Lando che ride, Lando che piange, Lando che batte le mani sul volante e prende fiato prima di rispondere via radio alla squadra. È la prima volta, la sua prima volta, quella che non si scorda mai. Un primo successo in Formula 1 per il quale ha dovuto attendere più degli altri, tra errori e mancate possibilità, tra ingenuità di gioventù e altrui fortune. Ci scherzava su, Norris. Con quell’ironia inglese che nel paddock lo ha reso negli anni una dei piloti più amati: “Quando vincerò una gara mi ritirerò”.
Non sembrava arrivare mai, mentre gli altri piloti figli della sua generazione vincevano e perdevano, cambiando squadre e prospettive. “È sempre quando, non se” gli dice George Russell congratulandosi per il successo di Miami, mettendo in ordine le certezze di un pilota che in una domenica perfetta ha finalmente raggiunto quell’obiettivo spesso accarezzato negli anni, dando il contorno a un talento forse sottovalutato, forse semplicemente mai del tutto esposto.
Davanti a lui prima del podio di Miami sono gli altri piloti a mettersi in fila per abbracciarlo, sorridendo come se quella vittoria fosse scritta tra le strade del paddock, chiacchierata tra gli addetti ai lavori: “Doveva arrivare, se la merita davvero” dicono ai giornalisti colleghi e rivali, da Charles Leclerc a Lewis Hamilton, da Carlos Sainz a Max Verstappen. Lo stesso Max che non smette di sorridere nonostante un secondo posto a cui non è abituato e una monoposto che per tutto il weekend non ha dimostrato la stessa perfezione che l'olandese richiede dal suo team. Eppure anche per lui, il pilota che non si accontenta di niente che non sia una vittoria, il cielo di Miami è colorato di arancione per l'amico Norris: "Se non vinco, sono felice che sia lui a farlo" dice ridendo nelle interviste post gara, preparandosi a un podio sotto l'inno inglese che per tutti aria nuova e competizione ritrovata.
È di Lando, il successo di Miami, ed è di tutti allo stesso tempo. Di Andrea Stella che da Orvieto è cresciuto a Maranello fino a diventare profeta a Woking, lui che Norris lo aspetta fermo, al parco chiuso, a braccia aperte per un abbraccio che sentiamo da casa, ovunque casa sia. Della famiglia di Lando, papà Adam che per il figlio ha fatto di tutto, mamma Cisca che dalle mini moto lo ha spostato sui kart, aprendogli una carriera che oggi lo ha portato qui. È il successo di una McLaren che non si fatta spaventare mai dagli insuccessi e dai problemi, lavorando passo dopo passo, raccogliendo sfortune e fortune.
Assomiglia a Lando, la sua McLaren. Al lancio in mezzo ai suoi uomini che lo aspettano per festeggiare, alla festa sul podio, all'allegria che ha portato a tutti, avversari compresi. Alla consapevolezza che da Imola sarà un'altra storia e che la safety car durante il Gran Premio di Miami ha agevolato il suo successo. Ma non importa, a Woking si lavorerà come si è sempre fatto, ora con la stella di un successo - il primo - sul petto del di un ragazzo inglese che per una vittoria ha aspettato tanto. Consapevole, oggi più che mai, che "non è mai se: è sempre quando".