La parola più usata dai piloti della MotoGP dopo la Sprint Race del sabato a Le Mans è stata consistency, consistenza. Ed è anche l’unica cosa su cui sembrano essere tutti d’accordo perché, dopo un GP di Spagna a Jerez in cui la direzione gara ha bombardato di sanzioni i piloti, in Francia abbiamo visto sorpassi, qualche sportellata e, di contro, nessuna punizione planare sulla testa dei piloti dai piani alti. Il che ha fatto un gran piacere a Marc Marquez e a Pecco Bagnaia, mentre altri - come Luca Marini e Aleix Espargarò - hanno spinto in direzione opposta. Per Marc Marquez c'è poco da discutere: “L’unica penalità con cui sono d’accordo da qui all’inizio dell’anno è quella che hanno dato a me a Portimão, perché tutti gli altri secondo me sono contatti di gara. Sono in MotoGP da 11 anni e le cose sono cambiate molto, ma anche per lo spettacolo non si può più fare come a Jerez”. Poi, durante le interviste con le televisioni, Bagnaia è andato da lui a dirgli che "così dovrebbe essere", senza troppe storie.
Poco più tardi è sceso nei dettagli: “Finché non sbatti per terra un altro e stai nei limiti per me va bene così. Facciamo uno sport in cui in certe situazioni bisogna essere aggressivi e se vuoi vincere devi fare un sorpasso aggressivo. Non vorrei che si rovinasse tutto per paura di fare le cose. Marc ha fatto un sorpasso spinto a me ed è stato giusto non punirlo. Come non era da dare un long lap a Quartararo ad Assen. Siamo così al limite che qualche volta per superare bisogna fare così. Secondo me dovremmo essere più liberi di correre e qualche volta sbattercene di certe situazioni”. Ora, al netto del fatto che Pecco Bagnaia dimostra un'enorme sicurezza in sé stesso è difficile non essere d'accordo con lui: appassionati, giornalisti e forse anche gli stessi Stewart preferiscono un motociclismo più libero, dove qualche contatto è quasi da favorire finché le moto sono così simili. Altrimenti di sfide se ne vedranno meno, così come si vedranno meno intuizioni geniali e manovre al limite. Chi ha tutto il diritto di chiedere regolamenti diversi sono gli altri piloti della MotoGP, che in queste gare si giocano la vita: Luca Marini ed Aleix Espargarò (assieme a tanti altri, ma loro sono gli unici che abbiamo ascoltato oggi) vorrebbero in primo luogo più consistenza e subito dopo un maggior rigo0re da parte della direzione gara. Luca per esempio, reduce da un contatto con Brad Binder, ha parlato così dopo la gara: “Il problema è che ci sono sempre più piloti che per pigrizia o cattiveria non si impegnano a non toccarti. Ti vengono addosso sia per darti più fastidio -così non gli attacchi alla curva successiva - sia perché non farlo magari è più difficile. Se si vuol fare uno sport in cui è tutto libero come il Supercross ognuno farà come vuole, ci saranno più cadute e infortuni ma nessuno potrà dire più niente, si andrà a fare la boxe”.
Ecco, magari la boxe no, ma se il pilota più vincente della griglia (Marquez) e il campione del mondo in carica (Bagnaia) spingono in una direzione - che è la stessa voluta da quel pubblico che Dorna lavora giorno e notte per coinvolgere - ci sono buone possibiltità che vengano ascoltati. Così, almeno a sensazione, un GP delle sanzioni come quello di Jerez non lo vedremo più tanto spesso.