Chiusi in anticipo i cancelli di Portimao, per Aleix Espargarò si sono aperte le porte della Clinica Dexeus. E’ lì, infatti, che il pilota dell’Aprilia si è sottoposto agli accertamenti necessari dopo i guai a un braccio accusati durante i test in Portogallo e che non gli hanno permesso di portare avanti tutto il programma di lavoro pianificato. “Avevo dolore al braccio, qualcosa di molto simile al dolore della sindrome compartimentale, non riuscivo a fare forza” – ha spiegato Aleix, che già in passato aveva dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico proprio per ridurre gli effetti della sindrome compartimentale. Adesso per lui si sono aperte di nuovo le porte della sala operatoria, così da riuscire a essere in sella alla sua Aprilia per il primo GP di stagione.
“In linea di principio non è un dubbio per la gara – hanno fatto sapere dalla clinica attraverso un comunicato stampa diramato poche ore fa - L'intervento a cui si è sottoposto Aleix è meno invasivo di quello di una sindrome compartimentale. Anche non sarà al cento per cento, sarà molto vicino alla migliore condizione fisica a Portimao. Aveva una fibrosi a un muscolo del braccio destro, che ha prodotto un'infiammazione da sforzo, con pressione sul nervo mediano, che lo ha lasciato senza forza nella mano".
Si tratta di un intervento che ormai è praticamente di routine per i piloti, con Aleix Espargarò che, però, ha spiegato già nei giorni scorsi che adesso l’aerodinamica rischia di accentuare la patologia. “Io – ha detto – mi ero operato già due anni fa e è già ora, probabilmente, di farlo di nuovo. Già in Malesia mi ero accorto che qualcosa non andava ma temo che la chiusura sui muscoli si sia formata ancora perché non riesco a fare abbastanza forza”. Timori, questi, che poi si sono confermati dopo gli accertamenti alla Dexeus. “Non vorrei – ha poi aggiunto il pilota dell’Aprilia – che i miei problemi al braccio siano dovuti a ali, alette e appendici aerodinamiche varie. Con l’aerodinamica configurata full la deportanza è mostruosa e si fa una fatica pazzesca con le braccia”.
A pensarla così sono in parecchi nel paddock, tanto che c’è chi inizia a ipotizzare la necessità di porre un freno proprio allo sviluppo dell’aerodinamica, anche perché le moto cominciano a diventare pericolose, oltre che velocissime. Non c’è, infatti, solo il problema dei circuiti non più adatti a moto così potenti e non c’è solo il problema dello sforzo fisico richiesto ai piloti. C’è, infatti, anche una questione legata alla sicurezza in bagarre, perché le appendici aerodinamiche creano vortici che quando si è in mezzo al mucchio rendono inguidabili le moto, falsandone i comportamenti