Pecco Bagnaia ci ha messo due curve a liquidare la pratica. Giusto il tempo di trovare il corridoio giusto prima della prima e, poi, piazzare la manaìovra perfetta nel bel mezzo della seconda. Solo fino a lì la rockstar Pecco Bagnaia da Chivasso ha suonato insieme agli altri. Poi, dalla curva 3 è stato un assolo. Di muscoli, di precisione, di ritmo perfetto, con tempi da qualifica e una vera chitarra elettrica a attenderlo sotto la bandiera a scacchi. Classica scenetta confezionata insieme ai ragazzi del suo fanclub, per rendere ancora più indimenticabile questo GP d'Italia 2024. Un GP che Ducati ha voluto celebrare tingendo d'azzurro le sue due moto ufficiale. Azzurro nazionale. Ma anche azzurro che ha riportato il sereno dpo giorni in cui s'è parlato troppo di mercato, di trattative, rifiuti, mosse e questioni che in realtà dovrebbero essere solo di contorno.
Tutti discorsi, è inevitabile, che si riaccenderanno nel giro di poche ore. Ma questa volta con una argomentazione in più: a suonarle ai suoi diretti avversari per la Ducati ufficiale, Jorge Martin e Marc Marquez, infatti, questa volta è stato Enea Bastianini. Ma andiamo per ordine. Perchè la Bestia ha dovuto costruire la grande gioia di oggi a suon di corpo a corpo. Soprattutto con Marc Marquez, che a sua volta ha prima dovuto liquidare la pratica Pedro Acosta (unica KTM nelle prime sette posizioni, insieme a sei Ducati).
Quello che sembrava essere destinato a diventare il sorpasso di giornata è stato proprio dell'otto volte campione del mondo, a spese di Enea Bastianini. Un sorpasso tutto in frenata, con la moto di traverso e le pinze rilasciate per un attimo. Giusto quell'attimo necessario a mettere l'anteriore davanti a quello del pilota ufficiale della Ducati che, forse condizionato dall'incidente del giorno prima, non ha neanche provato a incrociare. Sono stati loro, Marquez e Bastianini, a accendere sul finale una gara che, senza nulla togliere alla perfezine di Pecco, non ha fin lì offerto particolari spunti per lo spettacolo. La riposta capolavoro dell'italiano, infatti, è arrivata quando ormai mancavano due giri dal termine, con il 93 che, nel tentativo di resistere, è finito un po' largo, accumulando quello svantaggio che poi non è più riuscito a colmare. Nel frattempo, davanti, Pecco Bagnaia continuava a martellare tempi da primissimi giri, riallontanando Martin e andando a prendersi in solitaria il boato del Mugello. Probabilmente senza sapere che il regalo ulteriore, lì dietro, glielo stava facendo proprio il suo compagno di squadra con l'altra Ducati tutta azzurra che, dopo aver raggiunto Martin, gli ha restituito il favore di ieri con un sorpasso perfetto che gli è valso la seconda posizione.
Podio tutto Ducati, quindi. E Ducati pure giù dal podio, visto che al quarto posto è arrivato Marc Marquez, con un distacco tutto sommato non siderale. L'otto volte campione del mondo negli ultimi giri ha preferito portare a casa il risultato piuttosto che rischiare ulteriormente e al rientro al box s'è comunque mostrato più che sorridente e soddisfatto. Ha sorriso, e non poco, anche il giovane fenomeno spagnolo Pedro Acosta, che non è riuscito a andare oltre il quinto posto, ma con l'unica KTM in mezzo a sei Ducati che hanno occupato le prime sette posizioni. Sesto, infatti, ci è arrivato quel Franco Morbidelli che qui al Mugello sembra definitivamente rinato e settimo quel Fabio Di Giannantonio che, zitto zitto, sta sempre lì con quelli davanti. Chiudono la top ten Maverick Vinales, Alex Marquez e Brad Binder.
Aleix Espargarò e Raul Fernandez, entrambi con Aprilia, hanno invece aperto la seconda parte della classifica, con Marco Bezzecchi (tredicesimo) che continua a fare fatica con le nuove gomme e le caratteristiche della Desmosedici 2023. E le giapponesi? Il primo con una moto non europea è Alex Rins, quindicesimo, bravo a mettersi addirittura davanti alle KTM di Jack MIller e Pol Espargarò, che hanno preceduto il suo compagno di squadra, Fabio Quartararo (18esimo). Johann Zarco, Luca Marini e la wildcard Aprilia, Lorenzo Savadori, chiudono invece una classifica finale "orfana" di tre soli piloti ritirati: Nakagami, Mir e Augusto Fernandez.