Male in Qatar e non bene, almeno nel primo giorno, in Indonesia. Il ritorno alla MotoGP di Andrea Dovizioso non è quello sognato e le difficoltà del pilota di Forlì a trovare il giusto feeling con la Yamaha M1 sono palesi e evidenti. Anche perché questa moto non è più l’eccellenza del paddock e le sue caratteristiche di agilità e maneggevolezza sono finite un po’ assorbite da una ormai annosa mancanza di potenza e velocità di punta. Limiti che nei giorni scorsi ha ammesso anche Lin Jarvis, promettendo che già dal Mugello quelli di Yamaha proveranno a proporre qualcosa di nuovo intervenendo sull’aerodinamica.
La domanda che viene da farsi, però, è se per quella data Yamaha avrà ancora tutti i quattro piloti con cui ha iniziato la stagione. Perché i colleghi di Paddock-GP l’hanno buttata là sotto forma di domanda: “Andrea Dovizioso potrebbe lasciare?”. Una domanda a cui chi conosce bene il Dovi risponderebbe in meno di un secondo: non è uno che molla. Ma i problemi ci sono, il rientro dal pensionamento non è mai sembrato fortemente voluto e le premesse non erano sicuramente quelle rappresentate oggi da Team RNF. Un “chi me lo ha fatto fare”, quindi, sarebbe umano ed è più che comprensibile che il Dovi possa averci pensato in più di una occasione in questi giorni.
Pesa, infatti, anche il ruolo che lo stesso Dovizioso avrebbe dovuto avere: una sorta di collaudatore in pista. Solo che pare non lo ascoltino molto, così come non ascoltano Fabio Quartararo che da mesi chiede ciò che puntualmente non gli viene dato. Le parole della scorsa settimana del Dovi in questo senso sono inequivocabili: “Credo di sapere quale è il problema e perché non riesco ad andare forte, ma non è questo il momento e il luogo per dirlo. Sinceramente non so cosa possiamo fare con questa moto , perché non ho alcuna esperienza con la M1. Se devo essere sincero, è meglio non farsi illusioni, ma ciò non significa che non cercheremo di lavorare per migliorare. Come dicevo dopo la gara in Qatar, ora non è il momento di parlare di certi argomenti. Vivo in una situazione diversa dai piloti del team Factory Quartararo e Morbidelli: loro conoscono già la moto, ma io ho una mia idea del perché certe cose non stanno funzionando. Sarà una gara molto difficile, non solo per la mancanza di grip, ma anche per il gran caldo, forse farà più caldo che in Malesia”.
Mani avanti, quindi, e senso di disillusione che risulta più che tangibile per l’ex pilota della Ducati. Il richiamo del motocross in allegria, lontano dai ritmi frenetici della MotoGP, tornerà a farsi sentire? C’è chi lo ipotizza, così come c’è chi sostiene che dopo le prime gare in Europa Andrea Dovizioso deciderà se salutare tutti e tornare a casa. Ma, conoscendo un po’ il pilota e l’uomo, siamo più che convinti che andrà fino in fondo. Non per denaro, come in molti sostengono, ma perché da sempre nella carriera del Dovi ci sono stati momenti di grandissima difficoltà e sempre, ma sempre davvero, quei momenti hanno coinciso con quelli di maggior lavoro e massimo impegno per tirare fuori la testa da fango.