La trafila è stata questa: una notizia circolata su qualche sito, una mezza ammissione del dottor Angel Charte e, adesso, la conferma ufficiale da parte di Davide Tardozzi. Su cosa? Sul fatto che nella spalla già martoriata di Marc Marquez c’è una vite (un mezzo di sintesi, per essere più precisi) che s’è piegata e che va tenuta sotto controllo. Nessun allarme, sia inteso. Solo tanta cautela. E anche nessuna relazione tra il vecchio infortunio, che gli era costato quella vite, e quello rimediato a Mandalika nell’incidente con Marco Bezzechi. Anzi, sarebbero state proprio le radiografie per il secondo infortunio che hanno evidenziato l’anomalia. Il medico del Motomondiale, il dottor Angel Charte, parlando con Sky ieri s’è tenuto sul vago e non s’è capito benissimo se quella vite era già stata rimossa o meno, ma solo che “si può approfittare per sostituirla”.
“Non posso assicurare che il problema sia stato direttamente collegato all’ultimo incidente – aveva poi aggiunto Angel Charte – Comunque Marc sta molto bene e credo che la decisione di non esserci a Valencia sia giusta: sarebbe stato un rischio assurdo. Parliamo di un braccio molto martoriato da quattro interventi ed è giusto che riposi”. Dichiarazioni che, sulle prime, hanno chiarito poco e, anzi, hanno un po’ alimentato il solito giro di preoccupazione su come sta davvero Marc Marquez. A mettere a posto le cose, oggi, ci ha pensato direttamente Davide Tardozzi e sempre in diretta con Sky.
“Marc – ha spiegato l’ex pilota e oggi manager della Ducati - sta facendo sei ore al giorno di riabilitazione d è come sempre molto focalizzato sulle sue cose e sull’essere in forma per il 2026. Non mi risulta a oggi che farà altre operazioni: in questo momento la situazione è stabile”. Nessuna preoccupazione particolare, quindi. Solo la certezza che il braccio del campione del mondo non è come quello di chiunque altro e che bisognerà prendersi tutto il tempo necessario al pieno recupero. Vite o non vite. Se ci sarà da procedere a un nuovo intervento per sistemare l’anomalia saranno i medici a valutarlo, ma non è una scelta da fare nell’immediato e non è il motivo per cui Marc Marquez ha rinunciato anche a essere in pista per l’ultimo round a Valencia e per i test dei giorni successivi.
E’ chiaro che per Ducati, come ha ammesso anche Gigi Dall’Igna, significherà dover rivedere un po’i propri piani, ma nessuno in questo momento si sognerebbe di andare a forzare i tempi per mettere Marquez sulla Desmosedici senza avere l’assoluta certezza che il suo braccio – già massacrato – sia pienamente ristabilito. Anche perché in Ducati c’è comunque Pecco Bagnaia che di sicuro non è l’ultimo arrivato e che, anzi, ha “l’occasione” per riprendere in mano la squadra e tornare a essere riferimento, e c’è un test team già rodatissimo con Michele Pirro a cui si aggiunge, adesso, anche la freschezza di un Nicolò Bulega che vivrà tutto il 2026 da “padre della nuova Desmosedici” che nascerà per il 2027, quando entreranno in vigore le nuove regole della MotoGP e si correrà con pneumatici Pirelli invece di Michelin.