Michael Schumacher ha una responsabilità sociale, come quella di Valentino Rossi. E oggi che il suo primo titolo in Ferrari compie 20 anni ce ne rendiamo conto un po' di più. Oggi, domani, questo weekend. Tutto il fine settimana del Nurburgring sembra incentrato su di lui. Domani, prima della sessione di prove libere in cui scenderà in pista, dovrebbe essere annunciato ufficialmente il passaggio del figlio Mick in Formula 1, con Alfa Romeo.
Domenica, nella sua Germania, i record che fino a poco tempo fa sembravano irraggiungibili potrebbero essere eguagliati da Lewis Hamilton. 91 vittorie, un numero che per gli appassionati di Formula 1 ha sempre rappresentato il massimo. Niente sarebbe stato più alto del 91, ma da domenica (forse) qualcosa lo sarà.
E ironia della sorte, in un periodo in cui per la rossa niente sembra andare per il verso giusto, oggi ricorre uno degli anniversari più importanti dell'era Schumacher.
8 ottobre 2000, Gran Premio del Giappone. Un'astinenza lunga 21 anni andava in briciole, esattamente 20 anni fa, grazie a un ragazzo vestito di rosso. "I colori dell'arcobaleno sulle insegne del Cavallino Rampante" urlava Mazzoni, in una telecronaca che - anche chi non l'ha vissuta in prima persona non può che ricordare.
Un anniversario che ci fa sentire un po' più vecchi, un po' più malinconici, un po' più vicini a una storia che oggi non ha "i colori dell'arcobaleno" ma i tratti spigolosi di un periodo nerissimo. Come quello del prima Schumacher, come l'astinenza dolorosa che solo chi segue la Formula 1 da molti anni può associare al presente.
Ed è in questo fine settimana dolce amaro, e in questo 8 ottobre di ricordi, che sentiamo ancora più vivo il bisogno di Michael Schumacher. Dei suoi record, degli anniversari, del figlio Mick.
Per sentirci un po' più vicini a lui, di cui da sette anni non sappiamo più nulla, il cui vuoto di una tragedia assurda come quella di Meribel colpisce più dolorosamente della morte. Anche solo per sapere che nonostante le sue 91 vittorie siano vicine al sorpasso, come ogni record che nella storia viene battuto, il 91 per chi ama la Formula 1 sarà sempre un po' il numero massimo di ogni cosa.
Che il ricordo del Kaiser non ci scivolerà tra le mani e che, anche dopo vent'anni, vedremo ancora i colori dell'arcobaleno sulle insegne del Cavallino rampante.