Quando sei un rookie la pista può tradirti da un giorno all’altro. Prima sei la promessa più rosea della Formula 1, un attimo dopo sei il ragazzino presuntuoso, messo sotto i riflettori troppo presto, peggio ancora se ricco, figlio d’arte, conosciuto.
Non ci sono vie di mezzo: o fai la fine di Charles Leclerc, che da rookie in Alfa si è guadagnato un sedile in Ferrari, o fai quella dei tantissimi nomi rimasti a metà, dei talenti non concretizzati, dei giovani passati da tutto a niente.
Essere rookie è difficilissimo, chiedetelo a Lewis Hamilton che nell’anno del suo debutto si è ritrovato vicinissimo a vincere il titolo, con un compagno di squadra infernale come Fernando Alonso.
E la Ferrari, di rookie, in pista nel 2021 vorrebbe metterne addirittura tre. I suoi tre gioielli, i talenti cresciuti nella florida Ferrary Driver Academy che, sempre di più, sta portando agli occhi del grande pubblico un grande numero di leve promettenti.
Il primo di tutti sarebbe stato Jules Bianchi, precursore di un percorso verso il sedile Ferrari interrotto troppo presto. Quel posto sulla rossa di punta è toccato invece a Leclerc che, nella FDA, ci è cresciuto davvero. Un successo che ha portato la scuderia di Maranello a investire sulla formazione di altri piloti, ragazzi fortissimi che oggi si ritrovano in lotta per il titolo di Formula 2 e per un sedile nella classe regina per il 2021.
Mick Schumacher è in pole position per entrambe: guida il campionato dopo un inizio di stagione un po’ nell’ombra e il posto in Alfa Romeo, al fianco di Kimi Raikkonen, dovrebbe essere confermato già nelle prove libere di venerdì in Germania. Il secondo posto dovrebbe essere quello in Haas, in una squadra che sarà totalmente rivoluzionata e a giocarsi il sedile saranno il britannico classe 98 Callum Ilott e il russo Robert Shwartzman, rookie di F2 in questa stagione.
In F2 la FDA ha anche altri due talenti, Giuliano Alesi (figlio di Jean) e Marcus Armstrong, che non sembrano invece essere pronti per un passaggio in Formula 1. Un gran numero di giovani leve che si contende un ruolo nella classe regina ma anche una forte responsabilità sulle spalle della Academy e della rossa di Maranello: portare così tanti ragazzi in Formula 1 potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.
I sedili top sono pochissimi e la Ferrari stessa naviga in acque difficili. Charles Leclerc è al centro di un continuo dibattito sul lungo contratto firmato con la rossa: resterà fino alla fine? Si stancherà di non essere competitivo? Farà la fine di Alesi?
Una discussione nata sulle spalle di un giovanissimo rampollo della Academy e che, presto, potrebbe spostarsi su altre nuove leve: Schumacher passerà in Ferrari dopo il debutto in Alfa? Shwartzman e Ilott riusciranno a farsi vedere da team importanti?
Perché andare in Formula 1, pur da fortissimi e talentuosi, non significa automaticamente farsi notare da un top team e quindi diventare il prossimo Lewis Hamilton. Altrimenti, per ragazzi come George Russell, la strada sarebbe sicuramente più spianata. A favorire i giovani e le opportunità è la gestione Red Bull - a tratti un po’ diabolica - ma sicuramente incentrata sui risultati in pista.
Per Ferrari-Haas-Alfa Romeo invece il quadro si complica e l’idea di avere, oltre a Leclerc, altri due/tre giovanissimi piloti sulla griglia di partenza della stagione di Formula 1 del 2021 è una soddisfazione che rischia, allo stesso tempo, di diventare un problema. E a farci i conti saranno solo loro, i rampolli di una casa che punta sul futuro ma che non investe nel presente, e che rischia di bruciare l’unica cosa che in questo momento funziona: il talento dei suoi ragazzi.