È quasi inspiegabile, eppure intorno al valore di Charles Leclerc ruotano ancora dei dubbi. Non sono bastati i tre podi stagionali conquistati con una SF-25 ben lontana dai propri avversari, e non solo rispetto alla McLaren, così come non è bastata nemmeno l’ammissione di Frederic Vasseur a spazzarli via, dopo che il team principal della Scuderia aveva dichiarato di aver visto, in queste prime nove gare del Mondiale, il miglior Leclerc di sempre. È stato velocissimo, solido e capace di sfruttare al meglio ogni situazione, tutto ciò che serve per puntare al titolo mondiale non appena una vettura degna del suo talento glielo permetterà, eppure c’è chi pensa non sia ancora abbastanza.

A sentire Juan Pablo Montoya parlare del monegasco è proprio questa l’impressione che ci si fa: è veloce, ma non abbastanza per puntare in grande, a quel titolo che manca a Maranello da ormai quasi 18 anni. “La Ferrari al momento non è concentrata su Lewis e sarà interessante vedere se, all’improvviso, con la macchina della prossima stagione terranno più in considerazione i bisogni di Hamilton rispetto a quelli di Leclerc” ha affermato Juan Pablo durante una puntata del suo podcast, MontoyAS. Tutto a discapito di chi, invece, sembrerebbe avere le carte in regola per tornare a vincere: “Secondo me, se vorranno essere competitivi nel 2026, la base della monoposto dovrà essere disegnata più per Lewis che per Charles. Perché le macchine che vanno incontro ai desideri di Leclerc sono in grado di vincere magari una o due gare all’anno, ma non il titolo”.
Ma nel dettaglio, cos’è che tra i due farebbe la differenza? Una domanda dalla risposta pesante, senza mezzi termini: “Sotto la leadership di Lewis invece, quando le macchine sono veloci trovano molto in fretta la direzione e lui è sempre bravissimo a indicare quello che serve per migliorare”. Ma c’è dell’altro, perché secondo il colombiano la Scuderia soffre di problemi ben più gravi, capaci di colpire lo stesso Hamilton: “Penso che in Ferrari l’ambiente sia molto politico e molto complesso, e che questo abbia sorpreso Hamilton. Credo che Lewis si aspettasse che, considerando chi è, a Maranello avrebbero fatto tutto quello che lui desiderasse. E un po’ tutti ovviamente ci aspettavamo questo, ma l’ego delle persone è sempre una cosa complicata con cui avere a che fare”.

Un parere forte che però non trova dei riscontri effettivi, perché ogni qual volta Leclerc ha potuto guidare una vettura realmente competitiva, almeno per più di qualche gara, ha sempre trovato il modo per rendersi protagonista. L’ha fatto nel 2019 al suo primo anno in Ferrari, mettendo in ombra un quattro volte campione del Mondo come Sebastian Vettel e conquistando due vittorie pesanti, a Spa e poi a Monza, senza dimenticare come solo un problema alla monoposto gli negò il successo al suo secondo GP in rosso, in Bahrain; nel 2022 il copione fu lo stesso, perché fino al tracollo della SF-75 Leclerc era lì a giocarsela con Max Verstappen. E si è preso la Formula 1 anche la passata stagione dopo l’introduzione di un pacchetto di aggiornamenti che riportò la SF-24 al pari della McLaren, che nel frattempo si era presa la scena: due vittorie, a Monza e ad Austin, oltre allo storico trionfo tra sue strade, quelle del Principato, affermandosi come il pilota con più punti messi a segno nella seconda metà di stagione. Un finale straordinario, così come lo è stato l’inizio di questo Mondiale, perché senza le magie del monegasco la situazione in casa Ferrari sarebbe ben più grave. La verità è che sì, con una vettura cucita intorno alle proprie caratteristiche Hamilton sarebbe ancora lì a lottare per il Mondiale, ma questo Charles Leclerc non è da meno. E forse, dopo Max Verstappen è quello che più di tutti meriterebbe di vincere, per tutte le volte che ha dato l’anima ricevendo in cambio solo tante delusioni, una dopo l’altra.
