La faccia è quella solita: lineamenti tirati e espressione da uno che non ne può più. E questa volta anche le parole di Alberto Puig hanno tradito una certa delusione: “Eravamo convinti che Marc ce l’avrebbe fatta”. Il manager di HRC lo ha detto senza mezzi termini ai microfoni dei giornalisti presenti a Jerez, in una sala stampa gremita, con l’ex pilota spagnolo che, inevitabilmente, s’è tirato dietro non poche critiche.
Un personaggio controverso, Puig, che parla poco e che, quelle poche volte che lo fa, finisce sempre per far arrabbiare qualcuno. Questa volta, però, potrebbe essere stato frainteso. Perché non è deluso da Marc Marquez e dal fatto che abbia scelto, su consiglio di ben tre equipe mediche, di non correre, ma è deluso da tutta la situazione. “Noi eravamo tutti convinti che ce l’avrebbe fatta – ha infatti precisato Puig – Non è stato lasciato nulla di intentato, ma quando così tanti medici ti dicono di evitare è bene evitare. E’ andata così, speriamo di rivedere Marc in pista prima possibile”.
Non una accusa, quindi, ma una presa d’atto della situazione, con Puig che ha anche aggiunto: “Quando hai informazioni così chiare da persone che di ossa ne sanno tanto, è facile prendere una decisione. Sfortunatamente non è pronto. È stato tutto all'ultimo momento perché è successo martedì, ma è così, dobbiamo seguire le indicazioni dei medici. Purtroppo non va ancora bene. Tutti i medici, quelli che hanno eseguito l'operazione all'ospedale di Madrid, i medici della Mayo Clinic, quelli della Red Bull che supportano Marc, tutti hanno convenuto che l'osso si sta rinsaldando bene ma non è ancora pronto a sopportare le sollecitazioni di una MotoGP”.
Più che per la gara, Puig sembra preoccupato per i test previsti sempre a Jerez nei prossimi giorni, perché è chiaro che avere Marc in sella avrebbe significato indirizzare il lavoro dei tecnici verso le esigenze di quello che, comunque, resta il pilota di riferimento per Honda. “Certo che è un peccato che Marc Márquez non sia qui, soprattutto per lui –ha concluso Puig - perché correre in Spagna per un pilota spagnolo, a Jerez, è una sensazione molto speciale . Non è possibile e dobbiamo farcene una ragione. Cercheremo di fare il meglio che possiamo con quello che abbiamo. Abbiamo un piano e continueremo con esso. L'unica cosa che non era nei piani era l’assenza di Marc. Potremmo dover modificare un po' il nostro programma di lavoro, ma abbiamo una chiara direzione da seguire nel test e incroceremo e confronteremo i dati di tutti i nostri piloti per arrivare alla migliore sintesi possibile”.