Luca Marini doveva fare il giornalista. C’è una specie di tecnica, piuttosto comune per chi fa questo mestiere, che consiste nel farsi dire notizie da persone che magari sono particolarmente sensibili ai complimenti. In estrema sintesi: mentre ti lodo ti carpisco informazioni che altrimenti, se non fossi offuscato dalle lodi che ti stanno tessendo, non diresti. Un vecchio caporedattore, di quelli con lo smanicato e la sigaretta sempre in bocca, la chiamava la tecnica della comare di paese. Quanto sei bravo, quanto sei bello e, intanto, mi dici quello che mi serve sapere.
Ieri il giornalista, o la comare di paese, ha provato a farli Luca Marini, subito dopo la bandiera a scacchi del GP delle Americhe, quando s’è ritrovato nell’ormai notissima stanza del confronto pre podio insieme a Alex Rins e Fabio Quartararo. Una breve chiacchierata tra i tre, mischiando Italiano, Inglese e Spagnolo, su com’era andata la gara. Con Luca Marini che, però, ha puntato dritto su Alex Rins. Prima congratulandosi con lui per quanto fosse andato forte e, poi, provando a farsi dire perché a Austin lui e la sua Honda siano riusciti a andare, appunto, così forte.
“Ma pelavi il gas?”, “Ma lì come facevi?” Robe così, con lo spagnolo del Team LCR che una volta ha risposto, due pure e, alla terza, ha messo fine al simpatico interrogatorio con un “Sei peggio di tuo fratello!”. Provare a carpire segreti, quindi, come qualcosa che accomuna Luca Marini, che a Austin ha ottenuto il suo primo podio in MotoGP, al leggendario fratello. Con il Dottore che, alla fine, s’è ritrovato simpaticamente tirato in ballo anche senza entrarci nulla e pur stando a qualche migliaio di chilometri di distanza. Evidentemente lo spagnolo della Honda, però, sapeva come parare la motoristica inquisizione, avendo spartito la pista e il podio per diversi anni con Rossi e avendolo battuto proprio a Austin non più di quattro stagioni fa. A Marini, dunque, è toccato accontentarsi delle poche informazioni carpite, con Rins che ha tagliato corto prima di farsi fregare. Anche perché se Alex Rins cercava di restare sul vago, Fabio Quartararo sembrava già sapere tutto, tanto da spiegare lui stesso a Marini quali erano i punti in cui Rins faceva la differenza e pure il perché.
Scene, al di là delle battute che fanno sorridere, che però raccontano una MotoGP che è davvero cambiata e in cui i piloti, rimessi gli stivali a terra, riescono addirittura a confrontarsi. Un tempo la stanza del pre-podio si sarebbe trasformata in un ring nel giro di pochi secondi e a pensarci bene, probabilmente, la MotoGP di oggi è almeno in questo migliore. Perché rende più onore allo sport. Con ragazzi che alla fine vogliono battersi, se le danno in pista e provano pure a “fregarsi” a vicenda arrivando a ricorrere alla buona e vecchia tecnica della comare di paese, ma che comunque esprimono una genuinità che è certamente più sana rispetto a quella, a volte un po’ troppo avvelenata, dei tempi che spesso ci troviamo a rimpiangere. Insomma, un Biaggi, Rossi e Capirossi a ridacchiarsela dopo essersi spartiti il podio, diciamocelo chiaramente, non riusciamo proprio a immaginarli.