Si sa, guidare una Ferrari in Formula 1 è una vera impresa. E non si parla tanto del talento al volante ma della capacità di gestire le pressioni esterne. Perché se sei un pilota di qualsiasi altra scuderia - magari anche un campione del mondo - allora ci sei tu davanti alla macchina. Ma se sei un pilota Ferrari allora gli equilibri si ribaltano: prima c’è la tua monoposto, la più famosa del mondo, e poi ci sei tu.
Mark Webber lo sa bene, lui che in Formula 1 ci ha corso e lui che per tanti anni è stato il compagno di squadra di un quattro volte campione del mondo, Sebastian Vettel, che dalle pressioni della Ferrari è stato mangiato vivo.
E Vettel non è certo stato il primo pilota titolato arrivato a Maranello pieno di talento e obbiettivo poi andati in frantumi per colpa di anni pieni di difficoltà, monoposto non abbastanza competitive e una gestione delle dinamiche interne piuttosto discutibile.
Senza andare troppo lontano con la memoria basti pensare a Fernando Alonso, il cui addio è stato sicuramente meno delicato di quello di Vettel, anche grazie al carattere poco mansueto dello spagnolo.
Ma adesso che Leclerc si è trasformato da giovane "predestinato" della scuderia a cavallo di punta su cui costruire squadra, macchina e futuro, le proporzioni tra obblighi e obbiettivi cambiano parecchio.
“Teniamo tutti gli occhi su Charles Leclerc – ha detto Webber durante una trasmissione di Channel 4 – perché i suoi prossimi anni in Ferrari saranno fondamentali. Ora è il momento della luna di miele, ma saremo seduti qui nei prossimi 24 mesi, magari tre anni dicendo che anche Charles Leclerc potrebbe essere abbastanza stanco della Ferrari".
Anche Charles Leclerc si stancherà della rossa. Come Alonso, come Vettel. Innamorati della Ferrari, cresciuti nel mito della rossa, ma poi delusi e arrabbiati. E - come dice Webber - stanchi. Perché "guidare per la Ferrari è un'impresa veramente grande e lui potrebbe essere il prossimo nel mirino”.
Ma se fino al 2022 la sua presenza è pressoché scontata, considerando che non sarebbe sensato per il monegasco lasciare la rossa prima di vedere il progetto del nuovo ciclo nel 2022, la sua decisione di rimanere anche dopo quella data non lo è altrettanto. E i giochi di sedili, i possibili ritiri e i nuovi talenti in arrivo creano un ventaglio di possibilità nuove. Hamilton si ritirerà a fine 2021 dopo aver ottenuto l'ottavo titolo? Allora Leclerc - con l'occasione di guidare una Mercedes - potrebbe prendere in considerazione la possibilità di lascire la Rossa già a fine 2021? Oppure quel sedile tanto desiderato andrà a Verstappen, che al suo sesto anno in Formula 1 appare stanco dei continui cambi della sua Red Bull. O entreranno nuove leve, nuovi talenti, ragazzi che ci faranno dimenticare presto il nome di un predestinato dal presente difficile e dal futuro incerto.
Leclerc ha bisogno di pazienza, tanta, e in questa seconda parte del 2020 la sua insoddisfazione comincia ad essere già evidente. Un lato del suo carattere che non solo non lo aiuterà a vincere ma che potrebbe cominciare a creare attriti nella squadra e tra tifosi, un problema da sommare alla situazione già precaria. Ma Leclerc è allo stesso tempo un ragazzo molto maturo per la sua età, devoto alla rossa che lo ha cresciuto e consapevole del periodo di passaggio a cui sta andando incontro.
Cosa succederà? Bisognerà aspettare ancora un po' per capirlo e vedere se gli effetti di quella che Mark Webber ha definito "la luna di miele tra Charles e Ferrari" continuerà ancora per un po' o se il monegasco deciderà di mettere i piedi fuori da Maranello.