Nono, senza sorriso, ma anche senza stare a farne una tragedia. Fabio Di Giannantonio nella sala stampa di Aragon lo dice subito: “voglio restare ottimista e pensare positivo”. Ma la gara lunga al MotorLand è stata una gran sofferenza, è stato lui stesso a definirla quasi una “lotta per la sopravvivenza”, perché dopo il semaforo verde è andato tutto al contrario rispetto a quello che il pilota romano si aspettava. Il problema? Lo stesso – identico – di Pecco Bagnaia: “Non riuscivo a spingere sul davanti. I freni per me sono stati sempre molto importanti e faccio fatica a avere quel feeling che serve”. Parole, insomma, sentite fino a ieri anche dall’altro italiano che guida una Desmosedici GP25.

“È stata una gara complicata sotto tutti gli aspetti - ha aggiunto il Diggia - Sono partito molto bene, ero ottavo, e ho pensato che avrebbe potuto essere una bella gara. Ma ho fatto solo due sorpassi all’inizio e molto rapidamente è diventata una gara di sopravvivenza. Il feeling con la ruota anteriore era molto peggiore rispetto alla Sprint. Non sono riuscito a attaccare e quando sono stato attaccato non ho potuto reagire. Non me lo aspettavo perchè durante il weekend abbiamo lavorato bene e il passo era stato buono, ma in gara mi sono sentito sempre troppo al limite". Le cause? Per capirle fino in fondo bisognerà analizzare i dati, ma Di Giannantonio sembra farne anche una questione di circuito: “Questa pista è più impegnativa sull'anteriore: l'aderenza non è grandiosa e le temperature sono alte. Ma sono positivo per i test di domani, spero che riusciremo a fare un passo avanti anche perchè abbiamo molte cose da provare".

Molte cose da provare, senza potersi concentrare solo su se stesso. E’ la “vita del pilota ufficiale”, con Di Giannantonio che racconta anche cosa è cambiato per lui rispetto alla scorsa stagione. “Non voglio chiamarla pressione – ha aggiunto – ma è tutto un po’ diverso: c'è più controllo e sopratutto nei test si sente questa differenza. Puoi aiutare a indirizzare lo sviluppo coi tuoi feedback e sei tra i primi a provare le novità. Nel weekend di gara la differenza c'è, ma è diversa: hai accesso a più informazioni e hai più persone nel box". Il test di oggi, quindi, come occasione per aiutare a sviluppare la Desmosedici GP25, ma anche per provare a risolvere quei problemi di confidenza che Di Giannantonio sembra condividere con Pecco Bagnaia. Una strada, chiaramente, sarà quella di provare la soluzione adottata in gara da pecco con il disco Brembo di diametro più grande. “Sarebbe bellissimo – ha proseguito il pilota romano - se questa del disco da 355 fosse la soluzione al problema di sensazioni all'anteriore, ma allo stesso tempo non sarebbe neanche una grossa sorpresa. Non abbiamo bisogno di modifiche enormi, a questi livelli si tratta di pochi dettagli. Sicuramente ciò che ha provato Pecco in questo weekend è sulla mia lista delle cose da fare nel test. Non rimarrei troppo sorpreso se il disco più grande piacesse anche a me".
Occhio, però, a pensare che sia solo un piccolissimo dettaglio che fa la differenza più nella testa che nella guida, con Di Giannantonio che, sempre analitico come è, precisa che cambiare un disco comporta anche tante altre modifiche che dovranno essere valutate con attenzione. “Non è un qualcosa di banale cambiare i dischi – ha concluso - Dischi più grandi ti permettono di essere più aggressivo in frenata, ma cambi anche il peso della moto: hai più peso sull'anteriore. Non sembra molto, ma è molto sotto un certo punto di vista e quindi non sono così sorpreso che Pecco abbia ottenuto giovamento da questa soluzione. Potrebbe tornare utile anche a me perché anche io sono sempre stato un pilota che preferisce i freni grandi, era così anche in Moto2, è stato così in tutta la mia carriera anche se è un aspetto di cui si parla poco”.
