L'incidente da cui si è salvato miracolosamente (pur riportandone ancora oggi le conseguenze sulle mani) è il passato di Romain Grosjean che, salutata la Formula 1, ha iniziato una nuova carriera in Indycar.
Il problema è che se all'inizio ovviamente tutti hanno accolto il pilota svizzero dal passaporto francese a braccia aperte, ora la musica è totalmente diversa e non solo per i risultati che tardano ad arrivare.
Anche in America infatti i colleghi hanno iniziato a far notare i comportamenti al limite se non oltre di Grosjean che nel Gran Premio del Belgio 2012 diede vita ad un incidente a catena che gli costò una squalifica.
Tra i detrattori di Grosjean c'è prima di tutto Graham Rahal che dopo una gara in Alabama ha definito il collega, senza mezzi termini, un “bastardo”.
Ma la situazione è precipitata dopo l'ultima gara a Nashville, in cui l'ex pilota di Formula 1 è stato inoltre protagonista di un incidente con Josef Newgarden, accusato di essere il reale colpevole dell’accaduto. Per tutta risposta, è arrivato un bel tweet: “Benvenuto in IndyCar. È un percorso difficile. Questa volta gli è toccata solo la parte corta del bastone. Ci sono persone che guidano in modo molto aggressivo e se non le si contrasta, si rischia di essere travolti”.
A gettare benzina sul fuoco, Marcus Ericsson, che in F1 venne accusato proprio da Grosjean di averlo colpito e mandato a muro in regime di Safety Car a Baku nel 2018: “Tutto si paga, prima o poi. È un peccato quando si cerca di guidare in modo intelligente e poi alcune persone si comportano da veri idioti”.