Il motomondiale è ricominciato, la Superbike e la formula1 pure e, adesso, anche le dirette su Instagram con Marco Melandri e Davide Valsecchi. E, proprio come i principali campionati del motorsport, “Chiacchiere da box” è già ai fuochi d’artificio dopo appena due appuntamenti. Perché i temi, questa volta, sono stati tanti davvero e perché i due, Melandri e il Valse, non sono tipi da lingua troppo frenata. Così come quelli che li seguono non si tirano indietro anche davanti a domande politicamente scorrette. Su tutte: di chi è la colpa per il crash tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez.
Melandri non ha dubbi: la colpa è di nessuno, ma lo sbaglio è di Pecco
L’ex campione del mondo arriva subito al sodo per rispondere a quelli che gli chiedono di “spartire” la colpa per il crash di Portimao. “Cinquanta e cinquanta – dice Melandri – E’ una situazione particolare e quella è una curva molto impegnativa. La verità è che nessuno dei due piloti poteva vedere l’altro, perché Pecco ha la testa sotto il serbatoio e anche Marquez non ha piena visuale. Marquez è stato preso sulla testa, se avesse fatto di proposito a rientrare in quel modo per dare fastidio a Pecco non lo avrebbe fatto con la testa. E’ giusto che non siano stati presi provvedimenti”. Il Macio, quindi, è in linea con le decisioni dei commissari, ma ricorda un episodio di qualche anno fa in cui a lui non è stato riservato lo stesso trattamento. “Quel tipo di incidente può sempre capitare – ha detto – a me successe con Davies, in Superbike, alla 5 di Jerez, nel 2019. Io ero nella posizione di Pecco e Davies in quella di Marquez e andò esattamente alla stessa maniera, solo che a me hanno dato penalità”. Un modo per dire che non è stata sbagliata la decisione sull’episodio di Portimao, ma su quello che ebbe per protagonista proprio Melandri. Che poi, da ex pilota, ci tiene a fare una precisazione: “Credo che Pecco si sia fatto un po’ prendere dal fatto che a superarlo era stato Marc Marquez. Gli si è appannata la vista. Secondo me si è detto che se ci fosse stato contatto sarebbe andato giù Marquez e non lui, invece sono andati giù entrambi. Non so se avrebbe reagito subito incrociando se invece del 93 ci fosse stato, ad esempio, Franco Morbidelli. Però dai, sono cose che fanno parte delle corse. Se parliamo di colpe non c’è chi ne ha di più. Se parliamo di sbaglio, invece, forse lo fa Pecco, perché era chiaro che Marquez era più veloce e che quella era una gara in cui, in ottica mondiale, bisognava accontentarsi e fare più punti possibili. Invece così ne ha fatti zero e per uno che può vincere il mondiale quasi a lasciar intendere che Marquez non potrà, ndr) non è una gran cosa. La verità, però, è che al secondo GP non stai a pensare ai punti e è giusto così”. “Se ci mettiamo a penalizzare queste cose non la finiamo più – ha replicato Valsecchi – Probabilmente Marquez si è reso conto di essere più veloce e è stato più arrembante e forse Pecco, essendo più lento, ha esagerato nel resitere”.
Pedro Acosta? Non vincerà quest’anno. E Jack Miller non è all’altezza di KTM…
La provocazione la lancia Valsecchi: “Ma un Pedro Acosta così può essere da titolo già quest’anno”. Melandri, però, dribbla un po’ la risposta: “Io ho sempre detto che l’unica alternativa a Ducati può essere la KTM”. Il fatto che il ragazzino terribile della Murcia corra con GasGas e non con la squadra ufficiale di KTM sembra stridere con una certezza che Melandri considera solidissima: un non ufficiale non vincerà mai un mondiale in questa MotoGP. Convinzione che, però, davanti a Pedro Acosta vacilla anche un po’. “Su Acosta – ha proseguito Melandri – c’è poco da dire. E’ partito indietro e è risalito guidando in quel modo fino al podio. In Qatar non è vero che ha avuto un problema di gomme, ma di indurimento alle braccia. E’ qualcosa che i piloti conoscono bene, perché quando capita diventa difficile fare tutto. A Portimao è riuscito a guidare più sciolto e ha fatto paura. Ora gli avversari lo sanno quanto fa paura. Di fatto è già primo pilota in KTM, ma secondo me potrà vincere davvero l’anno prossimo, quando RedBull lo metterà nella squadra ufficiale. Quello che non capisco è perché non l’abbiano fatto da subito, perché ormai è chiaro che Jack Miller non è all’altezza. E non lo era nemmeno con la Ducati. Per carità, è un pilota fortissimo, ma troppi alti e bassi”. “Forse – è stata la replica di Valsecchi – non si aspettavano che quel ragazzino fosse da subito così bravo. Magari vedi che è veloce nei test ma poi le gare sono un’altra cosa. Invece sembra che in MotoGP Pedro Acosta sia più spettacolare e battagliero di quando correva in Moto2, paradossalmente corre meglio. E’ un’ira di Dio e forse ha anche un po’ di sfrontatezza: superava tutti come voleva e non aveva alcuna paura delle Ducati davanti. Secondo me è bello così: esagerato finchè non cade. KTM con lui, così piccolino e così magro, con questo ragazzo può puntare in alto: sembra Marc Marquez da giovane”.
Jorge Martin perfetto, ma occhio a Marc Marquez in Texas…e non solo in Texas!
Tanti, ma toccati più velocemente, anche gli altri temi della MotoGP. A cominciare dalle difficoltà di Luca Marini, con Melandri che spiega: “Quando arrivi da una Ducati è tutto più difficile”. Chi, invece, sulla Ducati vuole restarci, possibilmente quella tutta rossa, è Jorge Martin, che a Portimao, come ha spiegato anche Valsecchi, è stato perfetto. “Fare la gara sempre davanti è difficilissimo – ha aggiunto Melandri – a Portimao ha fatto quello che Pecco ha fatto in Qatar. E’ andato così bene da passare quasi inosservato”. La grande domanda, però, è un'altra: Marc Marquez dove può arrivare? “Sembra che lui sia l’unico, con la Desmosedici vecchia, a riuscire a fare grandi cose” – ha sottolineato Valsecchi. “In effetti – ha replicato Melandri – gli altri che corrono con la 23 sono un po’ scomparsi tutti, quindi mi sembra evidente che Ducati abbia fatto veramente un gran lavoro con la 2024, nessuno parla di difetti, sembra ci siano solo punti di forza. Però la prossima sarà in Texas e lì Marc Marquez lo sappiamo tutti quanto va forte. Anche se dovrà fare i conti con una difficoltà nuova: la consapevolezza che la sua moto non è come quella degli ufficiali. Vedremo”. E Fabio Quartararo? “Non lo so se andrà in Aprilia – ha concluso Melandri – ma secondo me sarebbe la cosa migliore sia per Quartararo che per Aprilia. A Portimao Vinales è andato forte e è stato sfortunato con il cambio, ma in Aprilia quando va uno non va l’altro. Le Aprilia sono veloci, ma è dura, sembra manchi sempre qualcosa. La vera rivale di Ducati a mio avviso è KTM, mentre per quanto riguarda il mercato io non so chi andrà a fianco a Pecco. Se Pecco vincerà non gli metteranno a fianco uno troppo forte, per tenerlo calmo. Di sicuro Martin se non salirà nella squadra ufficiale andrà via da Ducati. Chi mi preoccupa, invece, è Morbidelli, secondo me non s’è mai veramente ripreso dall’incidente di qualche anno fa e temo che sia già sulla rampa di lancio. Penso anche che Bezzecchi si sia pentito di non essere andato in Pramac, anche perché credo che la VR46 l’anno prossimo sarà quasi sicuramente con la Yamaha e magari l’attenzione è un po’ calata in quella squadra”.
In F1 la doppietta della Rossa (col pilota sbagliato) e “il giallo” Alonso
“In Formula1, prima di parlare della doppietta Ferrari, vorrei parlare della penalità di 20 secondi data a Alonso per l’incidente che Russel ha fatto da solo – ha detto Valsecchi, passando alle 4 ruote – Io non vorrei che l’abbiano penalizzato di venti secondi perché Alonso, che sta dimostrando di essere un fenomeno vero, li ha mandati tutti a quel paese. Gliel’hanno fatta pagare come se avesse fatto un’azione gravissima. Era davanti, cosa ha fatto di terribile? E’ Russel che l’ha schiacciata solo perché non ha avuto pazienza e se fosse stata così colpa di Alonso il pilota della Mercedes si sarebbe comportato diversamente”. “E’ come se avessero penalizzato Pecco o Marquez – ha replicato Melandri – Poi alla gara dopo che devono fare: salutarsi e accordarsi amichevolmente per chi passa e chi no?”. Il tema grande della Formula1, però, è un altro, ossia la doppietta di Ferrari. Con una grande domanda: ha vinto il pilota sbagliato? Per Valsecchi non ci sono dubbi: “Forse in termini di velocità assoluta Sainz è più forte di Leclerc, ma nell’arco di un campionato la velocità pura non è l’unico talento che serve. Abbiamo sempre pensato che Leclerc fosse naturalmente più veloce, ma a volte Sainz riesce a far pensare il contrario. Adesso è nel suo momento: ha cinque o sei gare per trovare un posto l’anno prossimo. Può andare in Audi, in RedBull o in Mercedes e stiamo vedendo la miglior versione di Sainz. Io so solo che la coppia Ferrari quest’anno è forte davvero”. “Io non lo so – ha concluso Melandri – se Ferrari ha fatto bene a liquidare Sainz, ma di sicuro a Hamilton se la Ferrari sarà competitiva tornerà la fame. Credo che adesso stia semplicemente passando le domeniche e forse in Australia non vedeva l’ora di vincere il motore. Quando sotto al culo hai qualcosa di competitivo la voglia di spingere al massimo ti torna di brutto”.
Ma che spettacolo è la Superbike in questo 2024?
Nel fine settimana non sono stati protagonisti solo i piloti della MotoGP e quelli della Formula 1. Ma pure quelli della Superbike. Un campionato, quello delle derivate di serie, che Marco Melandri conosce molto bene. “Quest’anno la SBK è meravigliosa – ha detto – sono stato fisicamente a Barcellona e la Superpole Race della domenica è stata qualcosa di spettacolare davvero. Toprak ha dimostrato di essere un fenomeno assoluto, riportando la vittoria in BMW dopo 11 anni, il primo nel 2012 fui io, e quel sorpasso su Bautista resterà nella storia. Però c’è pure da dire che la Ducati ha buttato via il sabato, perché in Gara2 Bautista e Bulega hanno dimostrato una superiorità assoluta. Iannone poteva vincere? Di sicuro è andato forte, poi è caduto e ci sta, ma sarà tra i protagonisti e ormai l'ha dimostrato".