Con un grosso tutore al piede sinistro, trofeo di un brutto incidente in cui è rimasta coinvolta durante una gara del campionato Extreme E, Christine Giampaoli Zonca - o solo Christine GZ, come piace a lei - non sembra essersi lasciata abbattere dal grande imprevisto che ha cambiato la sua stagione. Ci sentiamo mentre lei si trova a Barcellona, dove sta seguendo un fittissimo programma di riabilitazione per tornare presto alla guida: "Il mio fisioterapista mi dice che neanche i calciatori del Barcellona vengono ad allenarsi così tante volte come me, nessuno mi sopporta più perché sono troppo rumorosa".
Ride ed è facile immaginare il perché, in un luogo silenzioso come un centro di fisioterapia per grandi sportivi, lei sia l'eccezione che fa voltare tutti i presenti. Biondissima, iperattiva e chiassosa, Christine non si tiene dentro niente: "Hamilton? Troppo politico, sembra falso. Le donne nel motorsport? La W Series non mi piace, se competono solo tra di loro allora non ha senso".
Racconta dell'incidente, della riabilitazione che sta seguendo, della voglia di tornare a correre e della paura di rimettersi alla guida che no, non c'è, non c'è mai stata e mai ci sarà. Perché "se non torno a correre divento pazza" ma per ora niente moto "o è la volta buona che mi ammazzo".
Come sta il tuo piede?
Sta meglio. Ho tolto il gesso anche se ho ancora il tutore e sto facendo almeno tre ore al giorno di riabilitazione quindi se non si sistema definitivamente in un mese impazzisco. Il mio fisioterapista ride perché quando arrivo io faccio più casino di tutti gli altri presenti e si lamenta perché sono sempre là, dice che neanche i giocatori del Barcellona vanno così tante volte.
L'incidente in Arabia Saudita è stato molto violento, come è successo?
È difficile da spiegare perché non credo sia stato un mio errore. Eravamo in Arabia Saudita per il weekend di Extreme E e lì ci sono dei buchi enormi in cui è facile incappare. Ho fatto una curva e penso di essere andata troppo stretta rispetto a tutti gli altri quindi da lì poi ho preso un buco e mi sono ribaltata. Però davvero, è stato talmente veloce che non mi sono neanche resa conto...
Sei riuscita a pensare a qualcosa in quel momento?
L'unica cosa che ricordo è che ho tolto le mani dal volante, come è normale fare, e poi ho pensato: "No, però se mi ribalto sulle quattro ruote e posso ripartire allora devo tenere le mani sul volante per essere più veloce". Ma ovviamente non è andata così.
Hai un po' di paura di tornare a correre?
No! Non vedo l'ora! Mi sto allenando tanto per tornare in fretta e poi non è la prima volta che mi faccio male, mi sono già rotta il polso varie volte e credo sia normale, fa parte del nostro lavoro. Io spero di poter essere in macchina già alla prossima tappa dell'Extreme E.
Questo campionato sta riscuotendo molto successo dopo le critiche iniziali, come lo stai vivendo?
Mi piace tantissimo! Mi sembra ancora impossibile poter correre con le leggende del mondo rally e poi credo che abbia tutto quello che serve in questo momento al motorsport: l'attenzione al clima, la componente femminile...
Tutte le squadre sono composte da un uomo e una donna, anche le altre categorie del motorsport dovrebbero imparare dall'Extreme E in questo senso?
Sì, penso di sì. Perché è una categoria mista che però "aiuta" le donne inserendo la regola delle squadre miste. Così c'è più competizione e le donne possono emergere e farsi notare anche in mezzo agli uomini. Molto meglio di altre categorie solo femminili.
Tipo la W Series?
Esatto, lì le donne rimangono a competere solo tra di loro. Quindi anche se vinci alla fine da fuori si dirà sempre: "Hanno vinto tra ragazze, non c'erano uomini". Un campionato misto con un aiuto all'inizio per far entrare più donne mi sembra una soluzione decisamente migliore.
Tu sei l'unica della tua famiglia che ama i motori. Le donne intorno a te come l'hanno presa?
Mia madre all'inizio era super contraria. Poi però ha capito che sarei andata avanti anche da sola e quindi con il tempo lo ha accettato. Recentemente invece ho scoperto, lavorando con Mediaset, che in realtà una donna della mia famiglia ha lavorato con i motori: la mia nonna italiana, con cui non ho avuto nessun rapporto, è stata la prima meccanica a lavorare con Quattroruote! Io non lo sapevo, l'ho scoperto veramente per caso!
So che uno dei tuoi sogni da pilota è la Dakar, sai già se andrai nel 2023?
Sono quattro anni che cerco di andare. Il budget però è altissimo e fino ad oggi è stato impossibile. Stiamo cercando di lavorare per andare il prossimo anno ma mi sono promessa di prenderla con più leggerezza.
E invece le moto? Ti ispirano?
Uuuuh. Sì, mi piacerebbe molto fare la patente, però ho sempre evitato perché mi sono detta: "Questa è la volta buona che mi ammazzo!". Mi rompo un piede correndo in Extreme E, figuriamoci in moto.
In Extreme E sei circondata dalle leggende delle quattro ruote. Se ti dico Carlos Sainz cosa ti viene in mente?
Ti racconto un aneddoto che fa troppo ridere perché lui è uno molto serio, molto metodico, e io invece sono tutto il contrario. Una volta gli altri piloti hanno scommesso che non avrei avuto il coraggio di andare da lui e chiamarlo churrito, che è un modo carino di dire tesoro in spagnolo con cui io chiamo sempre tutti.
E tu lo hai fatto?
Certo! Non si può scommettere contro di me. Sono andata da lui e gli ho detto "hola churrito!" e l'ho abbracciato, mentre tutti gli altri sono diventati bianchi come dei fantasmi. E adesso Carlos quando mi vede nei weekend di gara mi saluta dicendomi "buenos dias churrita" con una faccia molto soddisfatta. Direi che l'ho conquistato!
Se invece ti dico Sébastien Loeb?
Aaaah io e Loeb siamo sposati, solo che lui ancora non lo sa! No, a parte gli scherzi lui è sempre stato il mio idolo, anche perché ha una storia molto diversa rispetto agli altri piloti: ha iniziato a correre a 19 anni, non come quasi tutti gli altri che iniziano già da piccolissimi con i kart. Sta proprio su un altro livello per me, è un talento unico.
E Lewis Hamilton?
Non mi piace, è troppo politico. Mi dà l'impressione che non sia totalmente sincero. Ovviamente come sportivo è un grande, è bravissimo, ma come persona non mi piace. Anche se uno come Loeb non è particolarmente solare comunque ti riesce a trasmettere l'idea di essere una brava persona, invece con Hamilton non ho questa impressione.
Quindi politica e sport per te dovrebbero stare separati?
Sì perché ciò che amo dello sport è proprio il fatto che stia lontano da tutto il resto. Per esempio quello che è successo a Mazepin, che è stato licenziato a causa della guerra in Russia, non mi è piaciuto. Anche se Mazepin comunque non mi stava simpatico...
Perché?
Per quello che aveva fatto, per come aveva trattato quella ragazza in macchina e messo la storia su Instagram. Però lui non doveva essere in F1 già prima, perché non aveva talento, e non per colpa di una questione politica del suo paese. Questo no, non mi piace per niente.