Per la serie "non mettiamo troppe pressioni sul ragazzo", il monegasco, dopo ad essere stato definito Il Predestinato ed essersi trasformato nella prima guida Ferrari praticamente al suo esordio in rosso, ad appena 22 anni, oggi viene paragonato a sua maestà Michael Schumacher da niente meno che Mattia Binotto, il team principal di Maranello che in passato lavorò, sempre nel corso della propria carriera in Ferrari, proprio con il Kaiser.
Ma che cosa hanno in comune questi due piloti, oltre ai colori della monoposto e la velocità in pista? Secondo Mattia Binotto le similitudini tra questi due campioni sono molte ma, oltre al grande talento, c'è un punto chiave che il team principal ha notato dopo aver avuto a che fare con entrambi, e lo ha raccontato nel corso del podcast Beyond The Grid: "Credo che Charles sia un pilota veloce, fantastico nel proteggere la posizione. Penso che abbia la mentalità in cui vincere è un obiettivo chiaro per lui e che ciò che lo spinge in tutte le sue azioni è quello di cercare sempre la vittoria. Non è semplicemente lì per partecipare, ma è lì per vincere. E quando indossa il casco, è in pista come pilota – il secondo posto non è mai soddisfacente per lui, come non lo era per Michael. Charles è molto più giovane di Michael all’epoca. Ha bisogno di crescere come leader della squadra, perché il successo della Ferrari domani dipenderà anche dal modo in cui si comporterà lui stesso da leader. Ma penso che mentre Michael era già un leader, Charles si sta sviluppando come leader. Sta crescendo bene”.
Un grande onore per il monegasco, quello di essere paragonato a un sette volte campione del mondo, e anche un grande peso da portarsi sulle spalle: ciò che il pubblico della rossa si aspetta da Leclerc sembra farsi, di anno in anno, sempre più importante, anche che al momento il ragazzo non dispone dei mezzi per portare a casa il risultato che tutti vorrebbero da lui, quello che davvero lo avvicinerebbe a Michael: diventare un campione del mondo con la Ferrari.