“In Argentina, dopo la prima vittoria di Marco Bezzecchi, ho aperto un attimo il telefono e c’era un messaggio di Valentino che mi aveva appena scritto una cosa del genere: grandi, abbiamo vinto una gara in MotoGP. Mi sono messo a ridere, perché se ci pensi è una roba incredibile che uno come Valentino Rossi, che in MotoGP ha praticamente vinto sempre, si emozionasse al punto di fare quella considerazione lì. Cioè dai, mi faceva ridere che quel messaggio era di Vale, che di gare ne hai vinte a palate” – Uccio, Alessio Salucci, lo racconta così, mentre - rigorosamente in tenuta Mooney VR46 e con l’ormai immancabile occhialino dalla montatura trasparente - si presta a decine di richieste di interviste, foto, autografi nel bel mezzo della grande festa Ducati che si è svolta ieri all’Unipol Arena. Un aneddoto, quello del messaggio di Valentino Rossi raccontato a MOW, a cui Uccio aggiunge subito molto altro: “Abbiamo fatto un sacco di strada, anche se sono solo pochissime stagioni. Siamo contenti? Certo che lo siamo, però nello sport si tende a migliorarsi sempre. E’ chiaro che se guardo indietro sono più che soddisfatto e non faccio fatica a dire che probabilmente non ci aspettavamo da subito tutti questi risultati, però dico anche che noi ridiamo molto, scherziamo molto, diamo l’idea di essere una comitiva allegra, ma non è che facciamo le cose a cu*o. C’è un progetto sempre, ecco, e lo studiamo sempre in ogni dettaglio. Quindi c’è stato anche tanto lavoro dietro”.
Che poi il primo a scherzare sul lavoro sia proprio Uccio è un altro paio di maniche: “Di solito quando si invecchia si lavora di meno, io invece ho cominciato da vecchio, però boia quanto lavoro adesso!” Scherza, ride mentre lo dice e sembra quasi voglia schernirsi da solo. C’è abituato e non gli va nemmeno, adesso che i risultati parlano per lui, di stare a rispondere a quelli che per anni l’hanno considerato sempre e solo la dama di compagnia di Valentino Rossi: “E’ forte che tutti mi fate questa domanda. Io l’ho detto anche ai tuoi colleghi prima: certi commenti non mi hanno mai ferito. Quindi no, per rispondere alla tua domanda, non sento il piacere di chi si sta prendendo una rivincita sui detrattori seriali, perché sarebbe come riconoscergli che avevano ragione. Non ce l’avevano anni fa, quando era al fianco di Vale, e non ce l’hanno adesso. Dico solo che non si può piacere a tutti e vado avanti”. Avanti e possibilmente pure a gas aperto, con Uccio che, però, ammette che l’inizio di questa nuova vita non è stato semplicissimo. “Sapevamo che la carriera di Vale, prima o poi, sarebbe finita, lo sport su questo è un po’ bastardo. Tutti gli sport, non solo il motociclismo. però sapevamo anche tutti, Vale compreso, cosa sarebbe successo dopo e quali sarebbero stati i ruoli di ognuno. Quindi un po’ ero preparato al fatto che, paradossalmente e come non era più successo negli ultimi 26 anni, ci saremmo visti di più a Tavullia che in giro per il mondo. Però ammetto che nei primissimi periodi mi faceva un certo effetto girarmi da una parte e non trovare Vale, era come se mancasse un pezzo, ma poi anche lì mi sono detto ‘diobo’ Uccio, l’hai visto h24 per 40 anni e lo vedi h24 quando stai a Tavullia oltre a sentirlo praticamente tutti i giorni’. Può andare, no?” Scherza ancora e ride ancora e il sorriso non lo perde neanche quando l’argomento diventa antipatico: il futuro delle corse in moto oltre Tavullia.
“Ci dicono che il modello Academy dovrebbe essere copiato dalle istituzioni sportive – ha spiegato Uccio – Se intendono farlo e come intendono farlo bisognerebbe chiederlo alla Federazione. Quello che invece posso dire io come VR46 è che con la federazione, soprattutto da qualche anno a questa parte, stiamo portando avanti una gran bella collaborazione e un gran bel lavoro. Di sicuro vogliamo tutti la stessa cosa, ossia che i giovani piloti italiani crescano e arrivino al mondiale”. E’ quello che l’Academy ha fatto, anche se adesso ci si occupa più della gestione che dello scouting, soprattutto da quando c’è una squadra in MotoGP da portare avanti. E con ambizioni sempre più importanti. Oltre che con qualche sorpresa. Il riferimento, è chiaro, è all’addio inaspettato di Luca Marini, con Uccio che anche su questo non si nasconde dietro un dito: “Io l’ho saputo praticamente quando è cominciata a girare la voce, ma non penso sia stato tenuto niente nascosto. Semplicemente le cose stavano accadendo in quel momento lì. Luca è venuto da me, mi sembra fossimo in Australia, e mi ha detto che se Honda avesse accolto le sue richieste sarebbe andato via. Come ho reagito? Sono stato contento, come dovevo reagire? Mica capita tutti i giorni di piazzare un pilota nel team ufficiale di Honda. E’ un traguardo grande per lui, ma è un traguardo grande anche per noi. D’altra parte l’obiettivo della nostra squadra è esattamente quello di far crescere piloti e prepararli per i team ufficiali. E è anche il motivo per cui abbiamo lavorato, invece, per tenere Bezzecchi, visto che Pramac è una squadra satellite. Tornando a Luca, invece, è chiaro che tutto è avvenuto molto tardi e che quindi qualche partner non l’ha presa benissimo sul momento, ma è bastato spiegare e non ci sono stati problemi. E’ normale che non tutti possono capire tutto delle dinamiche di un mondo che è così chiuso e particolare come quello del motorsport”.
Dinamiche che portano, di fatto, anche a cambiare idea. O comunque a rivedere le idee, soprattutto sulla base dei risultati e dei numeri. Lo ha fatto anche lo stesso Uccio, proprio nei giorni immediatamente successivi alla notizia dell’addio di Luca Marini quando, dopo aver detto di puntare a qualcuno di più giovane e che non era mai salito su una MotoGP, ha deciso di ingaggiare Fabio Di Giannantonio. “Sono contento di averlo fatto – ha dichiarato - Fabio è un gran bravo ragazzo e un ottimo pilota. Penso che con i risultati che ha raggiunto negli ultimi due mesi sia riuscito a convincere tutti. Abbiamo studiato i suoi numeri, i suoi progressi, gli step che ha fatto e sempre confrontandoci con Vale e tra di noi, ma anche con Gigi Dall’Igna e Ducati, abbiamo capito che l’uomo giusto era proprio Fabio. A Valencia, nel test, ha già fatto vedere cose ottime e s’è già creato un rapporto bellissimo. E' vero che in passato con Bez hanno avuto qualche schermaglia, ma non esistono piloti che non hanno avuto schermaglie tra di loro in tanti anni, soprattutto se praticamente coetanei. Tra il Bez e il Diggia è tutto assolutamente ok e chi dice il contrario mente. Dai, le premesse sono buone per noi anche quest’anno, questo posso dirlo. Ma non mi chiedere degli obiettivi, perché tanti anni nelle corse mi hanno insegnato che bisogna lavorare sul lungo periodo, ma pensare sul corto. Quindi l’obiettivo è cominciare bene, poi vedremo quello che arriverà. Ho grande fiducia nella nostra squadra e nei nostri piloti”. Sul lungo periodo, allora, proviamo a pensarci noi con un'ultima domanda, nonostante stiamo giocando in casa Ducati e nel bel mezzo della festa della Ducati, buttando là delle tante voci che si sentono in giro su un possibile futuro accordo con Yamaha. "Noi adesso stiamo bene con Ducati, siamo felici di avere due Desmosedici e del rapporto che abbiamo creato con Gigi e tutti gli altri - ha concluso Uccio - C'è un contratto e non è il momento di parlare di queste cose, a metà della prossima stagione cominceremo a pensare se e cosa fare e qualche proposta valutare o meno".