Cambiare gli piaceva poco. Era istrionico, è vero, ma gli stravolgimenti non facevano per lui, un po’ perché era scaramantico e un po’ perché anche i simboli, a volte, diventano qualcosa a cui ancorarsi per trovare sicurezza. Viene da pensarlo guardando il casco che Marco Simoncelli non ha mai indossato. E’ quello che il SIC aveva “progettato” con Aldo Drudi per la stagione 2012, quella che non ha mai corso. Adesso quel casco è stato realizzato e Paolo Simoncelli, il babbo del SIC, lo ha mostrato (e donato) in occasione della presentazione della stagione 2023 della Squadra Corse SIC58, che sarà ancora nel mondiale di Moto3 con Riccardo Rossi e Kaito Toba.
Il bianco, il rosso, la tigre di sempre e l’immancabile 58, solo che proposti in maniera un po’ differente, con colori più perlati per accompagnare una stagione, quella del 2012, che probabilmente avrebbe aperto le porte di un qualche team ufficiale per Marco Simoncelli. C’è chi dice Honda e chi, invece, sostiene che ci fosse già un mezzo contatto per andare a sostituire Valentino Rossi in Ducati. Invece c’è stato quello che c’è stato, in quel maledetto giorno d’ottobre in Malesia. Inutile dire sempre le stesse cose, inutile sottolineare che a restare è il ricordo - meraviglioso, lucente, dolcissimo – di un ragazzo che sapeva andare forte davvero e sapeva essere personaggio, perché a restare, appunto, è anche una squadra nata con l’intento di far crescere talenti, di aiutare i giovani che vogliono provarci con le corse fino a mettere i piedi nel mondiale e, adesso, c’è anche un casco che rinnova un simbolo. Un simbolo che prima era di Marco e adesso è di tutti.
“Con Marco – ci ha raccontato Aldo Drudi nella breve chiacchierata fatta questa mattina al telefono – avevamo già discusso, nel 2011, del casco per la stagione successiva. C’era un progetto e c’era già anche un prototipo che custodiamo gelosamente e che, per una scelta etica e di amicizia, abbiamo deciso di non far uscire dalle stanze della Drudi Performance. Quel prototipo per noi è un tesoro emotivo, perché è l’ultima cosa che abbiamo fatto con Marco. Le grafiche e i colori di quel casco racing, però, sono state comunque messe adisposizione per le così dette calotte commerciali e quando ieri Paolo Simoncelli, durante la cerimonia di presentazione della squadra, ci ha chiamati sul palco per regalarci uno di quei caschi l’emozione è stata tantissima. Una bellissima sorpresa”.
Il simbolo di un andare avanti nonostante tutto, addirittura nonostante la morte, il segno di una capacità di generare futuro ma tenendo sempre la mano di chi c’era prima e continua a esserci. Tradizione, in qualche modo, come ci spiega lo stesso Drudi: “Non c’era qualcosa di vistosamente diverso in quel casco realizzato per il 2012, eppure era profondamente diverso. I colori, i simboli, l’immancabile felino restavano gli stessi di sempre, ma realizzati o concepiti in maniera differente. In qualche modo migliorati per proiettarsi ad una stagione nuova, con nuovi obiettivi e nuove storie da scrivere. Invece è andata come è andata, ma le corse sono anche questo”.