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A Le Mans l’alleanza che non ti aspetti è quella tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez, che cambieranno la MotoGP come piace a noi

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

13 maggio 2023

A Le Mans l’alleanza che non ti aspetti è quella tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez, che cambieranno la MotoGP come piace a noi
Il sabato della Sprint Race, a Le Mans, ha riacceso il dibattito su sportellate e sanzioni: tutti chiedono consistenza, ma c’è chi vuole correre senza troppe sanzioni e chi spinge per una MotoGP più sicura. La sensazione? Mai più come Jerez

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

La parola più usata dai piloti della MotoGP dopo la Sprint Race del sabato a Le Mans è stata consistency, consistenza. Ed è anche l’unica cosa su cui sembrano essere tutti d’accordo perché, dopo un GP di Spagna a Jerez in cui la direzione gara ha bombardato di sanzioni i piloti, in Francia abbiamo visto sorpassi, qualche sportellata e, di contro, nessuna punizione planare sulla testa dei piloti dai piani alti. Il che ha fatto un gran piacere a Marc Marquez e a Pecco Bagnaia, mentre altri - come Luca Marini e Aleix Espargarò - hanno spinto in direzione opposta. Per Marc Marquez c'è poco da discutere: “L’unica penalità con cui sono d’accordo da qui all’inizio dell’anno è quella che hanno dato a me a Portimão, perché tutti gli altri secondo me sono contatti di gara. Sono in MotoGP da 11 anni e le cose sono cambiate molto, ma anche per lo spettacolo non si può più fare come a Jerez”. Poi, durante le interviste con le televisioni, Bagnaia è andato da lui a dirgli che "così dovrebbe essere", senza troppe storie.

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Poco più tardi è sceso nei dettagli: “Finché non sbatti per terra un altro e stai nei limiti per me va bene così. Facciamo uno sport in cui in certe situazioni bisogna essere aggressivi e se vuoi vincere devi fare un sorpasso aggressivo. Non vorrei che si rovinasse tutto per paura di fare le cose. Marc ha fatto un sorpasso spinto a me ed è stato giusto non punirlo. Come non era da dare un long lap a Quartararo ad Assen. Siamo così al limite che qualche volta per superare bisogna fare così. Secondo me dovremmo essere più liberi di correre e qualche volta sbattercene di certe situazioni”. Ora, al netto del fatto che Pecco Bagnaia dimostra un'enorme sicurezza in sé stesso è difficile non essere d'accordo con lui: appassionati, giornalisti e forse anche gli stessi Stewart preferiscono un motociclismo più libero, dove qualche contatto è quasi da favorire finché le moto sono così simili. Altrimenti di sfide se ne vedranno meno, così come si vedranno meno intuizioni geniali e manovre al limite. Chi ha tutto il diritto di chiedere regolamenti diversi sono gli altri piloti della MotoGP, che in queste gare si giocano la vita: Luca Marini ed Aleix Espargarò (assieme a tanti altri, ma loro sono gli unici che abbiamo ascoltato oggi) vorrebbero in primo luogo più consistenza e subito dopo un maggior rigo0re da parte della direzione gara. Luca per esempio, reduce da un contatto con Brad Binder, ha parlato così dopo la gara: “Il problema è che ci sono sempre più piloti che per pigrizia o cattiveria non si impegnano a non toccarti. Ti vengono addosso sia per darti più fastidio -così non gli attacchi alla curva successiva - sia perché non farlo magari è più difficile. Se si vuol fare uno sport in cui è tutto libero come il Supercross ognuno farà come vuole, ci saranno più cadute e infortuni ma nessuno potrà dire più niente, si andrà a fare la boxe”.

Ecco, magari la boxe no, ma se il pilota più vincente della griglia (Marquez) e il campione del mondo in carica (Bagnaia) spingono in una direzione - che è la stessa voluta da quel pubblico che Dorna lavora giorno e notte per coinvolgere - ci sono buone possibiltità che vengano ascoltati. Così, almeno a sensazione, un GP delle sanzioni come quello di Jerez non lo vedremo più tanto spesso.

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