“L’incidente tra Pecco e Marquez è stato giudicato un normale contatto di gara, Bastianini è stato penalizzato, ieri Oliveira no e ora scopro che Martin è stato convocato in direzione gara per chiarire il contatto di oggi con Bastianini, dopo che il loro incidente non è finito neanche sotto investigazione” – Aleix Espargarò ha più poco da perdere e, da grande vecchio della MotoGP, può permettersi di parlare per tutti. E anche di dire senza troppa diplomazia che i piloti non ne possono più delle decisioni “secondo luna” dei commissari. E’, di fatto, un attacco frontale a Freddie Spencer, sferrato dopo gli episodi del Mugello, che però sono solo gli ultimi di una serie infinita.
Nella sala stampa del circuito toscano anche Fabio Quartararo c’è andato giù pesante: “Sembra che chi prende decisioni non abbia mai corso in moto. Parlare con loro è come parlare con il muro”. Lo ha detto in riferimento all’incidente avuto con Miguel Oliveira, che lo ha travolto con una entrata decisamente allegra. Meno diretto è stato Enea Bastianini, che ha scelto la linea del “meglio non parlarne e pensare a domani”. A domani, in qualche modo, ci ha però pensato per tutti Aleix Espargarò, che da sempre è un po’ il sindacalista dei piloti.
“Io l’ho detto anche con Dorna in Safety Commission – ha raccontato Espargarò – con il massimo del rispetto e dell’educazione, però i commissari non sono all’altezza. Nella Sprint qui al Mugello, Oliveira non è stato sanzionato per il contatto con Quartararo. Pecco è stato sanzionato venerdì. Oggi dopo il contatto tra Martin e Bastianini hanno convocato Martin per chiedere spiegazioni, ma è stato lo stesso identico incidente che c’è stato in Portogallo tra Pecco e Marquez. Non si sa mai come pensano e con quali decisioni potrebbero uscire e questo non rende tranquilli i piloti. Sicuramente i commissari fanno del loro meglio, ma è evidente che non basta: sono molto lontani dal livello richiesto dalla MotoGP”. Nessun pensiero malizioso e meno che mai nessuna volontà di assecondare le teorie dei complottisti da parte di Aleix Espargarò, ma solo la presa d’atto che così non si può andare avanti.
Per lo spagnolo dell’Aprilia il problema principale è uno: la MotoGP è troppo cambiata per lasciare che a prendere decisioni ci siano ex piloti che ragionano con la mentalità di diversi decenni fa. “I commissari – ha concluso – non corrono più da 20 o 30 anni, ma noi abbiamo bisogno di qualcuno che conosca i comportamenti delle moto di oggi e questo sport così come è oggi. Qualcuno che viva tutto da molto più vicino e che sappia anche ragionare tenendo conto degli stili di guida o di come si comportano le gomme. Serve qualcuno che è ancora nel giro o comunque qualcuno che ha smesso di correre da poco e mi vengono in mente, ad esempio, profili come Michele Pirro o Cal Crutchlow, perché noi piloti diventiamo matti in mezzo a tutta questa incertezza”.