“Non mi aspettavo la caduta, ma sono finito a terra dopo aver perso l’anteriore. Sono cose succedono e bisogna ricordarsi che questa è solo la mia seconda carriera” – Andrea Iannone è così: dopo un esordio pazzesco al primo fine settimana di gara in SBK e tutte le conferme del secondo a Barcellona, preferisce parlare prima dell’unica cosa andata un po’ storta. Il riferimento, è chiaro, è alla caduta in Gara2, dovuta al tentativo di portare qualche modifica dell’ultimo minuto sulla moto che, però, s’è rivelato poco azzeccato. Nessun dramma e, al limite, un insegnamento in più per evitare che succeda ancora: “Quando sono caduto non stavo neanche spingendo particolarmente, quindi non so bene cosa sia successo”.
Una scivolata che segna la prima vera caduta in Superbike, ma che non deve far passare in secondo piano il lavoro che il pilota di Vasto sta facendo insieme a GoEleven e alla stessa Ducati e i risultati – oggettivamente impensabili – ottenuti fino a qui. “Da fuori – ha detto Iannone a Motosan – la gente forse si aspetta che tutto sia facile e che io vinca”. Quasi un tentativo di giustificare, anche se non c’è proprio niente da giustificare, con l’affetto verso Andrea Iannone che è oggettivamente evidente tra gli appassionati. Anche tra quelli che di solito sono sempre pronti a infierire quando le cose non vanno. Il punto, però, è che, al di là della caduta, non si può proprio parlare di cose che non vanno e quella del pilota di Vasto con il privatissimo Team GoEleven è fin qui una vera e propria favola.
Una favola che s’è fatta ancora più avvincente quando l’ex Ducati, Suzuki e Aprilia in MotoGP s’è messo in mezzo allo spettacolare sorpasso fatto da Toprak Razgatlioglu su Alvaro Bautista, ricalcando la famosa manovra da straccio di licenza di Valentino Rossi su Jorge Lorenzo nel 2009. “Mi aspettavo quell’attacco di Toprak all’ultima curva e penso che sia stato un sorpasso normale – ha affermato ancora Iannone - Alla fine queste sono le gare e tutti i piloti sono qui per vincere. Penso che sia stato un sorpasso molto corretto e non c’è stato alcun contatto. Toprak ha visto lo spazio e ci ha provato”.
Ci ha provato e ha fatto qualcosa che resterà nella storia della Superbike, così come ha sentenziato anche Max Temporali, ex pilota e oggi commentatore proprio del World Superbike su Sky. Una manovra, quella del turco, che a detta di Temporali basta a chiarire ancora una volta chi è il più forte in termini di talento assoluto, anche se probabilmente a vincere sarà di nuovo qualcun altro. “La BMW con Razgatlioglu sembra facile da guidare, docile, intuitiva – scrive Temporali sulla sua pagina Facebook ‘piega e spiega’ - La sensazione però è che il pilota stia facendo la differenza. Dal 2019, quando BMW è tornata in SBK in forma ufficiale, ha vinto una volta con Van Der Mark (anno ’21, Superpole Race, Portimao). Una vittoria in 5 stagioni raccontano la sconfitta progettuale. Oggi Toprak è il valore aggiunto, capace di ammaestrare un motore 'ignorante' come quello tedesco. 330 km/h non li ha mai visti con una SBK, ma con BMW sì. La bravura del turco, a Barcellona, è aver vinto senza essere il più veloce. In gara 1 ha fatto la differenza a gomme finite. La maggior velocità di Bulega non ha compensato il crollo degli ultimi 3 giri. Mentre in Superpole Race, Toprak ha fatto la magia all’ultima curva con un sorpasso su Bautista che resterà l’emblema di questo weekend. Nell’ultimo settore della pista, il turco non era il più veloce, anzi, perdeva 2 decimi dai migliori, ma ha giocato il jolly della staccata. Sa improvvisare traiettorie e manovre con perfezione e sicurezza. Toprak è l’ago della bilancia dello spettacolo di questo campionato, ma resto dell’idea che non sarà il favorito per il titolo. Ha battuto Iannone di 75 millesimi, che corre con un team privatissimo ed è all’inizio dell’avventura; ha battuto Bulega, che per la seconda volta nella vita ha corso con una SBK. E poi c’è Bautista, una garanzia a lungo termine. Razgatlioglu ha mascherato le carenze della BMW col suo talento, ridimensionando piloti come Van Der Mark, Redding e Gerloff, che con questa moto avrebbero dovuto spaccare il mondo e invece… tutti a orecchie basse. È la legge del più forte”.