Pecco Bagnaia al Mugello ha semplicemente fatto ciò che ha voluto. Marc Marquez, Jorge Martín, Enea Bastianini? Nessuno sembrava in grado di spostare i programmi di Pecco Bagnaia questo weekend. Ha dominato la Sprint Race; nel momento in cui l'otto volte campione del mondo gli ha scucito mezzo secondo e sembrava dovesse rampargli sul posteriore, Pecco è tornato sui suoi migliori tempi. A ben guardare si capiva proprio da quel frangente della Sprint che il numero 1 avesse tutto sotto controllo, che disponesse di un margine di manovra impensabile per gli avversari. Bagnaia era davvero in palla sin dal giovedì di questo Gran Premio d'Italia, lo si evinceva anche dalle dichiarazioni sempre decise, convinte, stracolme di prese di posizione. Pecco prima di arrivare tra le colline toscane sapeva benissimo ciò che voleva: vincere. Sapeva ancora meglio ciò che non voleva: fare brutta figura davanti alla sua gente. Sette giorni fa, a Barcellona, aveva categoricamente scartato questa ipotesi.
Un fine settimana in cui Bagnaia sembrava essere destinato solo ed esclusivamente alla vittoria, un successo che nessuna contingenza esterna sarebbe stata in grado di strappargli. La penalità di tre posizioni sula griglia di partenza della Gara ricevuta venerdì per l'impeding su Alex Marquez? Nemmeno lontanamente. Il numero 1 aveva detto che - dalla quinta casella - gli sarebbe bastata una partenza simile a quella della Sprint Race (lì partiva secondo) per conquistare la testa della corsa e non mollarla più. Valentino Rossi nella domenica mattina rumorosa del Mugello gliel'ha ricordato, alle 14 Pecco ha realizzato il progetto come se fosse una scampagnata nel bosco: scatto ottimo, dribbling tra i suoi compagni di marca all'ingresso della San Donato, tiro all'incrocio dei pali alla Luco, dove Bagnaia ha bucato Jorge Martín per vedere nitidamente strada libera e colline piene di gente di fronte a sè. Poi ventitré passaggi senza salire quasi mai sopra l'1'46"e mezzo; "quasi " perché a tre giri dal termine Bagnaia ha registrato un 1'46"919 grazie al quale Jorge Martín si è fatto improvvisamente insidioso. Niente da fare: Pecco ha letto sulla tabella il pericolo e ha subito abbassato di sei decimi, assicurandosi il trionfo, un'altra felice doccia di Prosecco, l'ennesima Mameli cantata a squarciagola insieme al Mugello, dove ha vinto per il terzo anno consecutivo.
Per Bastianini, Martín e Marquez, Pecco sembrava essere lì, sempre alla portata. Invece era solo un'illusione; nella domenica della Festa della Repubblica, con una Ducati eccezionalmente azzurra per entrare in clima europei - al Mugello - Bagnaia non poteva perdere. Dovremmo aver imparato, ormai, che questi appuntamenti con la storia Pecco non se li lascia scappare. "Vincere così davanti alla gente dà un valore aggiunto, correre con questa livrea mi è piaciuto particolarmente e ha portato fortuna" - commenta Bagnaia nell'incontro coi giornalisti italiani a margine della conferenza stampa. Poi gli fanno notare che con un'altra vittoria raggiungerebbe quelle di Casey Stoner in Ducati: "Potrei superarlo sì, ma ancora non lo è, quindi non appariamo". Ecco, questo è Pecco. In ventiquattr'ore ha scucito 21 punti a Jorge Martín. Ha mantenuto una promessa con l'Italia. Ha reso un'altra volta il Mugello più magico, più rosso. Pecco Bagnaia non appare, ma fa, vince, espande il suo impero. E lascia parlare gli altri.