A quasi due mesi dal ricovero all’ospedale Careggi di Firenze per le fratture a clavicola, bacino e polso rimediate dopo un brutto incidente al crossodromo di Terranova Bracciolini, Andrea Dovizioso è pronto per tornare in sella: “Mi manca poco” – confessa Andrea nel paddock del Mugello al microfono Sky di Giovanni Zamagni, prima di aggiungere: “Stare qua in questo posto e vedere le gare ti dà ancora più voglia di tornare in moto". Stessa cosa deve aver pensato Danilo Petrucci, che con Andrea ha condiviso sui social le difficoltà e le conseguenze talvolta grottesche di un infortunio altrettanto grave. Dovi e Petrux – compagni di squadra in Ducati ufficiale – si sono fatti male a due giorni di distanza, sempre per un allenamento in motocross, disciplina che li ha riavvicinati dopo qualche scoria nata proprio nel periodo in rosso (Danilo lo ha ammesso recentemente in un’intervista a La Gazzetta dello Sport).
Ad incrinare leggermente e temporaneamente un’amicizia di lunga data fu proprio il Mugello 2019, con Danilo che sorpassò Marquez e Dovizioso all’ultimo giro complicando la corsa al titolo di Andrea. L’atmosfera in Ducati si scaldò, ma non ai livelli di oggi, con Martín, Marquez e Bastianini contemporaneamente rivali per il titolo e per la sella rossa nel 2025. Le dinamiche interne a Borgo Panigale Dovi le conosce molto bene e, imbeccato in merito dallo studio di Sky, lascia intendere quanto sia agonisticamente complicata la condizione attuale di Jorge, Enea e Marc: “Sto seguendo il mercato, non so i dettagli, mi sono arrivate certe voci non simpatiche, però bisognerebbe essere dentro queste cose per poter giudicare. C’è sempre molto fermento quando c’è mercato Ducati, la gestione non è mai rilassante, ma sanno loro come la stanno gestendo e faranno la scelta migliore”.
Andrea, con la solita lucidità, produce poi analisi a dir poco intrigante sui risultati di Marc Marquez dopo sette gare in sella alla Desmosedici GP23 del Team Gresini: “Su Marc secondo me la gente non sta dando sufficiente importanza allo sforzo che deve fare per cambiare guida dopo così tanti anni con la Honda. È una cosa iper complicata e lui sta un po’ mascherando questo cambiamento, nel senso che è uno dei più bravi se non il più bravo ad adattarsi così velocemente ad un cambio così importante. Tutti si aspettavano che arrivasse in Ducati e dominasse. Ma non è così, perché il livello è alto e con la Ducati devi cambiare tanto il tuo modo di approcciare la frenata. Infatti secondo me, nonostante faccia dei secondi posti, non ha ancora la frenata in mano come ce l’ha Pecco. Quindi secondo me sta facendo un capolavoro. Poi non posso sapere quale sia la differenza tra la GP23 e la GP24. Lui dice che è poca, ma quando sei lì a giocartela sul millesimo per otto giri consecutivi il poco a volte può fare tanto”.
Dovi successivamente parla di Pecco Bagnaia e Pedro Acosta, andando ancora una volta al di là di qualsiasi discorso banale: “Bagnaia? È quello che ha più situazioni sotto controllo. Barcellona è stata la dimostrazione, perché Martín aveva la possibilità di vincere la gara secondo me. Poi a mio parere è andato troppo forte a metà gara, ha consumato troppo la gomma, Pecco non si è fatto ingolosire, non lo ha seguito, lo ha ripreso e ha vinto. Ma non era più veloce, aveva semplicemente la situazione più sotto controllo, questa cosa nella gestione di un campionato fa la differenza. Acosta? Impressionante, potrebbe essere quasi più forte di Marquez come esordio e come modo di approcciare tutto. Vederlo staccare è pazzesco, l’ho visto dal vivo come piace fare a me e, a parte la staccata che è un qualcosa di speciale, anche la posizione in sella è notevole. Paragone esagerato con l’esordio di Marc? Ci sono momenti e momenti è vero, raramente si possono fare paragoni di risultati. Ma nella MotoGP di oggi quello che sta facendo Acosta, che con una moto competitiva arriva davanti a piloti più esperti, non è poco”.
Infine quello che vorrebbero sapere tutti: esiste ancora possibilità di vedere Andrea Dovizioso in sella ad una MotoGP? Il cambio di regolamento del 2027 potrebbe indurre diverse Case ad usufruire dell’esperienza del forlivese che, in merito, non ha negato recenti contatti coi costruttori della top class. Una mancata smentita che profuma quasi di conferma: “C’è sempre interesse, come c’è stato quando ho deciso di ritirarmi, anche se lì non era il momento per me di fare il tester perché dovevo staccare in quel momento. Quindi ho sempre tenuto la porta aperta…comincio ad avere una certa età ma non mi sono ritirato molto tempo fa. Mai dire mai, come sapete io le cose cerco di farle bene, bisogna valutare tutto con calma. Non è il momento di parlare di queste cose sennò vi avrei detto qualcosa in più”. Mentre parla, però, il Dovi sorride. Ndr.