Se Valentino Rossi, Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo sono andati così forte negli ultimi anni della loro carriera, il merito è di Marc Marquez. A dirlo è stato proprio Jorge Lorenzo, che si è prestato ad una lunga intervista in occasione di un evento organizzato da Marca e Dorna in Spagna, con il cinque volte campione del mondo che sul fenomeno di Cervera è stato chiaro: “Lui, Marc Marquez, ha rivoluzionato il mondiale. Vuole vincere, pensa solo a vincere, un po’ come tutti i piloti, ma forse lui ancora di più. Questo ha fatto sì che con gli altri ci dicessimo ‘dobbiamo andare forte, altrimenti vince il ragazzino’. E’ quello che pensavamo tutti”. E’ stato Marquez, quindi, ad allungare la carriera anche di Valentino Rossi. Come in uno di quei paradossi un po’ romantici che solo il motorsport riesce a mettere sul piatto.
E anche nel 2015, quando Jorge Lorenzo è stato quello che ha vinto tra i due litiganti, al maiorchino non è certo bastato stare a guardare. “A Valencia, nel 2015, ho fatto il miglior giro della mia vita e la miglior gara nel momento più importante della mia vita” – ha detto. Insomma, quel mondiale Jorge Lorenzo se lo è meritato, al di là di tutte le narrazioni differenti che si possono fare. Perché lui è rimasto tranquillo, lui non è caduto in provocazioni, lui ha aperto il gas rischiando oltre ogni limite per andare a prendersi per la quinta volta un sogno che inseguiva fin da quando era ragazzino. E quelle cinque volte avrebbero potuto essere di più se in pista non ci fossero stati, appunto, Valentino Rossi e Marc Marquez. “Quando sei dietro a quei due – ha raccontato – lo stress è incredibile. Non è come con gli altri piloti. Per me è stato un onore lottare con loro e qualche volta batterli. Riuscire a batterli era una soddisfazione brutale. La parte psicologica per un pilota è molto importante, io stesso sono più volte ricorso all’aiuto di un professionista nella mia carriera. Mi ha insegnato dei trucchi e mi sono serviti molto. Negli ultimi anni mi sono autogestito. In 125 e in 250 ero molto impetuoso: o vittoria spettacolare o sbagliavo. La pazienza è molto importante. A volte anche un quinto fa comodo e i nervi non devono far abbassare le prestazioni”.
Una carriera, quella di Jorge Lorenzo, in cui niente è stato lasciato al caso. Sin da piccolissimo, sin da quando, di fatto, il padre Chicho ha deciso che quel figlio sarebbe diventato un campione. “Forse la mia carriera non è stata lunghissima perché ho vissuto sin da bambino non solo il divertimento delle corse ma anche l’impegno e l’attenzione a ogni dettaglio – ha raccontato ancora Lorenzo – Ci tenevo anche per la Spagna, Criville aveva spianato la strada, ma la Spagna non vinceva quasi mai. In quegli anni si è iniziato a vincere anche nel calcio. Mi piaceva Max Biaggi, è a lui che mi sono ispirato tanto. Da bambino mi sono forse divertito un po’ di più, negli anni ho visto tutto più come un lavoro. Quando h o deciso di passare alla Ducati è stato per sentirmi un po' più vivo. Sfortunatamente, non è andata come previsto a causa di varie circostanze, ma la vittoria al Mugello con la Desmosedici per me è indimenticabile"