Il team RNF si è ormai ben ambientato con Aprilia (già con buoni risultati) e, sogni e suggestioni a parte, non c’è alcun accordo in vista con il team VR46, che i risultati stanno sempre più convincendo a rimanere con Ducati. Questo significa che Yamaha non avrà più (almeno nel prossimo futuro) una squadra satellite.
Un cambiamento (o un segnale) quasi epocale, che si aggiunge alla notizia della separazione Toprak Razgatlioglu in Superbike, considerando che la Yamaha ha sempre avuto almeno un team clienti nell'era della MotoGP a quattro tempi (dal 2002): fino alla fine del 2018 c’era il team Tech3 di Hervé Poncharal, e nel 2019, dopo il passaggio del francese alla KTM, Razlan Razali con Petronas ha “ereditato” il posto dei francesi. Poi però Petronas ha abbandonato e il team di Razali si è accordato con Aprilia.
Yamaha sperava (e in prospettiva spera ancora, probabilmente) di raggiungere un accordo con il suo global ambassador Valentino Rossi, che con la casa giapponese ha vinto il titolo nel 2004, nel 2005, nel 2008 e nel 2009 e nel cui ranch la Yamaha è di casa, ma le cose stanno andando diversamente: il Dottore (con il team VR46) ha firmato un contratto con Ducati fino alla fine del 2024 e al momento non ci sono indicazioni credibili che possa “migrare” verso il blu dalla stagione successiva.
Nonostante gli auspici del manager di Yamaha Motor Racing Lin Jarvis, rimangono e potrebbero rimanere solo due Yamaha a fronte di otto Ducati. Del resto, al di là dei legami umani e collaterali, è una questione di competitività: Valentino vuole vincere o comunque ben figurare, e con la casa di Borgo Panigale il suo team lo sta facendo, con Marco Bezzecchi che dopo la seconda vittoria stagionale (e in carriera) si trova a un solo punto in classifica dal leader e campione del mondo Pecco Bagnaia (anche lui su Ducati, neanche a dirlo). E lo stesso Jarvis si è dovuto arrendere: “Il prossimo anno non è il momento giusto per equipaggiare un altro team satellite”, ha detto ha Speedweek.