Sembrava Marc, ma era Marco. Bezzecchi e l’Aprilia hanno dominato la domenica di Portimao lasciando poco più di niente a tutti gli altri, proprio come spesso è successo a Marc Marquez in questa stagione. Per la terza volta nel 2025, quindi, l’Aprilia ha portato i suoi colori sul gradino più alto del podio, grazie a un Bezzecchi che non smette di crescere – fino a diventare immenso – e che adesso è a un nulla dalla certezza matematica del terzo posto in classifica generale (Pecco Bagnaia dovrebbe vincere sia la Sprint sia la gara lunga a Valencia con Bezzecchi che dovrebbe fare due zero). "Dedico questa vittoria a due miei amici che sono appena diventati genitori - ha detto il Bez al parco chiuso, con quel modo lì che ha lui di pensare sempre prima a qualcun altro - E' stata una grande vittoria, figlia di un gran lavoro nel box. Questa mattina abbiamo sistemato alcune cose sulla moto e mi sono trovato subito benissimo, posso solo dire grazie a tutti. Sono contento".
Festa grande, quindi, nel box di Noale, dopo tutti i guai passati con le sfortune di Jorge Martin e una stagione in cui c’è stato pure da correre dietro a qualche capriccio di troppo. Una festa però, preceduta da battiti cardiaci portati alle stelle, visto che nei primissimi giri Bezzecchi ha dovuto martellare di brutto per mettersi definitivamente a distanza di sicurezza un Alex Marquez che non voleva saperne di mollare. “Oggi Marco era imprendibile – ha detto il più piccolo dei fratelli di Cervera – ci ho provato, ma ho chiesto troppo alle mie gomme e a un certo punto avrebbe significato prendere troppi rischi. Noi nel warm up abbiamo lavorato bene, trovando qualcosa che ci facesse migliorare ancora rispetto a ieri, ma evidentemente lo hanno fatto anche l’Aprilia e Bezzecchi”. Un secondo posto, quello di Alex Marquez, tutt’altro che in scioltezza, visto che il vicecampione del mondo sul finale s’è ritrovato il fiato sul collo di un Pedro Acosta che sembrava messo a bada quando mancavano cinque giri dalla fine.
Invece il giovanissimo spagnolo, probabilmente approfittando di una migliore condizione delle sue gomme, s’è rifatto sotto e se ci fosse stata una manciata di curve in più sarebbero stati guai. “Oggi sono contento, anche se sul finale vedevo Alex e un po’ ci ho creduto – ha ammesso Acosta – comunque va bene così, godiamoci questo podio e continuiamo a lavorare, sono sicuro che prima o poi la vittoria arriverà. Marco Bezzecchi oggi ne aveva di più, Alex è stato più vicino, ma abbiamo dovuto gestire e sul finale ho comunque dato tutto quello che si poteva dare”.
E’ tutto quello che c’è da dire? No, perché è davvero stata la domenica delle anime indomite. Compresa quella di Pecco Bagnaia che, invece di mollare, ha provato a difendere in ogni modo, con un ritmo non all’altezza dei primi ma di gran lunga migliore di tutti quelli dietro, il quarto posto fino a ritrovarsi sulla ghiaia, sconsolato e con una umanamente comprensibile voglia di arrivare prima possibile alla fine dell’incubo che questo 2025 è stato. Frustrazione inevitabile. Quasi quanto quella di un Fabio Quartararo che è eternamente in guerra con una moto che di più da dare proprio non ne ha. Guardare le gare del francese – con tutta la generosità e la rabbia che ci mette anche provando a resistere a avversari palesemente più veloci – è uno spettacolo nello spettacolo.
Un po’ come è successo oggi anche per Fermin Aldeguer, partito dietro, ma capace della solita rimonta tutto cuore e gomme risparmiate, fino alla quarta posizione finale. C’è dell’altro? Sì, c’è pure altro. Come il punto conquistato da Nicolò Bulega, quindicesimo al suo debutto in una gara lunga della MotoGP, o il commovente sbotto di rabbia di un Enea Bastianini che prima si ritira, poi rientra in pista e, ritrovandosi da doppiato appena dietro ai primi tre, si mette a strappare per qualche giro gli stessi tempi di Pedro Acosta, seguendolo al gancio. Tutte piccole storie che finiscono inevitabilmente fuori dalle inquadrature, ma che hanno reso speciale una domenica di Portimao in cui s’è visto davvero di tutto.
Compreso, e lo lasciamo per ultimo, un lungo momento di autentica commozione per il saluto che il pubblico portoghese ha tributato a Miguel Oliveira, l’idolo di casa per l’ultima volta in MotoGP sull’asfalto di casa. Roba da farsi uscire una lacrima, non solo dal divano, ma anche dal bel mezzo della pista, tra quegli stessi avversari e colleghi che hanno sfilato davanti a Oliveira abbracciandogli e accorgendosi, esattamente in quel fulgido momento in cui si si saluta, di ritrovarsi a dire “arrivederci” a un ragazzo che ha attraversato un mondo così feroce come quello della MotoGP come uno capace di non farsi mai neanche mezzo nemico.