Ha il 93 sul cupolino, ha vinto otto mondiali, sembrava finito e, invece, è tornato più cattivo, feroce, scaltro e affamato che mai. E in mezzo fine settimana ha messo in chiaro una cosa: l'anti Pecco Bagnaia è lui. Marc Marquez l'aveva detto: "Io voglio solo vincere". Al suo ritorno dopo l'infortunio di Portimao non c'è riuscito, ma c'ha provato in tutte le maniere possibili, cercando anche di giocare una guerra psicologica con il campione del mondo in carica. Pecco Bagnaia, però, non è uno che ci casca: freddo, lucido, senza alcun timore riverenziale. Tre righe, quindi, per dire che questi due ci faranno godere a bestia e che, come hanno detto anche loro stessi, gli unici che potrebbero rovinare la festa sono quelli che non stanno sulle modo, ma in poltrona, davanti a monitor e con il compito di penalizzare o meno le manovre al limite dei piloti.
Perchè anche oggi, inevitabilmente, si è finiti per parlare non del pazzesco duello tra Marc Marquez e Pecco Bagnaia, cominciato già nel venerdì delle prove e esploso oggi nella Sprint del GP di Francia, ma del sorpasso fatto dall'otto volte campione del mondo. E' entrato duro su pecco esattamente come Pecco era entrato duro su Jack Miller a Jerez. Solo che Pecco, a Jerez, è stato penalizzato con la richiesta di cedere la posizione, Marc Marquez, invece, l'ha fatta franca. E la disparità di trattamento è diventata, inevitabilmente, l'argomento di discussione, con pecco bagnaia che ha provato a chiudere il discorso ricordando a chi di dovere che uno spettacolo così non merita arbitri mediocri, sprovveduti o, peggio ancora, alle prese con una qualche sudditanza psicologica. "Le corse sono questo - ha detto Bagnaia - Io non sono arrabbiato perchè Marc Marquez non è stato penalizzato, aveva quello spazio lì e lì ha provato a infilarsi. Esattamente come me a Jerez con Miller. Io sono arrabbiato perchè non va bene che certe manovre, che lo ripeto sono a mio avviso l'essenza di questo sport, una volta vengono punite e una volta no. Sorpassi con un minimo contatto come quello mio di Jerez o quello di marquez oggi non andrebbero puniti mai".
Un commento, quello del campione del mondo in carica, che racconta anche la voglia di dare spettacolo. Soprattutto adesso che in pista in mezzo a tutti c'è pure il pilota che lo spettacolo lo offre per sua stessa natura: Marc Marquez. Attaccare, stare lì, rompere le palle a chiunque: non conosce altro modo di correre. E a Le Mans ha voluto farlo capire ancora una volta a tutti, dimostrando che - Honda permettendo - se c'è uno che potrà realmente mettere in discussione lo strapotere di pecco Bagnaia, quel qualcuno è proprio lui. Più delle KTM che vanno forte davvero, più degli altri della Ducati che non sembrano capaci della dovuta costanza, più di un Fabio Quartararo che, purtroppo, si ritrova con la moto che non vuole saperne di andare forte.
"Siamo la MotoGP e queste sono le corse - ha detto l'otto volte campione del mondo ai microfoni di Sky - Io devo sorpassare quando arriva la curva, perchè la mia moto non me lo permette in rettilineo. La verità è che io già in safety commission ho già detto che tutte le penalità che sono state inflitte quest'anno, ad eccezione di quella che è stata data a me a Portimao che era effettivamente da sanzionare, sono state ingiuste. Non si può pensare di correre senza contatti, ma temo che i piloti non possono fare molto di più che farlo presente. Serve più libertà, se cominciamo a mettere regole e penalità per ogni cosa non è più MotoGP. Quanto a me, sono molto soddisfatto di quanto fatto in questi primi giorni qui in Francia. Il nuovo telaio mi piace e io mi sentivo bene, ho sentito le stesse sensazioni di un inizio, però io non guardo dove sta la seconda Honda e non posso essere contento di essere il primo tra quelli che guidano la moto come la mia, perchè io guardo chi è davanti e il primo, oggi, mi ha dato tre o quattro secondi".