Apri Instagram e lo vedi lì, sopra a uno Zip Sp di quelli vecchi, elaborato alla morte, tutto in “carena”, in una gara del trofeo Malossi. Alessandro Del Bianco fermo non ci sa proprio stare. E infatti… “Mi sono rotto il piatto tibiale mentre mi allenavo. Stavo girando con una Ohvale in un kartodromo, mi si è chiuso l’anteriore e sono andato a sbattere contro le protezioni, con le gambe distese”. Brutto, cavolo. Quanto devi stare fermo adesso? “I libri di medicina dicono 3 mesi di riposo assoluto”. E il motociclismo? “Il 21 ho un test privato e non ho la minima intenzione di perdermelo”. Mi sembra giusto. “Senti oh, se nel 1969 sono andati sulla luna, se il Signore ha fatto il mondo in sette giorni, potrò io salire in moto il 21, no?”. Chiaro, chiaro. Senti, piatto tibiale a parte, ti abbiamo visto in sella a uno Zip tappatissimo per il trofeo Malossi. Com’è andata? “È stata una figata. Ma una figata a partire dall’ambiente, dal paddock. Sai lì è tutto molto familiare. Ci sono sei squadre. Loro ci provano a creare un po’ di clima di competizione ma la verità - ed è una cosa bella - è che sono tutti amici, c’è un’atmosfera fantastica. E poi nel piazzale dietro ai box la gente prova i motorini come niente fosse. Sembra di girare in un paddock anni ’90, con la gente che impenna, i due tempi. Figata”.
Ok. Di sto CIV Sbk invece, cosa mi dici? Sei andato forte nelle ultime gare. “Quest’anno è un campionato spaziale. Abbiamo la centralina unica, che ha poche regolazioni e questa cosa ha livellato molto le prestazioni e fatto emergere chi va più forte. Negli anni scorsi c’era gente con il turbo reattore, quest’anno non è così. Abbiamo pochi controlli e a me piace la moto che si muove tanto, che si impenna. Sono reduce da due secondi posti dietro a Pirro, a Misano. In Gara 1 ho pensato solo a finire la gara. Venivo da una operazione al braccio, non sapevo cosa aspettarmi per gli ultimi giri e alla fine ho fatto anche un piccolo errore, per cui Pirro poi mi è andato via”. Capirai, hai preso un secondo e due sul traguardo… “In Gara 2 ci ho provato fino all’ultimo, ma sono arrivato lo stesso dietro. Però dai, oh, quello è uno che prende su la moto una volta l’anno e fa decimo in MotoGP! Il livello del CIV di quest’anno fa paura. Conta che con il tempo che ho fatto nelle qualifiche, stamattina sarei stato terzo nel mondiale SBK e con i tempi delle FP2 avrei fatto decimo. E noi abbiamo la centralina unica, non abbiamo le loro gomme…”. A proposito di Superbike, come vedi Ducati, ad esempio? “Ducati la vedo bene. La V4, secondo me, è la moto più forte che c’è, sulla carta, in questo momento. Il problema è che dall’altra parte c’è un marziano”. Possiamo dire che Rea è il Valentino Rossi della Superbike? “Sì, direi che possiamo dirlo. Anche se, naturalmente, Rea è tuttora vincente”. Bautista come lo vedi? “Guarda, è brutto da dire, però Bautista venerdì ha girato più piano di noi al CIV, con la Honda ufficiale. Io so che potenziale ha. È un pilota estremamente forte, quindi mi aspettavo qualcosina in più, ecco tutto”. Può essere che le motivazioni comincino a scarseggiare? “Lui ormai è una vita che corre, è una vita che ha avuto le top moto, i top team, ha corso in MotoGP. Vai a capirlo cos’ha in testa. Cioè, questo qui è uno che ha dimostrato di poter vincere 11 gare di seguito. È uno forte vero. Onestamente faccio fatica a capire quale sia la ragione del suo rendimento negli ultimi mesi”.
Mi spieghi perché anche in SBK adesso tutti si aspettano per prendersi la scia, come in Moto3, come in MotoGP? Sembra una situazione completamente fuori controllo in qualsiasi campionato esistente al mondo. “È così, assolutamente. La differenza, secondo me, sta nel fatto che oggi, in tutte le categorie, le differenze sono estremamente limitate. I distacchi sono minimi. Quando Valentino e Stoner vincevano, il quinto magari prendeva 40 secondi e si beccava 1 secondo al giro. Adesso se prendi 1 secondo, sei ultimo. Quindi rubare un decimo, un decimo e mezzo, due, da un traino, ti può far saltare due file. Quindi è diventato di vitale importanza, lo devi fare per forza”. E questo livellamento da cosa dipende secondo te? “In questo momento c’è un sacco di gente che va forte. Ma intendo anche scendendo molto con le categorie. Tutti hanno capito che è importante allenarsi, curare l’alimentazione, la preparazione. Adesso un amatore è un pilota…”. Quindi non è una cosa che ha a che fare solo con le moto, dici? “Ma guarda che è così anche in altri sport. Ci sono dei ciclisti della domenica che non dico che potrebbero farlo di lavoro, ma pedalano forte. Noi al CIV a Misano facciamo 35 e mezzo, al mondiale fanno 34.5. Ci sono degli amatori che girano in 39, capito? Quindi un pilota è costretto ad avere un livello altissimo adesso”. C’entra la circolazione delle informazioni che è possibile grazie ai social? “Sì, sì, assolutamente. Adesso è tutto di dominio pubblico, tutti possono vedere tutti i tempi, i parziali, ogni cosa. Tutti possono lavorare sul dettaglio. Uno va a girare la domenica e non va più per divertirsi. Va, gomma nuova e cerca di fare il tempo, perché ha il trasponder sulla moto, perché la settimana prima c’è stata la Superbike e non ha visto solo la gara in televisione, l’ha seguita dalla FP1 e ha visto tutti i tempi, capito? Una volta la MotoGP la vedevi la domenica su Italia1 dopo il telegiornale. Era diverso”.
In Moto3 cosa bisognerebbe fare perché si diano una calmata? “Leggo dappertutto che bisognerebbe mettere la Superpole. Ma anche se metti la Superpole, guarda in gara cosa combinano. Lì ci fai ben poco. O metti una patente a punti, con delle penalità vere. Se uno fa lo stupido gli togli i punti e dopo un tot di punti lo squalifichi. Ma altrimenti sarà infinita sta roba”. Cosa hai pensato quando hai visto Quartararo domenica scorsa? “Nei suoi panni, nessuno si sarebbe fermato, nessuno al mondo. Quando sei lì dentro, non pensi ai pericoli per te, ai pericoli per gli altri, pensi soltanto a girare. D’altra parte la Direzione Gara avrebbe dovuto fermarlo. Era morto un ragazzino una settimana prima. Se ti butti per terra a 200 all’ora con la tuta aperta diventa difficile da raccontare…”. Valentino si dovrebbe ritirare? “Valentino prende nove decimi dal primo. È vero che fa diciannovesimo ma prende nove decimi dal più forte del mondo. Cinque anni fa con nove decimi eri terzo, quarto. Non è Valentino che va più piano, è il livello che si è alzato in maniera incredibile”. Perché Marquez sta facendo così fatica? “Marquez ha vissuto tutta la vita in uno stato di grazia. Si buttava sempre per terra come sta facendo adesso, però gli andava sempre bene. Se ti ricordi c’è stato un periodo in cui, ogni volta che si stendeva, c’era sempre uno della sua squadra pronto a raccoglierlo. Secondo me lui diceva: ‘Ok, provo a forzare lì, lì e lì’ e loro si mettevano ad aspettarlo. Non aveva paura di niente. Adesso è rientrato e il primo turno era terzo, subito, poi ha cominciato a sbatterla per terra ma, a giudicare da come stava quando si rialzava, non si rendeva bene conto del perché gli si chiudesse o del perché sbattesse contro i muri. Quindi non dico che gli è venuto il braccino, perché continua a cadere, ma si fa qualche problema più di prima. Ci pensa un po’ più anche lui, ecco”. E poi non sta progredendo. “Ogni volta che cadi devi ripartire da un filo più indietro. E se cadi tre volte a week-end…”. Ducati? Chi vedi meglio tra Miller e Bagnaia? “Vedo meglio Zarco, sinceramente. Secondo me lui è stato un po’ sottovalutato negli ultimi anni ma adesso che ha un po’ di esperienza sta andando veramente molto forte”. Chi vince il campionato della MotoGP? “Chi farà meno errori. Guarda Rins, è sempre davanti e poi va in terra tutte le domeniche. È un terno al lotto”. Quartararo sembra uno che, quest’anno, quando gli va male male male fa sesto. Potrebbe essere il suo anno. “Sì ma anche lui è sempre molto altalenante. Una volta c’ha il braccio, una volta la tuta. A Marquez quelle così lì non sono mai successe. Marquez è uno che se segue un pilota e questo gli fa cenno di passare, lui non lo passa. Vuol dire che lui è superiore a tutti. Vinales magari era anche un suo amico, lui c’ha litigato a vita magari per una qualifica al Mugello che non gli cambiava niente. Ma lui è fatto così, non gliene frega niente. Zero proprio”.