Cambierà tutto, ma per adesso sono uguali. Marc Marquez e Pecco Bagnaia giocano a fare i compagni di squadra perfetti, ma le provocazioni in verità sono continue. Basta ascoltare le parole che l’otto volte campione del mondo ha affidato ai giornalisti rimasti a Aragon per seguire anche la giornata di test andata in scena oggi. Uno, Pecco Bagnaia, parla di leggerissime differenze che mutano radicalmente il feeling. L’altro, Marc Marquez, quelle differenze continua a negarle. Fino a dire “domenica la mia moto e quella di mio fratello Alex erano uguali”. “E’ esattamente la stessa moto – aveva detto poco prima – Ora stiamo introducendo degli aggiornamenti, ma se la si volesse come quella di Alex si potrebbe avere: nei test invernali abbiamo ad esempio scelto il motore della GP24. Come squadra ufficiale dobbiamo differenziarci dai team satellite: le novità arriveranno, ma dobbiamo ancora metterle a punto bene”.

Non dice un’eresia, ma nemmeno una verità. Perché se è vero che la GP 24 e la GP 25 sono simili al 99%, in MotoGP anche un semplice 1% può cambiare le percezioni. S’è visto proprio nell’altro lato del box Ducati e proprio a Aragon, con Bagnaia che ha ritrovato un po’ del feeling perduto semplicemente cambiando il disco del freno anteriore. Anche su questo, però, Marc Marquez sembra quasi scettico. “Per quanto mi riguarda non ho visto differenze – ha spiegato – il peso è leggermente maggiore e il cambiamento, semmai, è nella temperatura d’esercizio. Con il disco grande hai meno risposta, ma più potenza in fase di frenata. In ogni caso qui a Aragon il fine corsa si raggiunge solo alla Curva1 e alla Curva16 e quindi non si sfruttano mai fino in fondo”.
Il punto, però, è proprio quel peso che Marc Marquez ha definito “leggermente maggiore” potrebbe essere ciò che ha fatto scattare il click giusto in Pecco Bagnaia. Ma, come l’otto volte campione del mondo ha più volte ribadito in questi ultimi giorni, non è il compagno di squadra, per adesso, il suo riferimento. E forse, al di là delle dichiarazioni, non è neanche il fratello Alex: Marc Marquez lavora per se stesso. E è consapevole di non dover avere paura di nessuno. A patto, però, di non lasciarsi prendere la mano dalla sua natura di pilota sempre all’attacco, ma nemmeno dall’entusiasmo per tutte le diavolerie di cui in Ducati sono capaci. Ecco perché anche sulla nuova carena provata oggi al MotorLand ha preferito andarci cauto.

“Sì – ha spiegato – ci siamo molto concentrati sull’aerodinamica, perché il prossimo test sarà a Misano e rischia di essere troppo tardi. Ho avuto sensazioni positive, ma c’è del lavoro da fare sul bilanciamento: i tempi non sono stati molto diversi con il vecchio pacchetto e con quello nuovo. Abbiamo provato diverse combinazioni e ora ci sarà da scegliere. Provare da soli e non in scia permette di capire meglio la messa a punto ideale, perché stare dietro a qualcuno rende tutto più variabile. Cambiare è comunque sempre un po’ un rischio e prima di omologare qualcosa è bene essere sicuri avendo provato su diverse piste: qui ad esempio c’è molta gomma sull’asfalto. Le nuove gomme del 2026? Non mi è stato chiesto di provarle, ma c’è comunque stato tanto da fare e direi che l’1,45,7 fatto oggi non è male”.
Così come non è affatto male anche la sua condizione fisica, ammesso che ci sia stato il bisogno di precisarlo. Con Marc Marquez che, però, ne ha approfittato per raccontare un aneddoto. “A volte sento dolore, ma niente che non sia da considerare normale per il tipo di infortunio e di interventi che ho affrontato – ha concluso – Recentemente non mi sono sottoposto a visite, perché sento di stare bene e non ce ne è stato il bisogno. Però sono sempre in contatto con i medici che mi hanno operato e hanno seguito il mio percorso. Erano a Jerez e sono venuti anche qui, a fare il tifo, nonostante prima di avere a che fare con me non le corse in moto erano un argomento sconosciuto”.