Dove sta scritto che bisogna cominciare da chi vince? E poi chi vince è necessariamente chi sale sul podio? Forse sì e allora lo diciamo subito: sul podio ci sono saliti, nell'ordine, Pecco Bagnaia, Marc Marquez e Pedro Acosta. Però la storia da cui vogliamo cominciare è quella del pilota che è arrivato quarto: Franco Morbidelli. Perchè l'abbraccio che tutta Pramac gli ha tributato al rientro al box racconta di un ragazzo che per tutta la vita, tutta davvero, è stato chiamato a rinascite feroci. Oggi al Mugello, dopo essere stato protagonista nella Q1 e pure nella Q2, s'è rivisto il Morbidelli del 2020. E il risultato è finalmente arrivato. Mettendo fine pure a quell'antipatico clima di sfiducia che gli si era creato intorno, come uno destinato a non essere preso neanche in considerazione nelle varie chiacchiere sul mercato. Franco Morbidelli c'è ancora e, come lui e pure tutta Pramac dicevano da settimane, doveva solo riuscire a prendere le giuste misure a una Desmosedici che sarà pure velocissima, ma è tutt'altro che facile, soprattutto dopo che per quattro anni si è stati in sella a una Yamaha e dopo che si è dovuto rinunciare, per un infortunio brutto in allenamento, anche ai test invernali.
Ecco, dopo aver detto di Franco Morbidelli, possiamo passare alla cronaca. E partire dall'inizio. Un inizio che è stato esattamente come il finale: con Pecco Bagnaia davanti. Il campione del mondo, scattato dalla seconda casella, ha imposto la sua legge sin dalla primissima curva, martellando come il miglior Jorge Lorenzo e spiegando ancora una volta al mondo, laddove ce ne fosse bisogno, che non si vincono due mondiali di fila per caso. Il vero spettacolo di giornata, come spesso succede con i grandi campioni, Pecco bagnaia se l'è lasciato alle spalle. E è successo di tutto davvero. Perchè Enea bastianini, partito fortissimo, gli ha messo subito le ruote dietro, salvo poi ritrovarsi a bagarrare con Jorge Martin. Sorpasso, contro sorpasso, nuovo tentativo di rimettersi davanti allo spagnolo e, poi, il fatidico contatto. A avere la peggio - manco a dirlo vista la sfiga che tormenta il 23 - è stato Enea Bastianini. Che si è ritrovato sulla ghiaia senza neanche la soddisfazione di sapere che l'incidente sarebbe finito sotto investigazione da parte di quella stessa Race Direction che a Barcellona l'ha punito come uno che s'era macchio delle peggiori. Normale incidente di gara e nessuna decisione da prendere, dunque.
Con Bastianini che ha dovuto lasciare Jorge Martin e Marc Marquez (che nel frattempo aveva sorpassato Binder con una manovra da matto vero filo-muro) a giocarsi la seconda piazza. L'otto volte campione del mondo ha messo le ruote davanti a quelle del suo rivale per la Ducati ufficiale con nun altro sorpasso da matto sulla vernice, ma Martin è riuscito a rimetterglisi davanti. Poi, però, non ha retto la pressione e s'è steso, rimediando uno zero che pesa sulla classifica mondiale. E che probabilmente racconta di un Martin che sta soffrendo e non poco la pressione messa da tutte le voci di mercato che circolano e ricircolano in questo periodo. C'è chi, maliziosamente, ha commentato sostenendo che Martin ci sta cascando di nuovo. In cosa? Nella sofferenza che induce all'errore. Come nel 2022, quando Enea Bastianini gli ha soffiato da sotto il naso la sella della Ducati ufficiale per l'anno successivo a suon di risultati, approfittando dei tanti errori fatti dallo stesso Martin in preda al desiderio di strafare. Oggi quel desiderio gli è costato una caduta. E è valso un podio nella Sprint a Pedro Acosta, che non poteva festeggiare in maniera migliore la firma sull'aggiornamento del contratto grazie a cui l'anno prossimo correrà nel team ufficiale di KTM.
E dietro quelli del podio? Già detto di Franco Morbidelli, quarto, a occupare la quinta piazza ci ha pensato Maverick Vinales, che s'è lasciato alle spalle un Brad Binder capace di tenersi dietro per tutta la gara un Fabio Di Giannantonio decisamente più veloce. Per il Diggia, alla fine, è stata settima piazza, ma che vale molto se si considera che era partito dalla quattordicesima casella in griglia. Alex Marquez, Aleix Espargarò e Raul Fernandez completano la top 10, mentre Marco Bezzecchi apre la seconda parte della classifica, undicesimo, davanti a Jack Miller, Alex Rins e a un Pol Espargarò che dimostra di saper dare ancora gas nonostante i tanti mesi di inattività. La Coppa Honda, invece, nella Sprint del Mugello l'ha vinta Johann Zarco, quindicesimo, davanti al compagno di squadra Takaaki Nakagami, con Joan Mir che si è steso e Luca Marini che ha chiuso ultimo, dietro a Augusto Fernandez e al collaudatore dell'Aprilia, Lorenzo Savadori. Altro da segnalare? Sì: il brutto incidente tra Miguel Oliveira e Fabio Quartararo nelle primissime fasi della gara, con il portoghese che ha letteralmente travolto il campione del mondo del 2021, costringendolo a un brutto volo e al conseguente ritiro.