C'è grande attesa per il Gran Premio del Belgio, uno degli appuntamenti storici del calendario della Formula 1. Sul mitico circuito di Spa, terreno di caccia prediletto di un certo Michael Schumacher, si sono scritte pagine indelebili di storia ma quella che andrà in scena la settimana prossima potrebbe essere l'ultima gara sulle Ardenne.
Dalla prossima stagione il circus infatti potrebbe non fare più tappa da quelle parti, un po' come successo con altri circuiti storici, abbandonati per far posto a mete più esotiche, per la rabbia dei tifosi nostalgici.
Le decisioni prese negli ultimi anni, fin dalla fine dell'era Ecclestone, hanno sconvolto uno sport che era prevalentemente europeo ma che ora fa il giro del mondo, per più di venti weekend, alla ricerca di soldi di sceicchi e non solo.
Stefano Domenicali, Presidente e CEO della Formula 1, nel mirino della critica proprio per questo motivo, ha cercato di fare chiarezza a Sport Bild.
“Il denaro è importante ovunque, anche per noi – ha ammesso l’ex team principal della Ferrari – ma non ci limitiamo a guardare; l’intero pacchetto deve essere corretto. Se guardassimo solo al conto in banca, il calendario delle gare sarebbe sicuramente diverso. Quel che è certo è che non sto vendendo l’anima della Formula 1. Questo fa parte del normale cambiamento, e ci stiamo aprendo al mondo intero. Oltretutto, forniamo i riflettori in cui i padroni di casa vogliono presentarsi bene. I primi successi sono già stati raggiunti. In Arabia Saudita le donne possono guidare da quattro anni”.
Nel dubbio, meglio godersi come se fosse l'ultimo il prossimo weekend di Spa...