Difficile dire se, con 45 punti dalla testa della classifica, Marc Marquez sia ancora in lotta per il mondiale. Lui, dopo lo spavento dell’Indonesia e con una moto poco competitiva, sta affrontando la stagione con la saggezza degli anziani: il campionato è lungo, prendi tutto quello che puoi, non esagerare. Il che se non avesse saltato due gare starebbe anche funzionando, ma ora che Quartararo ha trovato la regolarità e Bagnaia è tornato a vincere approfittare di qualche occasione diventa più difficile. Anche perché, se è vero che il talento è rimasto immutato, è anche vero che Marc Marquez non tornerà più il mattatore del 2019, quando avrebbe vinto una gara anche col motorino del suo capotecnico. A Jerez Marc ha strappato via ogni decimo dal cronometro con una fatica immensa, sfruttando la scia di chi andava più forte - con tanto di polemica da parte di Aleix Espargarò - e guidando sopra i problemi della sua moto. Dopo il 5° tempo in qualifica l’aveva spiegato chiaramente: "La nostra posizione è dalla quinta alla decima piazza. Ho vinto campionati con moto peggiori di questa, ma per la gara non siamo in grado di puntare al podio”. In gara però ha dato tutto ancora una volta, passando buona parte della corsa ad un paio di centimetri dal codone di Jack Miller. Poi l'ha superato, ci ha combattuto e si è ritrovato all'ultima curva nella più classica delle chiusure di sterzo.
Eccolo lì il Marc Marquez da cartolina, che sulla parte sporca della pista rialza la moto con un colpo da gatto. Chiude quarto, davanti a Miller ma dietro ad Espargarò, e si presenta alle interviste con lo stesso sorriso di Bagnaia dopo Portimaõ, il sorriso di uno che ha dato tutto e che sa bene di non aver lasciato niente in tasca: “Oggi porto a casa un quarto posto che è il meglio che potevo fare - ha spiegato ai microfoni di Sky - Venerdì ho guidato senza esagerare, sabato è stata un po’ difficile e oggi ho rischiato. Per me lottare per il quarto, terzo o il decimo posto è sempre lo stesso. Per un attimo ho pensato al podio, ma sarebbe stato possibile solo rimanendo dietro Aleix. Ho fatto un bel salvataggio che non facevo da tempo, ma sarei stato più felice di farlo a destra, dove ancora faccio un po’ di fatica”.
Così tanta fatica che, quando è andato a lanciare i guanti ai suoi tifosi per celebrare una gara che meglio di così non poteva finire, gli ha lanciati entrambi col braccio sinistro. Se non ci stupiamo di questa cosa - un pilota che guida a trecento all’ora e poi ha paura di muovere un braccio - è perché Marc Marquez ci ha abituati bene. Chi, oltre a lui, può fare una cosa del genere? Ora la Honda riparte dai test, per indirizzare lo sviluppo verso il box di Marc e metterlo così nella condizione di lottare per il titolo: “Le indicazioni le ho già date - ha spiegato Marquez a proposito - abbiamo provato le cose venerdì e ci aspettavamo molto ma non è arrivato niente, succede. Abbiamo tante idee, dobbiamo capire come guidare questa moto anche senza nuovi componenti. Devo imparare anche io: per questo sono un pilota e per questo mi pagano, devo capire come fare sempre il massimo”. Dopo una frase come questa, a ben vedere, una risposta pensiamo di averla trovata: Marc Marquez non è come gli altri, se può ancora salvare la moto può farlo anche con la stagione. Certo è che i test saranno a dir poco fondamentali.