Jorge Martín scuote la testa, scrolla le spalle: “Ho fatto un errore da rookie, sono sicuro che non succederà più”. Il sorpasso di Enea Bastianini alla Bucine, l’ultima curva nell’ultimo giro, forse fa anche più male di una caduta, perché oltre ai punti in classifica va a mordere l’orgoglio. Per la leggerezza di aver tenuto la linea più larga di mezzo metro, ma anche perché in questi giorni i risultati in pista si riflettono sulle decisioni dei dirigenti a Bologna.
Jorge è veloce e concreto, ma dopo il rifiuto secco di Marc Marquez nei confronti della Pramac ha perso serenità: “È più difficile pensare alla pista con tutto questo chiacchiericcio”, ha detto venerdì, quando sembrava quasi volesse convincere Ducati a chiudere. Invece la caduta nella Sprint ha lasciato intravedere un Martín meno sicuro di sé, meno granitico e concreto. Probabilmente Jorge è già con la testa all’incubo del 2022, quando la moto rossa andò ad Enea Bastianini. Era sua, quasi fatta, ma quando i risultati hanno cominciato a mettere in dubbio il suo posto tutto è andato a peggiorare finché, a Misano, l’annuncio ha detto Enea. La stessa cosa oggi può succedere con Marc Marquez, che ha già rifiutato la Ducati Pramac con la chiara intenzione di passare al Team Lenovo a fianco di Bagnaia.
Il punto è che a Martín serve la mente sgombra ed è lì che dovrà dimostrare di essere cresciuto rispetto al passato. Ora è esplosivo, velocissimo e concreto, ma se gli ultimi due titoli li ha vinti Pecco Bagnaia è proprio perché lui, Francesco, in situazioni così ha sempre dato di più, dimostrandosi uno specialista del contropiede. Ecco, Jorge dovrebbe lavorare in quella direzione, perché anche quando dice che prima di correre avrebbe firmato per un podio c’è da credergli. Ma è la prima volta quest’anno che non parte per vincere.