Anche a Le Mans il copione è stato lo stesso: gli altri a godersela di brutto e Fabio Quartararo che è rimasto a guardare. Che non ne può più glielo vedi dagli occhi, ogni volta che poi, puntualmente, si presenta in sala stampa e si ritrova a commentare non tanto quello che lui non ha potuto fare, ma tutto quello che hanno fatto gli altri. Perché, quasi sempre, lo ha visto da dietro e senza poter partecipare. E la metafora irriverente c’è venuta in mente esattamente così: Fabio Quartararo sembra uno che è dovuto andare alla sagra delle belle donne accompagnato dalla moglie gelosa. Può guardare, ma anche solo per aver guardato finisce per sentirsi in colpa. La moglie gelosa, nello specifico, è la Yamaha M1: una moto che non gli permette niente. E che meno che mai gli permette di esprimere il talento che ha, il manico che ha, costringendolo a soffocare la smania di essere della partita dentro a dichiarazioni che, vuoi o non vuoi, devono rimanere nei contorni di uno strapagato rapporto di lavoro.
Gli altri partono davanti e fanno di tutto, compreso darsi sportellate e mettere le moto di traverso ormai a ogni curva, spartendosi pure quei punti che lui, Fabio Quartararo da Nizza, potrebbe prendersi senza troppi problemi se solo riuscisse a strappare un tempo decente in qualifica. Però, ormai, alla moglie che ha si è affezionato, e non è neanche il momento giusto per mettersi a puntare le mogli degli altri, visto che il paradosso della nuova MotoGP è che ci sono più piloti che selle che scottano. E a lui, a Fabio Quartararo da Nizza, non rimane che commentare con gli occhi di chi vorrebbe ma non può. Lo fa ormai ogni fine settimana, sin da quando è arrivato persino a dire che gli piacerebbe da matti avere una moto che gli permettesse di fare quello che fa Brad Binder. Lo ha ripetuto poco dopo, arrivando a dire che è frustrante, ormai, ritrovarsi sui rettilinei e vedersi sverniciati da chiunque. E nel GP di casa, a Le Mans, ha provato a esagerare, finendo a terra nella Sprint e chiudendo con un dignitosissimo piazzamento la gara della domenica. Un piazzamento che, però, non basta a superare la frustrazione. Nell’ambiente sono in tanti a sostenere che lui, Fabio Quartararo da Nizza, insieme al suo manager sta provando a cercare una strada che porti alla risoluzione del contratto con Yamaha. Ma la verità è che quella strada, almeno a oggi, non c’è e l’unica mossa concreta da fare è provare a far suonare la sveglia dentro casa.
Con una frustrazione in più, perché adesso che Honda ha ritrovato Marc Marquez e un nuovo telaio prodotto in fretta e furia da Kalex, non c’è più nemmeno la consolazione del “mal comune mezzo gaudio”. “Con la squadra – ha raccontato il francese – abbiamo deciso di azzerare tutto e ripartire dalla moto del 2021. Sì, la mia Yamaha è, almeno nella base, quella del 2021. Al momento siamo molto lontani dal poter lottare con i primi e in questa situazione non penso di certo al titolo di campione del mondo”. Un obiettivo che per Fabio Quartararo, vista l’antifona, non è minimamente alla portata, con il francese che, però, continua in qualche modo a dimostrare a Yamaha di essere pronto ad assolverla in qualsiasi momento. A patto di vedere una reale volontà di invertire la rotta, proprio come ha fatto Honda chiedendo a Kalex di produrre rapidamente un telaio nuovo che rispondesse alle richieste e alle caratteristiche di guida del suo pilota di punta.
Anche a Le Mans, infatti, Fabio Quartararo avrebbe potuto sbroccare e, invece, ha scelto di buttare la colpa dell’ennesimo fine settimana di delusione su un fattore terzo: uno strano dolore al braccio. “Domenica mattina – ha raccontato – mi sono svegliato con un problema muscolare al braccio e mi sono sottoposto a un massaggio che probabilmente è stato un po’ troppo aggressivo. E’ stata una gara molto dura per me perché fin da metà giri ho iniziato a avvertire dolore forte e la rimonta che sono riuscito a fare è stata dovuta anche al fatto che molti piloti mi sono caduti davanti. Molto probabilmente, anche senza il problema al braccio, non avrei però potuto lottare per il podio, ma forse una top five sarebbe stata possibile perché il ritmo era buono. Mi dispiace che sia andata così, perché questo era il mio gran premio di casa, ma l’unica cosa da fare in questa situazione è non demoralizzarsi e lavorare sodo”.