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All'anno che sarà

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

27 febbraio 2023

All'anno che sarà
Il tempo dell'attesa è finito: domenica in Bahrain scenderà in pista la Formula 1 in quella che si preannuncia essere una grande stagione per la classe regina del motorsport tra titoli da difendere, conquistare e riportare a casa

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Che ogni pilota ha il suo, di obiettivo. E quando cammina all'inizio di una nuova stagione per la prima volta dentro al paddock di Formula 1 il suo obiettivo è sempre sproporzionato rispetto alla realtà. Troppo piccolo, per chi non si vuole fare illusioni davanti alla situazione di una scuderia in difficoltà. Troppo grande, per chi invece punta sempre a prendersi tutto, a non lasciare nulla agli altri.

Assomiglia a quello che avevano da bambini, il sogno dei nuovi inizi. Che arriva dopo la pausa invernale, seguito da presentazioni di nuove monoposto perfette, pronte a competere, e che non si presenta nei weekend di gara con il peso di punti da recuperare, problemi di affidabilità dietro l'angolo, rabbia accumulata o tristezza nascosta. 

Li guardi, i piloti di inizio campionato, e non assomigliano ai loro stessi di pochi mesi prima. Costretti a crescere ad una rapidità che non immaginiamo, a correggere i difetti che caratterialmente si portano dietro da sempre, a smussare gli angoli dei loro modi di fare per non fare, dire o essere troppo. Però loro sono, per natura, troppo. Non farebbero i piloti di Formula 1 se non fossero così. E nella quantità di speranza, di passione e di dedizione che infilano dentro a questo sport, ogni anno sempre di più, c'è il segreto del loro successo. 

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Che sia tornare in pista a 41 anni con la fame di un rookie, come nel caso di Fernando Alonso. Che sia nella consapevolezza del passo di Max Verstappen, due volte campione del mondo pronto a lottare per il terzo titolo con le scarpette d'oro dei vincenti ai piedi. Che sia nella schiena dritta di Lewis Hamilton, il più vincente di tutti i tempi, che sulle schiena porta il peso di Abu Dhabi 2021, delle difficoltà della scorsa stagione e dell'incertezza di un 2023 che sembra in salita. O che sia sulla tuta rossa di Charles Leclerc, suo più grande orgoglio e fatica, che cercherà con tutto sé stesso di riportare il titolo a Maranello.

Ognuno ha il suo peso da portare, tra le vie del paddock del Bahrain. Ma il peso di uno zaino che da un anno con l'altro si è svuotato, e si è riempito di una voglia nuova. Quella che muove loro e tutti noi. Chi in Formula 1 lavora, chi vorrebbe un giorno farlo, chi gira il mondo per seguire il paddock e chi invece rimane a casa. Chi la ama fino all'ossessione, fin da piccolo, e l'ha vista correre in giro per il mondo. Chi si siede la domenica sul divano e la guarda con la ritualità delle cose che non possono mancare.

Per tutti, ognuno a modo suo, questo è un momento magico. È il momento dove nessuno sa fino in fondo dove sarà, e dove saranno gli altri, alla fine di questo 2023. Dove gli sguardi sono pieni, fatti della stessa luce. E dove tutto può ancora accadere. Buon inizio.

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