A tutti coloro che chiedono Fernando Alonso fuori dalla Formula Uno: cosa volete di più? Quasi 20 anni di carriera alle spalle, primo spagnolo ad aver vinto un Gran Premio di Formula Uno e unico pilota della penisola iberica campione di questa categoria. E come si suol dire, carta canta: Alonso quest’anno ha battuto il suo compagno di squadra, Esteban Ocon, 15 anni più giovane ben 8 volte (con 4 dei 5 ritiri a causa di problemi di affidabilità e altri guai). Fuori dalla top 10 solo 7 volte, su 20 gare. Nono posto in classifica generale a soli 9 punti proprio da Ocon. Insomma, la storia di Nando non è quella di un pilota che corre per abitudine o soldi, che a 40 anni suonati, in mezzo ad una griglia di ventenni, si accontenta delle retrovie, riempiendo di numeri negativi una carriera stellata.
E quale paura per lui? Dopo il tremendo incidente ad Austin con Lance Stroll, a causa del quale l’Alpine si è impennata sull’anteriore, lo spagnolo si è rimesso in carreggiata ed ha concluso la gara in settima posizione. E ancora ieri, a Città del Messico: a 8 giri dal termine, Nando è costretto al ritiro per il cedimento del motore della sua monoposto. Parcheggiata la macchina e abbandonato l’abitacolo, si accascia sulle barriere. E alle interviste sbotta: “È sempre la mia Alpine rompersi!”.
Dai drama con Lewis Hamilton (di cui l’ultimo fresco fresco di questa settimana, un botta e risposta tra dichiarazioni opinabili nelle interviste e frecciatine su Twitter) ai gialli entrati nella storia della Formula Uno: in mezzo c’è sempre Alonso. A lui anche il merito di aver reso un po’ più “piccantina” questa stagione del mercato piloti. Memorabile le dichiarazioni di Otmar Szafnauer all’annuncio di Aston Martin del contratto con il pilota spagnolo: “Non ci ho ancora parlato, non so dove sia: forse in qualche isola a divertirsi.”
E a chi pensa (dentro e fuori il paddock) che Alonso dovrebbe accontentarsi e lasciar spazio ai giovanissimi, in lista d’attesa, che sgomitano per trovare un sedile: finché sarà la classifica e i risultati a parlare, ben venga che l’icona Nando rimanga in pista. Alla fine il suo (secondo) debutto l’ha fatto solo l’anno scorso, insieme al giovanissimo Mick Schumacher. Il figlio d’arte aveva solo 6 anni quando il padre perse il mondiale, nel 2005, contro un 24enne spagnolo, di nome “Fernando Alonso”.