C’è una foto tra le tante che sono circolate sul test di Andrea Dovizioso con l’Aprilia a Jerez che spicca su tutte: Dovi al centro della scena, seduto su una sedia, mentre un paio di meccanici parlano con lui e tutta l’Aprilia, Massimo Rivola compreso, è dietro una paratia, a godersi lo spettacolo con pose sognanti. A Dovi dovrebbe bastare quella foto per decidere una volta per tutte che è proprio a Noale che dovrebbe ricominciare la sua carriera. Probabilmente lo ha capito già, visto che ha accettato di effettuare un altro test al Mugello e che per tre giorni di fila, a Jerez, ha lavorato sulla posizione in sella. E ad Aprilia va riconosciuto il merito di aver insistito in ogni modo, anche quando tutto sembrava suggerire che sarebbe stato meglio lasciar perdere.
Quella dell’ostinazione è quasi una caratteristica in casa Aprilia, ma non necessariamente in senso negativo. Anzi. Al di là dell’essersi trovati poi “in mezzo ad una strada”, infatti, non si può non apprezzare l’atteggiamento tenuto nei confronti di Andra Iannone: aspettato e difeso fino all’ultimo, fin quando non c’è stato più niente da fare con il TAS si è pronunciato sulla sua squalifica. Segno che a Noale l’umanità conta ancora qualcosa, anche quando va a svantaggio di piani di marketing e strategie aziendali. Perché aspettare Iannone è significato, per Aprilia, ritrovarsi senza un pilota realmente competitivo nel 2021 da affiancare ad Aleix Espargarò. Così come non si può apprezzare, sempre dal punto di vista dell’umanità, la scelta di proteggere Lorenzo Savadori, accompagnandolo in una sfida che, complice anche l’infortunio, sembra attualmente più grande di lui, preferendolo comunque ad un Bradley Smith che, invece, s’era lasciato andare a dichiarazioni da amante tradito.
Sarà che siamo un po’ sognatori anche noi, sarà che restiamo convinti che il cuore è ancora il motore che conta di più, ma ci viene quasi da dire che se c’è un box in cui i sentimenti sono palesemente un valore, quel box è quello di Aprilia. Anche se non vince, anche se i risultati non sono stati quelli attesi, anche se la tradizione corsaiola del marchio avrebbe meritato altri primati. Però adesso le cose stanno cambiando, in Qatar si è visto qualche consistente miglioramento e, forse, si allineeranno anche le stelle per portare in quel box il pilota che probabilmente più di tutti ha bisogno di un ambiente in grado di coccolarlo e farlo sentire importante. Ecco, Andrea Dovizioso potrebbe sì rappresentare la svolta per Aprilia, essendo un pilota di grandissima esperienza e che in MotoGP ha vissuto sia l’ambiente Honda, che quello Yamaha, oltre a quello di Ducati, ma che in Aprilia potrebbe compiere una vera e propria svolta.
Entrambe le parti hanno da guadagnare e forse il pilota ancora più della moto. Mai il forlivese era stato veramente il centro di un box, il focus su cui concentrare l’attenzione di tutti come simbolicamente raccontato dalla foto di Jerez, perché in Ducati, anche nell’anno del “quasi mondiale”, sembrava passare il messaggio che a vincere era la moto e a perdere era sempre il Dovi. C’è, finalmente, un ambiente che lo vuole davvero e che è pronto a scommettere (anche in termini di investimento economico) su un progetto che porta il suo nome e c’è, addirittura, un compagno di squadra che, invece di temere di diventare seconda linea, lancia appelli per poter dividere il box proprio con Andrea Dovizioso. Per questo i tentennamenti, i “sì virgola però” della conferenza stampa di ieri ci hanno lasciati un po’ perplessi. Forse è solo questione di tempi fisiologici per la stesura di un accordo, di limature per programmare un futuro, ma sarebbe oggettivamente un bene per tutta la MotoGP, e anche per tutto ciò che le gravita intorno, se dopo la due giorni del Mugello, l’11 e 12 maggio, Dovizioso e Aprilia annunciassero definitivamente una data di matrimonio.