In Portogallo piove, il giovedì dedicato alla stampa si porta addosso un po’ di malinconia. Il mondiale che è finito troppo presto e oggi viaggia senza i suoi due campioni: Jorge Martín, che dovremmo rivedere a Valencia, e Marc Marquez, il quale invece ha già dichiarato di doversi prendere il suo tempo per recuperare dall’infortunio subito in Indonesia. Ad accendere la sala stampa c’è Nicolò Bulega, atterrato per gli ultimi due round del campionato per sostituire Marc e prendere confidenza con la MotoGP, di cui sarà collaudatore anche relativamente all’ingresso di Pirelli nel campionato. Bulega sa, forse anche troppo bene, quanto la MotoGP sia complessa, è difficile ricordare una wildcard dalla Superbike con aspettative così basse: non le avevano Iannone, Petrucci e nemmeno Bautista. Ecco perché, forse, c’è qualche probabilità che riesca a stupire. Lui ha parlato con grande tranquillità ai microfoni Dorna, lasciando intendere di avere quantomeno una preparazione migliore rispetto ai piloti che arrivano dalla Moto2, un po’ perché il discorso fila e un po’ perché in questa vita mai dire mai. “Penso che la Superbike sia una preparazione migliore, perché da noi hai più elettronica e cominci a studiare un po’ come fosse la MotoGP e anche la potenza della moto è molto più simile. Provi a imparare a guidare la moto con quasi la stessa potenza e quando freni la sensazione è simile. Ecco perché penso che sia una scuola migliore”. È senz’altro vero. A cambiare sono soprattutto la rigidezza della moto, l’elettronica e l’impiego di dischi in carbonio solo sulla MotoGP, per quanto negli ultimi mesi era sembrato possibile vederli anche in Superbike.
Oggi l’unica vera sfida rimasta in classifica è quella per il terzo posto: Marc Marquez campione, Alex secondo, Fermín Aldeguer Rookie of the Year, Gresini che vince il campionato dei team indipendenti e quello del pilota indipendente. Il più in palla sembra Marco Bezzecchi: “Bellissimo poter lottare per il terzo posto quando mancano due GP alla fine, chiaramente adesso siamo nella posizione di lottare e ci piacerebbe farcela. Chiaramente Pecco e Pedro vanno molto forte, però lo siamo anche noi e ci proveremo”.
Bagnaia, ancora piuttosto indecifrabile, è stato di poche parole, abbastanza però da spiegare che - come se ci fossero dei dubbi in merito - non ha mollato: “L’obiettivo è quello, proveremo a concentrarci su quello. Bez sta facendo una grande progressione e anche Pedro, sarà importante iniziare il weekend con dei bei risultati”. Chi potrebbe salire sul podio della domenica sera a Valencia poi è anche Pedro Acosta, anche se a onor del vero gli servirebbe un finale di stagione rocambolesco: “Non ci sto pensando molto, sono ancora molto lontano”, ha dichiarato a Dorna. “Ho ancora, credo, 31 punti da recuperare. Non ci penso, vediamo dove saremo dopo il Portogallo. Credo di aver fatto una stagione migliore rispetto al 2024, vediamo”. Verosimilmente Pedro scambierebbe volentieri il terzo posto in classifica con la prima vittoria in carriera, che a giudicare dalle ultime gare rimane ampiamente alla sua portata.
C’è, a onor del vero, anche da decidere il BMW M Award, anche questa una sfida in casa tra i fratelli Marquez.
A ben vedere alla lista dei vincitori ci si può aggiungere anche Honda, che contro ogni aspettativa ha ampiamente battuto Yamaha nella sua rincorsa alla classifica, al punto che oggi è a 19 punti dal perdere le concessioni. “È l’obiettivo della stagione, vediamo”, ha spiegato Luca Marini. “Penso che comunque la cosa non cambierebbe tanto la nostra situazione, vediamo. L’unica limitazione sarà quella di non poter effettuare test con i piloti ufficiali, ma non sono preoccupato: abbiamo Taka e Aleix che lavorano alla grande”.
Obrigado, Miguel
Se il paddock guarda a Nicolò Bulega che arriva, al contempo saluta Miguel Oliveira che se ne va. Il dentista più veloce del mondo sta per correre l’ultimo GP di casa con la MotoGP, per lo meno da pilota titolare. Gli organizzatori hanno fatto trovare in circuito un angolino con le foto che raccontano la sua carriera, lui che per un buon periodo della sua carriera è stato il secondo sportivo più amato dalla sua nazione dopo Cristiano Ronaldo. La raccolta di foto, che Miguel riprende col cellulare come se quello stampato lì non fosse lui, parte da un’immagine in cui è con il padre, Paulo, che lo segue da anni nel paddock: “Mio padre è la ragione per cui ho cominciato, ho avuto la mia prima moto come regalo di natale nel 2003, 2004. Me la regalò mio padre a Natale, un natale che mi cambiò la vita”. Poi la prima vittoria nel mondiale, al Mugello 2015. “In quell’anno arrivai secondo nel mondiale, dietro a Danny Kent. Mi mancava qualche punto, un po’ come nel 2018 (contro Bagnaia, ndr). “In quell’anno sapevo che sarei passato alla MotoGP, quindi fu bellissimo. Arrivare due volte secondo mi ha sempre lasciato con un po’ di amaro in bocca, ci ho riflettuto tanto e credo di dover essere comunque fiero di me per aver dato tutto, che è quello a cui dobbiamo puntare”.
Poi c’è una foto del GP d’Austria, nel 2020: “Il modo in cui ci sono riuscito, con un doppio sorpasso all’ultima curva in casa di KTM e Red Bull… è stato magico. E vincere in Portogallo, unico ad esserci riuscito… tutto è stato speciale, uno dei momenti più belli. La vittoria in Thailandia poi è stata inaspettata, sapevo che avrei lasciato la squadra a fine anno e fu meraviglioso”.
A chiudere, una foto di famiglia con la moglie e le due bambine e una con Team Pramac, scattata un paio di gare fa: “Posso solo essere orgoglioso di quello che ho fatto. Sicuramente avrei voluto avere più successo, allo stesso tempo però so di aver dato sempre tutto, in ogni situazione. E vorrei che i fan mi ricordassero così, come uno che ha dato tutto con il massimo della gioia possibile”.
Assieme alla pioggia che resisterà anche nel venerdì delle pre qualifiche c’è un po’ di tristezza nell’aria. Ma il rituale è sempre lo stesso e quasi sempre funziona: le corse sono fatte per portarla via, la tristezza.