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Acosta come Schwantz? Mauro Sanchini pesca nell’Olimpo, ma Pedro risponde da pescatore: “siamo morti sulla riva anche a Portimao”

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

9 novembre 2025

Acosta come Schwantz? Mauro Sanchini pesca nell’Olimpo, ma Pedro risponde da pescatore: “siamo morti sulla riva anche a Portimao”
Doppio podio a Portimao e quinto posto in classifica generale, a tre sole lunghezze da quel Pecco Bagnaia che a Valencia potrebbe subire il sorpasso. Il finale del 2025 sta regalando il vero Pedro Acosta, che secondo Mauro Sanchini ricorda tanto Kevin Schwantz, anche se lui si mantiene fedele alle radici da pescatore e tira fuori la classica "metafora alla Pedro"...

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

Frena come un demonio in una lotta con la moto che trasforma ogni volta gli attimi in eterno. E sicuramente è per questo se Mauro Sanchini, commentatore della MotoGP per Sky, è arrivato a scomodare il paragone grosso: “Pedro Acosta ricorda Kevin Schwantz”. Un po’ ci sta, anche se sulle prime viene quasi da barcollare, visto chi è stato Schwantz per una intera generazione di appassionati e visto che Pedro Acosta, nonostante due mondiali già vinti, deve ancora mettersi in tasca la prima vittoria in MotoGP. Però a pensarci al netto dell’idolatria sì: Pedro ricorda il suo stesso idolo (più volte ha raccontato di essere cresciuto con i video di Schwantz che gli mostrava suo babbo). Perché frena in quel modo lì. Perché sembra sempre sul punto di lanciarla e essere sparato per aria. Perché arriva a prendere la corda quando chiunque finirebbe per campi. E pure perché non molla fino a che non vede la bandiera a scacchi. Di una gara. O di una stagione, visto che adesso il giovane spagnolo è a tre sole lunghezze da Pecco Bagnaia in classifica generale e che a Valencia proverà a assicurarsi il quarto posto, nonostante una moto che ha molti limiti.

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Intanto, con quella faccia lì di uno che non è mai contento, il pilota della KTM s’è portato a casa da Portimao due podi che si possono finalmente definire solidi. Anche se lui, come al solito, tende a guardare ciò che è mancato, scomodando non Kevin Schwantz, ma la tradizione dei pescatori: “pure a Portimao siamo morti sulla riva”. Nel senso che la riva è arrivata quando il pesce che si stava inseguendo sembrava ormai praticamente messo nella rete. “Però – ha poi aggiunto – ho visto miglioramenti e oggi non abbiano neanche consumato troppo le gomme. Penso che quella di oggi sia stata una gara molto mentale, in cui si è dovuto saper soffrire, conoscere la nostra posizione. La gara di ieri mi ha permesso di mettere in mostra i miei punti di forza: quando sono più o meno alla pari con gli altri posso farcela. Però ciò che ti fa vincere un campionato è la costanza, essere sempre sul podio e, nei giorni no, forse non essere così male o lasciarsi prendere dalla frustrazione che porta sempre a un errore più grande. Dobbiamo continuare in questa direzione perché tutto questo mi sta aiutando a migliorare".

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Della possibilità di chiudere quarto in classifica generale non parla nemmeno, è chiaro che ci proverà, ma l’obiettivo vero è un altro: crescere e farsi trovare pronto. Per KTM, se riuscirà a dargli l’anno prossimo una moto realmente competitiva, o magari per la Ducati del Team Pertamina Enduro VR46, visto che si parla già di corteggiamenti ripresi in vista del 2027. “L’anno scorso ho finito malissimo e quest’anno non abbiamo iniziato bene – ha proseguito il campione spagnolo – Da Le Mans in poi ho cominciato a trovare maggiore solidità. Sì, ho commesso anche diversi errori e abbiamo fatto i conti con qualche problema tecnico, ma c’è stata una crescita. Dobbiamo continuare a lavorare”.

Punti o non punti, la chiave è nel migliorare di fine settimana in settimana, sperando che KTM, nel frattempo, possa risolvere tutte le questioni interne legate a quanto e come continuare a investire nelle corse dalla prossima stagione. “Penso di aver conquistato molti punti da metà anno e è importante continuare con questa progressione – ha concluso Acosta - Ho sempre voluto essere tra i primi cinque, ma ora sono quasi più sul podio che tra i primi cinque. Questo è molto importante. Oggi il problema è stato nei primissimi giri, perché gli altri scappavano, ma sappiamo che il nostro limite è la trazione e è chiaro che se all’inizio rimani indietro di due secondi poi diventa impossibile recuperare, anche se oggi eravamo lì vicinissimi a Alex sotto la bandiera a scacchi”.

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