Il sequel di Fernando è stato annunciato prima del suo esordio perché, a uno come Alonso, l’approvazione del pubblico non è mai servita. La seconda stagione si farà - indipendentemente da quelli che saranno i risultati della prima - perché quel Fernando di cui la docuserie porta il nome ha già scritto il sequel della propria carriera. Ha firmato per tornare a casa, in Formula 1 con la Renault, e il suo 2021 sarà (comunque vada) un anno da raccontare. Così come i suoi anni fuori dalla F1, quelli dopo l’addio del 2018, raccontati nelle cinque puntata della serie.
Noi di MOW abbiamo avuto l’occasione di guardare la serie in anteprima e di parlarne proprio con il suo protagonista, attore magistrale di una vita alla continua ricerca dell’adrenalina.
Trovare 5 buone ragioni per guardarla non è stato difficile perché ce le ha suggerite proprio Fernando Alonso. Eccole qui
La persona oltre il pilota
Ci sarà un motivo per cui questa serie di chiama Fernando e non Alonso. Il numero 14 più famoso del motorsport, il pilota più intrattabile del paddock, il campionissimo mai totalmente realizzato: quello si chiama Alonso.Fernando è il ragazzo che la mattina corre in bicicletta e beve un caffè con la sua fidanzata nella loro casa a Lugano.
Fernando e Alonso, se uniti, fanno l’uomo che - parole sue - nella vita vuole solo vincere. Scissi sono un’incredibile scoperta.
Non prova ad essere simpatico
Non c’è niente di più fastidioso di un antipatico che ce la mette tutta per essere simpatico. Stride, come le unghie sulla lavagna. E se nei paddock, nelle poche interviste rilasciate ai giornalisti e nei gesti fuori dalla pista, il carattere di un pilota può essere mascherato; in una lunga serie sulla propria vita è pressoché impossibile. Alonso non è il ritratto della simpatia, certamente non è Ricciardo, ma non prova ad essere chi non è.
È scontroso, sicuro di sé, sanguigno. Esattamente quello che abbiamo imparato a conoscere in Formula 1, e questo suo carattere spigoloso - come il vero protagonista di un film autobiografico - lo rende ancora più irresistibile.
Che cos’è la Dakar
La Dakar nel motorsport è il massimo. Sudore, sabbia, incidenti, sangue, problemi su problemi. Negli ultimi anni gli ascolti sono in calo, la guardando solo i veri appassionati, ma l’approdo di Fernando Alonso ha risollevato il gradimento del pubblico. Così come Le Mans, la 500 miglia di Indianapolis e tutta la Nascar. Nando porta sponsor, pubblicità e notorietà.
Ai puristi non piace, ma la verità è che in Fernando la Dakar è rappresentata benissimo e vederla così fa venire voglia di guardarla ancora, di più, sempre. E poi guardare un pilota da pista che si sporca le mani, con le fascette in bocca per riparare un guasto, nelle difficoltà del fare qualcosa per la prima volta, è veramente bellissimo. Così come la complicità con un mostro sacro come Carlos Sainz (padre), che emoziona sempre un po’.
Il bisogno di vincere
In Formula 1 ci torna per vincere, lo ha detto chiaramente durante la conferenza del lancio di Fernando. Così come vuole vincere la tripla corona (gli manca solo la Indy) e così come vorrebbe fare per sempre. La fame, il bisogno naturale di dare sempre e solo il massimo, è il vero motore del successo. E Alonso, in età pensionabile e con grandi successi portati a casa, quella fame ce l’ha ancora. Dà la carica a chi lo guarda, liberatorio e convincente insieme, meglio di qualsiasi libro motivazionale.
Sempre e solo futuro
“Che noia il passato”. A Fernando sembrano non importante poi tanto i successi del passato, lontano o recente che sia. Quando ha iniziato a sperimentare in categorie extra-Formula 1 sembrava fosse un modo per sopperire la mancanza di risultati nella classe regina. Ma la verità è che Alonso in Formula 1 ci torna per vincere: "punto al titolo nel 2022".
E poi riproverà a vincere la Indy, magari tornerà a fare la Dakar e chissà... potrebbe pensare anche al WRC. La compagna Linda Morselli nella serie commenta il suo carattere di Alonso con una frase rivelatrice: "Fernando non si è mai rilassato, ha sempre impostato la sua vita sul suo lavoro e non conosce quello che c'è fuori. Quando smetterà sarà un po' come uscire dalla sua confort zone". Proprio questo suo attaccamento al mondo delle corse, a quello che conosce e in cui ha sempre ottenuto successo, lo spinge a guardare avanti. Sempre.
+ 1
Il +1 lo aggiungo io. La felicità di Alonso quando parla della sua passione. Si accende come un ragazzino che sogna di correre in Formula 1. In conferenza stampa faceva quasi tenerezza vederlo parlare di un futuro ancora aperto, tutto da scoprire. Ma occhio a farsi ingannare dal suo sorriso: questo qui appena metterà piede in pista tornerà il solito insopportabile, ingestibile, intrattabile Nando. E non vediamo l’ora!