A volte basta riportare le moto su una pista storica, vecchio stile, per garantire spettacolo e divertimento gli appassionati. È il caso della Superbike e di Imola, che insieme condividono gloriose memorie e che, nonostante tutto, insieme non si vedevano da ben quattro anni. Così, in un bollente sabato di metà luglio (36 gradi nell'aria, 60 sull'asfalto), l'autodromo intotolato ad Enzo e Dino Ferrari e il Mondiale delle derivate di serie sono tornati a farsi compagnia, dando un colpo di coda alla nostalgia di qualsiasi appassionato di motociclismo. Il risultato è stato lampante: nel sabato di Imola è probabilmente andata in scena la gara più bella della stagione. È vero, ha vinto ancora Alvaro Bautista (per la diciassettesima volta su diciannove bandiere a scacchi disponibili in questa prima metà del 2023), ma così tanti sorpassi nel gruppo di testa, tra marchi diversi, per un numero prolungato di giri, non si erano mai visti negli ultimi mesi. Saranno state le temperature elevate che hanno costretto moto e piloti ad un ritmo non elevatissimo, sarà stata Imola - tecnica, pirotecnica e per cuori forti - a moltiplicare le possibilità di spettacolo e a riportare in auge i valori iconici della SBK, che alla fine di Gara 1 ha ritrovato sul podio Alvaro Bautista, Toprak Razgatlioglu e Jonathan Rea. Ducati, Yamaha e Kawasaki. In quest'ordine sul traguardo, come da cerimonia.
Il campione del mondo in carica (che scattava dalla quinta casella dopo essersi visto togliere la pole position perché firmata in regime di bandiera gialla) inizialmente ha dovuto fare i conti con le ambizioni di Andrea Locatelli ed Axel Bassani, tanto energici dopo la partenza dalla prima fila quanto spremuti e consumati mano a mano che i giri passavano. Il giovane duo italiano, dopo una primissima parte di gara decisamente frizzante, è stato scavalcato da Bautista e Rea, che si sono prontamente portati negli scarichi di Toprak, impedendogli la fuga. La fase centrale di Gara 1, ad Imola, è stata la più succulenta: dieci giri in cui Alvaro - contro le staccate funamboliche di Razgatlioglu e contro la volontà della Panigale V4R che ha espresso tutto il suo disappunto con un'imbarcata all'uscita delle Acque Minerali - ha provato invano a prendersi la leadership, senza considerare le mire espansionistiche di un Jonathan Rea sempre in agguato, sempre al gancio. Il cambio di passo è arrivato a dieci giri dal termine, quando lo spagnolo - riportatosi in seconda piazza - ha sferrato l'attacco decisivo alla staccata in discesa, a moto inclinata, della Rivazza. Una manovra risoluta, chirurgica, audace, che non ha ammesso repliche. L'ultimo terzo di gara è stato un assolo del pilota del Team Ducati Aruba, che - sempre sul piede dell'1'47"basso - ha lasciato Razgatlioglu e Rea rispettivamente a quattro e sette secondi di distacco: "È stata una gara durissima, sono partito bene ma all'inizio sono stato attento perché la pista era più scivolosa rispetto a questa mattina, poi quando ho capito quanto spingere ho fatto una battaglia molto bella con Toprak, che è stato bravissimo, fino a quando mi sono portato in testa e ho cercato di restare concentrato fino alla fine" - ha raccontato al parco chiuso Bautista, che ora si porta a 98 punti di vantaggio dal numero 54 della Yamaha.
In sesta posizione, primo degli indipendenti e terzo degli italiani (dopo Locatelli e Rinaldi), Danilo Petrucci, che con la Ducati del Team Barni Racing- dalla quarta fila - ha confermato i progressi dopo il podio di Donington. Il ternano, al microfono Sky di Antonio Boselli, ha semplicemente parlato per tutti i piloti: "Un caldo così non me lo ricordo, un'umidità paurosa, mi bruciavano le mani e l'interno coscia, ma più che altro dopo un pò i freni si sono scaldati tanto e la gomma davanti ha cominciato a rovinarsi. Quindi ho dovuto dare respiro a tutto, a me stesso pure. E poi, veramente, l'ultima metà di gara è stata una roba da Iron Man; al pensiero che domani ci saranno altre due gare adesso mi suiciderei".
Tra le notizie più importanti del sabato di Imola della SBK ci sono sicuramente le dichiarazioni di Andrea Iannone che, con la scadenza della squalifica fissata per dicembre 2023, sembra sempre più vicino al ritorno alle competizioni. The Maniac, ancora una volta presente nel paddock delle derivate di serie, non si è nascosto davanti alle telecamere di Sky: "Sono contento di essere qui, stiamo lavorando e secondo me al momento ci sono buone possibilità per tornare in pista nel 2024 in SBK, ma per adesso mi limito a dire che siamo nella direzione giusta, perché non c'è ancora niente di definito". Solamente il futuro, quindi, ci comunicherà se il rientro in pista del 33enne di Vasto, dopo quattro anni di stop, potrà finalmente considersi ufficiale. Per la SBK, intanto, appuntamento domattina, ore dieci e quarantacinque. Nella Superpole Race di Imola, potendo ignorare il consumo gomme, Toprak Razgatlioglu cercherà la terza vittoria stagionale.