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A Jerez sta cambiando il vento della MotoGP? Pecco Bagnaia riassapora il 2024, Alex eroico, Marc Marquez comincia a rischiare: tutto sul venerdì spagnolo

  • di Tommaso Maresca Tommaso Maresca

25 aprile 2025

A Jerez sta cambiando il vento della MotoGP? Pecco Bagnaia riassapora il 2024, Alex eroico, Marc Marquez comincia a rischiare: tutto sul venerdì spagnolo
Jerez de la Frontera si è presentata alla MotoGP come ce la sogniamo di notte: soleggiata, con venticinque gradi, piena di margherite oltre ai cordoli. E poi c'è quella brezza lì che al termine del venerdì porta un profumo diverso dal solito, che ti fa pensare che Marc Marquez sia ancora l'assoluto favorito, ma attenzione: accanto a lui spuntano un Pecco Bagnaia per la prima volta vicino alla versione 2024 e un Fabio Quartararo con una Yamaha lucente come non la si vedeva da tre anni. Alex Marquez e Franco Morbidelli ronzano attorno, mentre la curva intitolata a Dani Pedrosa è una trappola anche per i più esperti. Tutto quello che dovete sapere sulla prima giornata d'azione in Andalusia è qui sotto

di Tommaso Maresca Tommaso Maresca

Ci sono almeno tre notizie a cui va data la priorità al termine del venerdì della MotoGP a Jerez. Si parte dalla cronaca, dalla vetta della classifica, occupata da un Alex Marquez che ha concluso il turno di Prequalifiche in una maniera che definire "eroica" non sarebbe esagerato: record della pista in 1'35"991 (superato quello di Pecco Bagnaia, 1'36"025 risalente alle Prequalifiche dello scorso anno), dopo essere stato protagonista di una brutta rotolata ad inizio turno nella veloce curva cinque ed aver deciso di trascorrere la mezz'ora precedente al time attack disteso nel motorhome Gresini, dove probabilmente ha applicato dosi massicce di ghiaccio sugli avambracci contusi ed escoriati per lo sfregamento con la ghiaia. 

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La seconda notizia coincide col fatto che alla prima simulazione di qualifica del weekend, così come era accaduto in Qatar, Pecco Bagnaia ha nuovamente battuto Marc Marquez. 1'36"094 per colui che Davide Tardozzi ha definito "Il Principe", 1'36"258 per il compagno di box che, visti gli otto titoli mondiali in bacheca, si è sentito dare del Re. Seduto sul torno di questa MotoGP, Marquez ha anche parato una scivolata alla sei con il suo gesto ormai famoso, che se non altro è indice di come il 93 stia già assaggiando il limite. Tra lui e Pecco, rispettivamente secondo e quarto, si inserisce un ottimo Franco Morbidelli. La prima non Ducati è quella di un Fabio Quartararo che se non fosse stato per una scivolata al tornantino finale si sarebbe probabilmente preso uno dei primi tre posti (era in linea col tempo di Alex). Fermin Aldeguer, sesto, ha confermato i progressi mostrati in Qatar, davanti alla Honda Cecchinello di un sempreverde Johann Zarco, a precedere Pedro Acosta (salito in in ottava piazza a tempo scaduto), Fabio Di Giannantonio (più in difficoltà sul giro secco che sul passo ) e Joan Mir, ultimo dei qualificati alla Q2 nonostante una scivolata nel finale al rampino della sei. Quella curva, storicamente dedicata al liquore della zona Dry Sach e ora intitolata a Dani Pedrosa (presente e attento al muretto KTM), ha mietuto diverse vittime nel corso della giornata: Brad Binder, Raul Fernandez, Ai Ogura - tutti fuori dalla top ten - si giocheranno la Q1 domattina alle 10:45 italiane insieme a Jack Miller (scivolato alla 8 mentre inseguiva la scia di Pecco Bagnaia), Marco Bezzecchi (alle prese con un'Aprilia recalcitrante in trazione), Maverick Vianels, Alex Rins, Luca Marini ed Enea Bastianini. 

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E la terza notizia? Stavamo per scordarcela, ma è di basilare importanza se si vuole avere un'idea di quali saranno i valori in campo nel prosieguo del weekend. Stiamo parlando del passo gara, tema che merita un capitolo a parte: qui è Marc Marquez ad aver messo in luce un ritmo invidiabile per tutti gli altri, facendo segnare - prima - diversi giri sul piede dell'1'37" e zero e poi, con una media posteriore con sedici passaggi sul groppone, tirando la cinghiata con un 1'36"973. Sembra essere proprio la media l'opzione più proabibile al posteriore in ottiva Gara (non è da escludere nemmeno per la Sprint Race), anche se Fabio Quartararo con la soffice al retrotreno ha fatto traballare le certezze del resto del paddock. El Diablo è a suo agio anche con la media, ma in generale sembra che la sua Yamaha in Andalusia si sia rigenerata come non le accadeva da almeno tre anni. Sul ritmo ha lasciato intravedere ottime cose anche Franco Morbidelli, autore di diversi giri sull'1'37" e tre, mentre resta di difficile compresione lo stint ondivago di Pecco Bagnaia, che ad inizio turno ha provato la soft dietro - scartandola - prima di scendere in pista con una media lucida e registrare un incoraggiante 1'37" e zero, affiancato da tempi più alti di oltre mezzo secondo che ci hanno fatto storcere il naso. La pulizia di guida che il 63 ha evidenziato sul finale di turno nel time attack, però, ci fa azzardare la seguente previsione: in Andalusia vedremo un weekend più avvincente di quelli che hanno contraddistinto l'avvio di questo 2025. In fondo, il Mondiale vero comincia a Jerez de la Frontera. A domani.

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