si usa anche per sollevare di più il sedere sul rettilineo, tenendo così la testa più bassa per migliorare l’aerodinamica ed avere una maggiore velocità di punta. Magari Valentino, che è più alto di altri piloti e prende più aria, può aver cercato una posizione più raccolta sulla sua M1. Però ecco, rimane una mia ipotesi”.
Può essere anche un modo per far lavorare meglio la gomma posteriore?
“Si, sicuramente è un modo per modificare qualcosa della guida: avendo il sedere un po’ più avanti scarica meno peso sulla gomma posteriore. Quando i piloti riprendono il gas in mano in uscita di curva - e lo si vede soprattutto con lui - la moto va a dare una grossa spinta alla gomma. Questo talloncino in spugna potrebbe essere lì per migliorare la situazione”.
La VR46 in MotoGP: “Sarebbe logico pensarlo con Yamaha, ma credo sceglieranno Ducati. E il Team Gresini andrà con Aprilia”.
Ora che la VR46 ha trovato questo sponsor importante ed ha il budget per fare le proprie scelte (18 milioni di euro a stagione per 5 anni) pensi che Valentino sceglierà Ducati, anche se magari a Borgo Panigale non sarebbero entusiasti di vederlo su quella moto?
“Intanto quando hai un bello sponsor ci sta bene tutto, quindi la parte più difficile l’ha già fatta. La strada più logica, quella che mi verrebbe da pensare con più facilità, sarebbe Yamaha. Lui ha fatto il suo ritorno in Yamaha, ci è passato dalla Honda… Se pensi a Valentino lo immagini come un pilota Yamaha. Nessuno si ricorda quasi più degli anni in Honda, con cui ha vinto anche dei mondiali, oppure degli anni in Ducati. Di Vale ci si ricorda la Yamaha, quindi il suo team verrebbe logico pensarlo lì. Poi purtroppo ci sono anche altre cose in ballo, c’è Petronas… Non so se sarà Yamaha, anche se penso che sarebbe la strada più naturale in termini di immagine”.
"Tutto sommato credo che Ducati ci tenga molto a dare due moto a Valentino”
Forse anche a Yamaha farebbe più piacere avere un team satellite VR46 piuttosto che Petronas.
“Può darsi, però sai… ci sono tante cose dietro che non possiamo sapere. Diciamo che la prima cosa che mi verrebbe da pensare sarebbe Yamaha. Esclusa questa restano altre due case, anche perché Suzuki ha già dichiarato che non metterà in pista altre due moto, anche se sarebbero state molto belle da vedere. Rimangono Aprilia e Ducati: Ducati da una parte ti offre un mezzo molto competitivo, vedi anche il Team Pramac, mentre l’Aprilia potrebbe averlo ma sta ancora crescendo. Entrambe hanno un loro fascino, Ducati sarebbe un team importante e l'ennesima sfida che una piccola casa italiana riesce ad imbastire contro i colossi giapponesi: figo da matti. Anche Aprilia però avrebbe il suo fascino, ricorderebbe la 125, la 250… Sai, io ho un debole per i marchi italiani, e non parlo di politica. Che siano piloti o moto avrò sempre un debole per quello che facciamo noi. In termini di tecnica, stile e passione non abbiamo niente da imparare dagli altri, anzi.”.
Certo, e sarebbe pazzesco vedere il Team VR46 sull’Aprilia. Però forse un progetto un po’ più strutturato renderebbe più facili gli inizi al Team.
“Si, è vero. Probabilmente anche Aprilia vorrà partire con delle scelte un po’ più conservative, lo ha detto anche molto onestamente Massimo Rivola. E credo che il Team di Fausto Gresini rimarrà in Aprilia, sono anche già pronti e la conseguenza più logica sembra quella. Io credo che alla fine Petronas rimarrà in Yamaha - e spero che Franco Morbidelli avrà una moto ufficiale - mentre la VR46 finirà in Ducati. Anche perché tutto sommato credo che Ducati ci tenga molto a dare due moto a Valentino”
I problemi di Valentino Rossi, dal podio del 2020 al 17° posto del 2021.
“Sabato, quando si diceva che Valentino è andato male - era 15°, e non si può vedere - in realtà prendeva 7 decimi dalla pole position. Da una parte è tremendo, perché il ritmo è serrato e questo ti stronca le gambe. Se hai difficoltà e non trovi ritmo è durissima. Dall’altra però ti lascia anche la speranza che se trovi quel paio di decimi è un attimo tornare a giocarsela".
"Io lo dico molto sinceramente: per Valentino diventerà sempre più difficile come lo è diventato per tutti, l’età, le stagioni, i giovani sempre più veloci. Diventa sempre più difficile, detto questo però, non credo che lui abbia quel ritmo lì. L’anno scorso ha fatto il podio ed è rimasto dietro a Quartararo a Barcellona finché non è caduto… adesso vederlo ventesimo mi sembra un po’ eccessivo”.
L’Ing. Giulio Bernardelle ci ha detto, in un’intervista di ieri, che finché Michelin non metterà a disposizione dei piloti una carcassa più rigida Valentino farà sempre tanta fatica.
“Quello purtroppo è un altro aspetto importante. Le gomme però sono così per tutti. La controprova di questa teoria l’abbiamo avuta in Qatar, quando di giorno erano obbligati ad usare la gomma più dura. Lì Valentino non era distante dai tempi di Quartararo e Vinales, girava a 3-4 decimi da loro. Era accettabile, invece di notte il distacco aumentava ad un secondo. Ed è un problema che aveva anche con Bridgestone, quando portavano la gomma con l’edge morbido che piaceva a Lorenzo lui faceva fatica. Di contro con le gomme più rigide vinceva mentre Jorge andava in crisi. Vale è sempre stato uno che ha sempre preferito carcasse più dure sia all’anteriore che al posteriore. Un pochino questa cosa la ricorda anche Petrucci, ma alla fine le gomme sono quelle per tutti”.
Valentino Rossi pilota nel suo team VR46 in MotoGP?
“La vedo dura, quasi impossibile. Però immagina che spettacolo un team Aprilia con Valentino Rossi e Andrea Dovizioso”
Parlando per ipotesi… se il Team VR46 dovesse firmare con Ducati e Valentino decidesse di correre nel suo team, pensi che la moto potrebbe aiutarlo a ritrovare grip al posteriore e un po’ di fiducia in più in staccata?
“Tutto sommato non credo che Valentino sarà lì come pilota, perché un Team con quelli sponsor e quelle aspettative in massimo 20 giorni deve chiudere tutto. Non puoi andare troppo in là, sia per la scelta dei piloti che per quella delle moto. E credo proprio -ma è la mia opinione, magari mi sbaglio - che Valentino non deciderà tra 20 giorni cosa fare del suo futuro. Anche perché se facesse oggi la sua scelta non sarebbe razionale. Cosa vuoi dire dopo una gara come quella di Jerez… Penso che lavorerà per sé stesso, sulla sua moto, cercando di raggiungere il ritmo degli altri. Perché non ha perso velocità, ma il livello è diventato molto alto e vanno tutti fortissimo".
“E non credo che si metta a decidere ora anche perché Vale è uno che, se vuole continuare, il posto se lo merita e lo trova. Poi magari sbaglio tutto eh, magari dice che vuole l’Aprilia e che ci vuole girare lui. E ci starebbe. Pensa se dovessero fare un team Vale e il Dovi in Aprilia!”
I favoriti al titolo: Mir, Bagnaia e Morbidelli. Ma non si può escludere Fabio Quartararo
Oggi - e non andiamo oltre perché di questi tempi è quasi impossibile - chi sono i tuoi tre favoriti al titolo?
“Secondo me se lo possono contendere in tanti, ma alla fine i favoriti sono pochi. Quindi dico Mir, che nonostante il momento è uno che tira fuori sempre il meglio e che ancora non è stato in piste favorevoli alla Suzuki, poi ci metterei Pecco e Morbidelli. Il Morbido se trova costanza è un cagnaccio che sa essere veloce un po’ ovunque”.
Tre case diverse. E sono tutti e tre ragazzi che sanno come si vince un mondiale, cosa che può sempre dare una mano.
“Eh si, io credo che saranno loro tre - ma poi chissà, magari Miller sboccia completamente e diventa imprendibile, tutto può cambiare - a cui si dovrebbe aggiungere Quartararo. In questo momento è velocissimo, ma lo era anche lo scorso anno. Quando è stato il momento della pressione l’anno scorso non ha retto, ma ora è più maturo e al di là del problema fisico che ha avuto non si può escludere nella lotta per il titolo”.
Anche se è stato solo un problema fisico per lui potrebbe avere anche delle ripercussioni sul piano mentale. Speriamo di no, però sai…
“Sia lui che Vinales hanno un problema di rendimento più che di potenzialità. Sono tra i piloti più veloci in assoluto, però anche Quartararo ha fatto una carriera molto altalenante. L’anno scorso pensava di aver vinto il mondiale dopo due gare, poi è sparito. Ma penso che quest’anno sia molto cresciuto. Secondo me bisogna metterlo in conto per il mondiale”.
Marc Marquez, la Honda e il braccio che non guarisce
“Dovrà trovare una postura diversa, potrebbe volerci un intero anno”.
La sensazione è che Marc Marquez non tornerà vicino al suo stato di grazia prima di metà campionato, dopo la pausa estiva. Non ferma bene la moto e sembra ancora molto in difficoltà. Tu come la vedi?
“Eh, sono d’accordo. E va più forte di quanto mi potessi aspettare. Anche domenica andando a vedere i tempi in gara non ha fatto assolutamente male, ma allo stesso tempo lo vedo lontano dall’essere il solito Marquez. Guida forte, ma il braccio lo limita molto, tant’è che alcuni movimenti li fa un po’ in ritardo. Non è il gatto di prima, si fa un po’ portare. La moto fa una cosa e lui la segue. Potrebbe tornare competitivo dopo la pausa, ma anche arrivare così a fine anno. Perché mi è sembrato di vedere che nonostante lui ci stia lavorando molto i miglioramenti non siano così rapidi".
“Il recupero di un infortunio ha tempi diversi di solito, credo che Marc abbia proprio un problema di mobilità tra la spalla e il braccio. Dovrà stare tanto sulla moto, e di certo tornerà forte - mentalmente è già a posto - ma non credo che tornerà esattamente quello di prima. Penso dovrà trovare una postura diversa, mi sembra impensabile che possa trovare la posizione che aveva prima. Poi diciamo anche che la Honda non è certo la moto più semplice per riprendersi da un infortunio come questo. Perché quando l’anteriore ti abbandona ti schiaffa nel muro".
Eh si, forse una Suzuki gli sarebbe tornata comoda.
“Ah, di sicuro. Ma penso che ora la prenderà con più calma, anche viste le brutte cadute di Jerez”.
Franco Morbidelli, la Yamaha da Museo e Marco Simoncelli
"Lasceresti andare via Morbidelli per tenerti Vinales se fossi un responsabile"?
Chiudiamo con Franco Morbidelli, che sta facendo qualcosa di eccezionale con quella che avete battezzato una “moto da museo”.
“Certo, ci vuole! Chiaramente la moto da museo è un termine un po’ così, nessuno sta lì davanti guidando un ferro da stiro. Però non è la moto che hanno gli altri, e qualche decimo in questa MotoGP fa una differenza enorme. Riguardando la gara in Portogallo ho visto che Franco ha girato forte, come l’anno prima. Ma questo non gli è bastato per arrivare sul podio. Nel motorsport la tendenza è quella di migliorare anno per anno, e se rimani con lo stesso mezzo diventa più difficile. Non che sia una brutta moto, e in un’altra stagione avremmo detto che ha un buon mezzo per fare bene. Ma il punto è che stiamo parlando di un vice campione del mondo, che senza la rottura del motore a Jerez 2020 probabilmente avrebbe potuto lottare per il mondiale anche con il tamponamento di Zarco in Austria…”
"Ha vinto tre gare lo scorso anno e non è mai successo che ad un vice campione del mondo non venisse data una moto ufficiale. Poi è inutile insistere, lui ha un contratto con Yamaha e le cose restano così. Anche Petronas può fare poco. Se devo trovare un colpevole lo identifico più facilmente in Yamaha: hai tre moto ufficiali ed una più vecchia? Ne fai quattro. Non credo che Yamaha non si possa permettere una moto in più, dai. Non è giusto toglierla a Valentino perché ha un contratto e va rispettato per tutto quello che ha fatto fino ad oggi, ma uno come Morbidelli va premiato. Sono tre? Ne fai quattro. E lo tratti come merita un vice campione del mondo. Anche perché secondo me, e non voglio togliere il posto a nessuno, ma Franco una moto dovrà averla. O Yamaha si sveglia subito o lui si guarderà in giro. E ti faccio una domanda: lasceresti andare via Morbidelli per tenerti Vinales se fossi un responsabile?”
Assolutamente. Ed anche Alex Rins è un po’ nella stessa situazione di Maverick, veloce ma poco concreto. Invece Franco restituisce l’idea di un ragazzo che lavora sempre per il massimo risultato, alla Joan Mir.
“È un gran professionista ed una persona umile. Per me il problema è stata la Yamaha. Perché i contratti si modificano e si migliorano. Quando Ducati ha visto l’occasione di poter prendere Zarco, qualche anno fa, ha trovato un accordo con Avintia. E l’ha sistemato dandogli supporto ufficiale. Le cose quindi si fanno, basta volerle”.
Marco Melandri ci ha detto più volte che senza una moto ufficiale in un team ufficiale il mondiale non si vince. E che forse Yamaha non ha voluto aiutare Franco per vincere con gli ufficiali…
“Marco in queste dinamiche c’è passato e sicuramente sa di cosa sta parlando. Io personalmente non penso che la Yamaha preferisca perdere il mondiale piuttosto che vincerlo con Morbidelli. Non mi sembrava che lo scorso anno non abbiano dato supporto a Quartararo, chiaramente Yamaha sarebbe più contenta di vincere col team interno, ma se le cose dovessero andare diversamente non penso che sarebbe un problema. Anche perché è da anni che Yamaha non vince un titolo. Poi per carità, non sono dentro a quelle dinamiche e non lo posso sapere. Quello che so è che sono un po’ lenti a reagire, un po’ troppo attenti alla burocrazia”.
“L’ultima cosa te la dico su Morbidelli: quest’anno gli toccherà soffrire moltissimo. E non lo sapremo mai, ma forse l’avvio della stagione può essere stato condizionato anche un po’ da questa cosa, dalla mancanza di un buon trattamento da parte di Yamaha. Poi mi sembra che abbiano deciso di accettare le cose per come sono, cominciando a lavorare a testa bassa.
E questa cosa l’ho già vista in piloti come Marco Simoncelli: le difficoltà forgiano campioni più forti e completi, e Franco ce la può fare”.